Quale conto corrente costa meno

10 Dicembre 2019 di Indiscreto

Quale conto corrente costa meno? È una domanda che onestamente non ci siamo mai posti in vita nostra, visto che poche decine di euro non cambiano la vita e lo sbattimento di cambiare domiciliazioni e tutto il resto ci sembra sempre superiore ai vantaggi della nuova scelta. Però leggendo un articolo di Milano Finanza, uscito sabato scorso, alcune riflessioni le abbiamo fatte.

Nell’inchiesta di Paola Valentini e Roberta Castellarin vengono messi a confronto gli ISC (Indicatori Sintetici di Costo) delle principali banche, che sono parametri non giornalistici ma della Banca d’Italia, proprio per consentire confronti fra banche diverse e soprattutto fra profili di utenza (ce ne sono sette) diversi. Il pensionato che paga tutto in contanti non può essere paragonato al nerd compulsivo che compra su Amazon anche la carta igienica.

Per una famiglia dall’operatività online media il conto più conveniente risulta essere quello di Fineco Bank (24,61 euro l’anno di costo) e il più caro quello di Banca Mediolanum (146,36). Per una famiglia dell’operatività in filiale media il più caro è quello Unicredit (223,90 euro) e il meno caro quello di Che Banca (60 euro). Interessante è la classifica riferita ai conti per giovani dall’operatività online media: Illimity il più caro (132,50), Banca Mediolanum quello meno (9 euro).

Tutto da asteriscare, chiaramente, perché vengono prese in considerazione solo 16 banche di una certa popolarità e perché le offerte dei singoli istituti di credito sono così tante da rendere difficile individuare il ‘vero’ prezzo di un conto corrente, con tutto il rispetto per l’ISC che comunque un’idea di massima la dà.

Qual è dunque la nostra grande riflessione? Che i conti correnti costino ancora relativamente poco, oltretutto in un’era in cui le banche rischiano di andare ‘sotto’ visto che ancora nessuno (nemmeno Unicredit, che però l’ha annunciato) ha il coraggio di praticare alla clientela tassi di interessi negativi. Dove verranno recuperati i soldi per pagare i dipendenti e remunerare gli azionisti, quindi?

La risposta è una e una sola: dalle commissioni, di cui tiene conto l’ISC ma solo per la parte relativa alle operazioni. Da qui lo stalkeraggio per piazzare fondi ‘della casa’ o polizze. Alcune delle proposte possono essere vantaggiose, non si può generalizzare con la retorica della banca cattiva e del povero risparmiatore ingenuo. L’unica certezza è che si può sempre dire di no. La nostra risposta, da semplici clienti delle banche, alla domanda ‘Quale conto corrente costa meno?’ è quindi la seguente: quello di più semplice gestione, con il sito e la app più chiari. Per questo quando Google e Facebook troveranno la chiave di marketing giusta anche in questo settore non ce ne sarà per nessuno.

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