Italia paradiso fiscale, per Ibrahimovic

29 Dicembre 2019 di Indiscreto

Dal primo gennaio 2020 l’Italia diventa ufficialmente un paradiso fiscale, non proprio come il Lussemburgo o qualche isoletta caraibica, però tipo certi cantoni svizzeri sì. Paradiso fiscale non per noi classe media, ovviamente, ma per gli sportivi professionisti. Avevamo infatti dimenticato uno dei punti più grotteschi del cosiddetto Decreto Crescita, parto del governo Cinque Stelle-Lega (infatti convertito in legge a inizio luglio), che un articolo di Michele Damiani su Italia Oggi ha provveduto a ricordarci.

In pratica dal gennaio gennaio 2020 gli sportivi professionisti che si sono trasferiti in Italia dopo almeno due anni all’estero, e che intendano mantenere la residenza in Italia per almeno un biennio, vedranno ridursi del 50% il loro imponibile fiscale per i successivi 5 anni. Traduzione: fatto 10 milioni l’ingaggio lordo, verrà applicata la propria aliquota solo su 5.

Questa detassazione sale al 70% per i non professionisti, del 90% se questi dilettanti (finti dilettanti, chiaramente) si trasferiscono al Sud. Traduzione: un pallavolista, anche di Serie A, che giochi in una squadra del Sud pagherà le tasse soltanto sul 10% lordo del suo ingaggio. Un bell’aiuto a lui e al club, che di fatto rende un pagamento regolare simile ad un pagamento in nero. Davvero inspiegabile è la logica dell’imposta forfettaria di 100.000 euro all’anno per tutti i redditi da fonte estera: ad un tennista adesso converrà fare qualche chilometro e trasferire la residenza, per falsa che sia, da Monte Carlo a Ventimiglia.

In generale questo regime scatterà dall’anno fiscale 2020 e non riguarderà solo gli sportivi, ma anche lavoratori qualificati e docenti con modalità simili a quelli degli sportivi, sia pure con cifre diverse. Insomma, una misura contro la cosiddetta fuga dei cervelli, di cui la parte sportiva è stata una degenerazione.

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