Viagogo e StubHub, win-win ma non per noi

26 Novembre 2019 di Indiscreto

Viagogo ha acquistato StubHub, raggiungendo con eBay un accordo sulla base di 4,05 miliardi di dollari, 3,67 miliardi di euro al cambio attuale. Notizia interessante per il popolo del secondary ticketing, chissà se è anche positiva visto che Viagogo e StubHub insieme formano un gigante in grado di imporre condizioni a chi a tutti i costi vuole quel biglietto per quell’evento (il profilo ideale è il turista).

Senza contare che in molti casi il secondary ticketing è bagarinaggio mascherato, anche se la difesa della Viagogo della situazione è sempre la stessa: noi siamo intermediari, guadagniamo sulle transazioni ma non è che in prima persona compriamo o vendiamo biglietti. Vero, ma agli occhi del cliente Viagogo, che si occupa anche della spedizione dei biglietti, è indubbiamente il garante dell’operazione.

Per eBay una plusvalenza stile Ajax, visto che nel 2007 comprò StubHub per 310 milioni di dollari. La curiosità è che sia l’inglese con domiciliazione svizzera Viagogo sia l’americana StubHub hanno lo stesso fondatore, Eric Baker, che adesso guida Viagogo e che quindi nella sostanza è diventato l’uomo più importante del ticketing mondiale. Non poteva mancare la dichiarazione in managerese, con Baker ad affermare (lo abbiamo letto sul sito della CNN) che “Questa fusione sarà per i tifosi una situazione win-win”.

Ci permettiamo di dubitarne, visto anche quanto accaduto ai Mondiali 2018 e in altri eventi sportivi recenti, senza contare tutte le questioni aperte per i concerti annullati. Aspettiamo al varco i professori-profeti della libera concorrenza che ci spiegheranno la bellezza del monopolio e delle grandi dimensioni (a pagamento possono anche esaltare le aziende familiari, beninteso).

Un’altra simpatica curiosità è che a spingere per la vendita di StubHub sia stato un importante azionista di eBay, il fondo Elliott. Sì, proprio quello del Milan. Lo scorso gennaio Elliott aveva infatti annunciato l’acquisto di 1,4 miliardi di dollari di azioni di eBay, circa il 4% del capitale. A quell’epoca l’azione era sui 33 dollari, ma Elliott dichiarò apertamente che molte divisioni di eBay (StubHub su tutte) erano sottostimate e che si poteva in tempi brevi arrivare a 55 e meno brevi a 63. Risultato? Mentre stiamo scrivendo queste righe eBay è a 35,86, nemmeno il massimo dell’anno, ma Elliott è convinto che arriverà presto oltre i 60. Insomma, vendere i pezzi migliori (StubHub? Donnarumma?) e liberarsi dell’investimento in tempi brevi. Per Wimbledon comunque rimaniamo fedeli partecipanti (spesso fortunati) del ballot, alla peggio lo guarderemo su Sky.

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