Torino-Inter 0-3, stretti come sardine

24 Novembre 2019 di Gli amici di Budrieri

Esimio Direttore, dopo l’ennesima vittoria in trasferta dell’Inter ci saremmo aspettati un suo editoriale trionfalistico ma ci rendiamo conto di come da mesi il target di Indiscreto sia cambiato: il suo lettore tipo ormai preferisce un approfondimento sulle Sardine alle banali pagelle di Torino-Inter. Ci spiace dirlo, ma come tutti i giornalisti o presunti tali anche lei ha perso la connessione con la pancia del paese.

Qui nella trumpiana periferia Ovest siamo del tutto indifferenti al nuovo partito di Calenda, alle querele di Ilaria Cucchi, alla cittadinanza onoraria di Biella, ai sondaggi della piattaforma Rousseau ed in generale a tutto ciò che possa spostare la nostra attenzione dal campionato. Crediamo soltanto in Budrieri, icona del socialismo liberale che da sempre rappresenta Milano ma che purtroppo da sempre è vittima di una campagna di odio.

Le giriamo quindi la sua analisi di Torino-Inter, fatta stamattina dopo avere gettato a terra la Gazzetta che titola ‘Lu-La piena’ e finto di non sentire i maghrebini all’angolo del videopoker che spiegavano a due peruviani tifosi del Torino (forse sono gli stessi uomini delle pulizie della RCS ai quali Cairo ha dimezzato il compenso orario) perché quello di Cuadrado a Bergamo non fosse fallo di mano e che nell’arco di una stagione gli episodi pro o contro si equivalgono. Va detto, ad onore di quegli spacciatori, che il loro italiano un po’ basic appreso dai giornalisti sportivi non è troppo inferiore a quello degli opinionisti di Sky, comunque le argomentazioni calcistiche sono le stesse.

“Stiamo perdendo i pezzi, il colpo di tacco di Barella mi sa che sarà un’altra mazzata. Mi ha ricordato, come sfiga, quello con cui si fece male Dalmat: là però il problema era muscolare, adesso è il ginocchio. Finirà che prima di gennaio dovremo mettere in mezzo al campo Agoumé, oltre a Borja Valero con le bombole di ossigeno. Mi aspettavo uno 0-0 orrendo, ma a Conte riconosco il pregio di farli entrare subito con la testa giusta: sono partite che se non segni nel primo tempo puoi anche perdere ed infatti Spalletti, che io continuo a stimare, a volte le perdeva. A proposito: a un certo punto, dopo l’uscita di Barella, c’erano in campo otto undicesimi dell’Inter di Spalletti: uniche eccezioni Godin, anche ieri in affanno per tutta la partita, Biraghi al solito da compitino, e Lukaku che è diverso da Icardi ma certo non superiore. Comunque Lukaku perfetto e serio nel fare il lavoro che gli si chiede, al di là dei gol. Lautaro Martinez è più frenetico, ma quello che mi infastidisce di lui sono le continue simulazioni: non è che ti rendano simpatico agli arbitri in buona fede, quindi figuriamoci agli altri. Bravo Conte a trasmettere poche idee, anzi solo una, ma a farlo in maniera martellante. Il Napoli mi sembra in rottura emotiva, non credo possa rimontare, comincio a credere al secondo posto dietro alla Juve ladrante e comunque più forte in quasi tutti i singoli”.

Parole dure e coraggiose, che soltanto un uomo con la sua storia poteva pronunciare senza il timore di essere ostracizzato dal sistema. Oggi non tornerà a casa per il pranzo perché nessuno lo sta aspettando: Marilena e D.J. John sono al Calafuria per le prove generali del pranzo di nozze (è prevista un’isola tutta di surimi), l’Erminia insieme a Yannick è andata ad una riunione delle Sardine, il primo movimento nella storia d’Italia a manifestare contro l’opposizione. Poco male, si vedrà Bologna-Parma senza rotture di cazzo gustandosi gli gnocchi alla sorrentina fatti rinvenire da Paolo-Wang al microonde. Ha ormai 74 anni: riuscirà a vedere uno scudetto dell’Inter prima di morire? Ne avrebbe il diritto, così come avrebbe diritto ad un’asse del cesso non gelida. Ma qui in periferia nessun bagno è riscaldato nel modo giusto.

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