Stagisti al Noma

21 Novembre 2019 di Dominique Antognoni

Il Noma di Copenhagen è uno dei ristoranti più famosi del mondo, specializzato nella rivisitazione della cucina nordica: più volte le riviste specializzate lo hanno anche giudicato il migliore del pianeta o giù di lì. Gli stagisti sono quei giovani, spesso neppure tanto giovani, che gratuitamente o quasi ‘fanno esperienza’ al Noma ma anche in posti mille volte meno famosi.

Questa non è una storia strappalacrime o una denuncia ai sindacati, perché non esiste per legge l’obbligo di fare gli stagisti al Noma, ma una storia speriamo utile a chi si avvicina al mondo della ristorazione. Gli inizi sono questi per quasi tutti, la fine è la gloria solo per qualcuno.

Sul nostro sito dominiqueantognoni.it abbiamo pubblicato la testimonianza di Anna Lisa Macellaio, poi diventata sous chef di Luigi Nastri al Settembrini di Roma. Lei è stata da Noma per due mesi: ne ha da raccontare, di storie, a chi vuole capire come si svolgono le attività nel ristorante più acclamato degli ultimi anni. Lei è una che ce l’ha fatta, ma questo lavoro n0n è per tutti e nelle prossime righe capirete perché.

Due settimane prima dell’inizio dello stage ho ricevuto una mail di conferma e un file che racconta la filosofia del Noma, quello che avrei dovuto portare in dotazione e quello che mi avrebbero dato loro.  Mi hanno avvertito che non sarebbe stato possibile fare foto, abbandonare prima della scadenza prevista lo stage o avere comportamenti inappropriati. Se avessi commesso uno di questi errori, sarebbe scattata la penalizzazione e sarei stata inserita sul famoso libro nero degli stagisti che condividono tutti i grandi ristoranti. Insomma, tolleranza zero”.

Ed ecco il suo diario.
La mia sveglia suona alle 5 del mattino. Devo attaccare a lavorare alle 6 e continuare fino alle 23-24, dal martedì al sabato. Lo staff al Noma è diviso in 5 sezioni. 1.Am è la sezione di quelli che attaccano alle 5 del mattino e staccano alle 18 del pomeriggio. Si occupano delle centrifughe di frutta e verdura, così come del pranzo e della cena al personale. 2.Snack è la sezione che si occupa dei 20 assaggini iniziali. 3. Section 1 è la sezione che si occupa dei piatti freddi che escono dopo gli assaggini. 4. Section 2 è la sezione dei secondi caldi. 5. Pasticceria. Tutti siamo divisi come se fossimo in una caserma. Ognuno è in una sezione e se sei fortunato, come me, ti mandano anche a fare il servizio nella cucina del piano di sotto. Solo così puoi portare i piatti ai tavoli e annullare la distanza tra cucina e sala, uno dei miti del Noma.

Il tempo è scandito da un cronoprogramma molto preciso. Dalle ore 6.00 alle ore 8.00. Alla Section 1 prepariamo tutte le guarnizioni e le erbe che vanno nel piatto. Alle 8.00 arriva la spesa e con guanti e cappotto si esce fuori a sistemarla. Anche sotto la neve, se è questo che state pensando, perché il magazzino è esterno. Dalle ore 8.00 alle ore 9.00. Pulizia generale dei piani e del pavimento. Dalle ore 9.15. Mise en place delle preparazioni.
Ore 11.30. Di nuovo pulizia generale dei piani, delle pareti e del pavimento. È la seconda. Ore 11.45. Briefing nella sala del ristorante dove il maître di sala racconta chi sono gli ospiti del giorno e se tra loro c’è qualche Vip o Friend (come li definiscono) o qualche tavolo con allergie e richieste particolari. Si discute anche del servizio del giorno prima e lo chef non manca mai di fare giuste annotazioni o di motivare lo staff a dare sempre il meglio di se stessi.

Dalle ore 11.45 alle ore 11.48. Se sei fortunato hai 3 minuti per mangiare in piedi una scodella di minestra: i primi tavoli arrivano alle ore 12.30 e molte preparazioni sono ancora ineludibilmente da completare. Ore 15.00 circa. Finito il servizio (section 1) se lavori nelle cucine al piano inferiore ti tocca passare almeno un’ora per lucidare e pulire tutto. Se invece lavori nelle cucine di preparazione al piano di sopra continui fino alle 16.30. Quindi di nuovo mega pulizie generali sui piani di lavoro, sulle pareti e per terra.

Ore 17. Cena dello staff. Ore 17.30. Di nuovo preparazione. Ore 18.30. Il briefing della sera. Ore 19.00. Inizia il servizio serale. Ore 22.00. Finito il servizio, di nuovo mega pulizie con svuotamento di tutti i frigoriferi e delle celle del piano superiore. Poi si continua a fare preparazione fino alle 23 per il giorno successivo. Ore 00.00. Lo staff di cucina si riunisce per organizzare l’attività del giorno seguente.

Sempre così, dal martedì al venerdì. Il sabato, poiché la domenica è giorno di chiusura e non c’è bisogno di fare alcune preparazioni c’è più tempo per svolgere le pulizie straordinarie. Si prendono le scale per arrivare al soffitto, si smontano tutti i mobili per disinfettarli e si puliscono anche le prese di corrente per togliere ogni ombra di grasso. La cosa più terribile, almeno sino al disgelo, è la pulizia dei magazzini esterni (sei al freddo). Il giorno della chiusura per le feste natalizie (22 dicembre) siamo rimasti fino alle 3 di notte per completare le pulizie di chiusura attività.

Tutti coloro che lavorano al Noma in pianta stabile sono ragazzi molto giovani, con età media di 23-25 anni. Non reggono più di un anno e poi scoppiano. I ritmi sono pazzeschi, ripeto dalle 6 del mattino fino a mezzanotte e 6 giorni su 7. Perché anche se il lunedì è un giorno di chiusura si va lo stesso al Noma per fare alcune preparazioni. Contate che ci sono solo tre sous chef che hanno più di 35 anni: controllano tutti questi giovani e talentuosi capopartita. La verità è che non mi riesco ad immaginare come potrebbe fare il Noma a reggere questi ritmi di produzione senza l’aiuto di noi stagisti”.

A questo punto di dovrebbe essere la morale, ma almeno sul mio sito la evito. Tutti questi ragazzi, tutti quelli che hanno resistito per qualche mese, potranno mettere il Noma nel loro curriculum: funziona così anche in mille campi diversi dalla ristorazione, ad esempio se il tuo sogno è fare l’avvocato o l’architetto e i tuoi genitori non sono né avvocati né architetti. Senza contare il fatto che la vita in una cucina organizzata è molto simile a quella descritta, anche per chi percepisce uno stipendio.

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