Moralità o abilità?

13 Novembre 2019 di Indiscreto

Placido Domingo

L’esclusione del tenore Placido Domingo da alcuni teatri nel mondo per accuse di molestie da parte di diverse donne, dalla fine degli anni Ottanta al 2000, è una notizia che tiene banco sui giornali da qualche mese, accuse che lo hanno più di recente portato da annullare il concerto previsto a Tokyo in occasione delle prossime Olimpiadi.

E recente è anche la posizione di Andrea Bocelli che, come riportato da diversi siti di informazione anche internazionali, ha definito “assurdo” l’annullamento delle esibizioni del tenore 78enne prima che siano state portate a compimento le indagini, oltre a ritenere che si dovrebbe distinguere tra “la moralità delle figure pubbliche e la loro arte e abilità”.

Un tema che riguarda la presunzione di innocenza (nella sostanza Bocelli parla del fatto che un’accusa, da verificare, magari su episodi risalenti a dieci anni, prima possa bloccare una carriera) e che, spesso sui temi più scabrosi, rischia di rovinare a priori la vita di chi alla prova dei fatti (chissà quanto tempo dopo) risulterà non aver commesso il fatto.

Ma il Di qua o di là non vuole dibattere (solo) sull’eco mediatica di certe accuse e del giudizio che si dà su una persona ancor prima che sia stato svolto un processo. Piuttosto vogliamo ragionare, come in parte avevamo già fatto con il post su Celine, sulla distinzione tra moralità e abilità, tra quanto viene fatto nella vita privata e quanto invece offerto al pubblico con la propria arte. Che può anche non essere solo una canzone, un quadro o una scultura, ma anche due calci ad un pallone….

 

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