Fred Bongusto, gli anni Sessanta

8 Novembre 2019 di Indiscreto

Fred Bongusto è morto a 84 anni e si è portato con sé quegli anni Sessanta che sarebbero stati attaccati dal Sessantotto, prima di essere rivalutati quasi subito e di essere addirittura una delle poche memorie italiane davvero condivise, non solo nella musica: più dei decenni successivi e maggior ragione di quelli precedenti.

Il cantante molisano è stato il miglior interprete del genere confidenziale, da crooner nostrano, portando al successo canzoni inedite (come le celeberrime Una rotonda sul mare, del 1964, e Tre settimane da raccontare del 1973) e altre già note, tipo quelle di Nat King Cole o dei grandi brasiliani.

Un grande interprete, che abbiamo sempre identificato con la musica dei nostri genitori e con il tempo eternamente sospeso dell’estate. Ma anche un grande personaggio, uno dei pochi con il coraggio, già negli anni Settanta, di dire che musicalmente i cantautori italiani (ce l’aveva con De Gregori, ma non gli piacevano nemmeno Guccini e gli altri) erano ridicoli, gente da due accordi, e che anche i loro testi erano banali.

Da molti anni per la sue condizioni di salute era sparito dal circuito delle ospitate, ma in ‘diretta’ abbiamo fatto in tempo a seguirlo anche come uomo al centro della cronaca: da quella leggera a quella da film poliziottesco anni Settanta (subì anche una violenta rapina da parte dei NAR, autore il fratello di Giusva Fioravanti). Il grande amore della vita di Fred Bongusto è stata Gaby Palazzolo, sposata dopo il turbolento divorzio di lei dall’attore John Barrymore (il padre della più famosa Drew, avuta in un altro matrimonio), ma al di là del privato a rimanere sarà l’immagine pubblica di questo artista: gli anni Sessanta in una persona sola, soltanto l’ex rivale e poi amico Peppino Di Capri gli è in questo senso avvicinabile.

https://www.youtube.com/watch?v=kpnqZeZh32Q
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