Coppa Davis 2019, quando gioca l’Italia

16 Novembre 2019 di Stefano Olivari

Come funziona la nuova Coppa Davis? Quando gioca l’Italia? Presi dalle ATP Finals di Londra e dal Challenger di Ortisei, non abbiamo dimenticato che lunedì partirà la nuova versione di una competizione a cui gli italiani hanno sempre dato un valore sportivo superiore a quello reale. Si disputerà tutta in una settimana sul cemento indoor della Caja Magica di Madrid e fra le 18 partecipanti ci sarà anche l’Italia, nel Gruppo F con Stati Uniti e Canada.

Ogni squadra dei 6 gruppi da 3 squadre disputerà quindi di sicuro 2 partite e ai quarti di finale si qualificheranno le prime di ogni gruppo e le 2 migliori seconde. Poi eliminazione diretta fino alla finale, domenica 24 novembre. Le sfide saranno articolate in due singolari ed un doppio: partono i due numeri 2 delle squadre, poi si affrontano i due numeri 1 ed infine c’è il doppio.

Tutto al meglio dei 3 set, non più dei 5. Il che significa che tutto compreso difficilmente si andrà per ogni sfida fra nazionali oltre le 6 ore totali. Esempio concreto: l’Italia di Barazzutti lunedì alle 16 giocherà con il Canada ed i singolaristi saranno di sicuro Berrettini (numero 8 ATP) e Fognini (12). Quindi si partirà con Fognini-Auger Aliassime, poi Berrettini-Shapovalov e per terza partita il doppio in cui dovremmo schierare Bolelli e Seppi.

La seconda e speriamo non ultima presenza dell’Italia in queste finali di Davis sarà invece mercoledì alle 18 contro gli Stati Uniti. Senza fare del trionfalismo preventivo, possiamo dire che sulla carta l’Italia attuale, anche senza Sinner che del resto non avrebbe giocato, è nettamente più forte di entrambe le avversarie nel girone e che il suo incrocio nei quarti potrebbe essere con l’Australia di De Minaur e Kyrgios. Insomma, fondato ottimismo contro quasi chiunque.

Strafavorita per alzare la prima Davis dell’era Piqué è ovviamente la Spagna di Nadal e Bautista Agut, con capitano Bruguera, l’unica che abbia un numero 2 sulla carta superiore a Fognini, e le assenze sono facilmente spiegabili. Federer se ne è quasi sempre fregato anche della Davis vecchio stile, non sorprende che abbia scelto esibizioni in Sudamerica (con lui disponibile la Svizzera avrebbe probabilmente avuto una wild card), che in parte coinvolgono anche Zverev, mentre Thiem e Tsitsipas mancano perché non ci sono Austria e Grecia.

Arrivati al millesimo articolo nostalgico nei confronti di quelle estenuanti tre giorni con l’assurdo sabato del doppio, la terza giornata a volte inutile e ambienti spesso impresentabili (senza andare all’estero, basti pensare a tanti circoletti italiani beneficiati per motivi politici), con rinunce di molti campioni che alla fine nemmeno si giustificavano, pensiamo che valga la pena di dare un po’ di fiducia alla nuova formula. Il vero rivale della nuova Davis non è comunque la vecchia Davis, ma l’ATP Cup che partirà il prossimo gennaio in Australia e la cui formula, numero di partecipanti a parte (saranno 24), è quasi uguale.

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