Pioli Milan, la seconda scelta di Spalletti

8 Ottobre 2019 di Indiscreto

Stefano Pioli è il nuovo allenatore del Milan, a meno che nelle prossime ore Spalletti si penta del suo strano no e telefoni al main sponsor Boban. Ipotesi quasi impossibile: quindi Pioli al Milan con contratto fino al 2021 e annuncio non appena Maldini avrà comunicato la notizia a Giampaolo, che chiaramente la conosce già.

La decisione è stata presa ieri sera al ristorante (per la precisione il Ribot, nei pressi del Palalido, quando esisteva l’ippica ritrovo degli appassionati di ippica: al tavolo a fianco c’era un amico di Indiscreto, addetto ai lavori che forse il terzetto ha riconosciuto) da Boban, Maldini e Massara dopo avere chiarito il limite oltre cui non spingersi.

In sintesi: occorreva un allenatore bravo e serio, come appunto è Pioli, ma senza un’immagine e un ingaggio tali da ipotecare il futuro. Per essere chiari: Allegri può essere un nome buono per la futura proprietà del Milan, non certo per un Elliott in piena modalità uscita.

Scelta condivisa, Pioli (chissà se Boban lo chiamerà ‘L’interista’, come dicono sia accaduto con Giampaolo), mentre Spalletti sarebbe stata un’idea più che altro di Boban. Trattativa non proprio lampo, dopo giorni di pressing, tramontata in una maniera che è difficile spiegare visto che il Milan avrebbe garantito a Spalletti lo stesso ingaggio che gli sta pagando l’Inter (circa 10 milioni lordi a stagione, il triplo di quanto andrà a Pioli) allungandogli oltretutto il contratto fino al 2022.

Spalletti ha detto di no per due motivi. Il primo è la più volte citata buonuscita che pretenderebbe dall’Inter, sottoforma di qualche mensilità in più, come indennizzo per essere stato preso in giro dal club (segnatamente da Marotta) che aveva già scelto Conte molti mesi prima della fine della scorsa stagione. In realtà Spalletti subito dopo l’esplosione del caso Icardi e comunque già a marzo parlava apertamente, addirittura scherzandoci sopra, del suo esonero a fine stagione.

Il secondo motivo è che a 60 anni e con un patrimonio di una trentina di milioni di euro, stimato per difetto, Spalletti non ha tutta questa voglia di tornare ad allenare, oltretutto in una situazione ad alto rischio, una squadra da sesto o settimo posto in cui è già stato stabilito che il colpevole della mancata qualificazione Champions è l’allenatore.

Pioli è dunque una seconda scelta? Senz’altro sì, ma in questo momento ci sembra più adatto al Milan di chiunque altro. Con un minimo di logica e cavalcando il talento che in rosa indubbiamente c’è (parentesi: il suo modulo preferito è il 4-3-3, ma ha giocato anche in tanti modi diversi) il Milan di Pioli potrà tornare in zona Europa League. Certo sarebbe una sorpresa se aprisse un ciclo e rimanesse al Milan oltre il 2021. Così come sarebbe una sorpresa per quella data ritrovare negli stessi posti Boban (penosa la storia Instagram del figlio) e Maldini.

Merita un saluto Marco Giampaolo, brava persona (in Italia e nel calcio non sempre un pregio) e allenatore da squadra di media cilindrata, scelto senza troppa convinzione (nella nostra miseria l’avevamo scritto il 3 giugno) e difeso pochissimo appena sono sorti i primi problemi.

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