Il porno fatto dalle mamme

5 Ottobre 2019 di Indiscreto

Il porno delle mamme è diverso dagli altri? Una domanda che ci siamo posti dopo avere visto Mums make porn, la serie trasmessa  in Italia da Nove e presentata come esperimento sociale. La trama, in breve, si sviluppa intorno a un gruppo di mamme britanniche che realizzano in proprio un cortometraggio pornografico per offrire alla propria prole (maschi e femmine) un’immagine della sessualità diversa e più realistica rispetto a quella ormai dilagante su Internet.

In particolare, Mums make porn parte dall’idea che i siti web specializzati siano stracolmi di video in cui la sessualità è vissuta puramente in modo meccanico ed estremo, distorcendo quindi immagini e aspettative degli adolescenti (e molto spesso anche pre adolescenti) che possono – spiegano gli psicologi – vivere poi in modo sbagliato le proprie esperienze più intime nel corso della propria vita. Confrontando inoltre le proprie caratteristiche con quelle dei protagonisti della fiction.

Ora, la pornografia non è certo nata con Internet e nemmeno con quel film che diede il via ad un’industria (ossia il mitologico Gola profonda del 1972) diventata nel tempo estremamente florida, per poi soffrire come tutte la diffusione dell’online, oltre che dover fare i conti con i temi legati alla salute di attrici e attori.

Nel contempo i giornaletti pornografici, ormai scomparsi dalle edicole (come del resto anche molti altri periodici) sono qualcosa con cui i ragazzi hanno convissuto per decenni, in special modo tra i Settanta e gli Ottanta, parlandone tra loro magari senza averne in realtà ‘letto’ mai uno. E leggenda vuole che alcuni giornalisti famosi si siano proprio fatti le ossa scrivendo i racconti che accompagnavano le immagini. Ovviamente firmando con pseudonimi.

Nel contempo, i cinema a luci rosse (termine ormai entrato in disuso), la cui programmazione veniva tranquillamente stampata sui quotidiani, oggi sono ormai chiusi, sostituiti appunto dai vari siti che garantiscono l’anonimato (o presunto tale) oltre che la gratuità. Da non trascurare in tutto questo anche il ruolo di alcune tv locali che, più o meno legalmente, di notte trasmettevano i film vietati, fruiti poi di nascosto dai giovani spettatori temendo di essere colti in fallo (è il caso di dirlo) dai genitori, essendo appunto qualcosa di segreto e vissuto con un certo timore. Che non era certo quello di diventare ciechi…

In un mondo ormai totalmente rivoluzionato dove non ci si scandalizza certamente più come in passato delle tematiche sessuali e dell’esposizione delle pudenda (qualche tabù resta su quelle maschili), ciò che vuole evidenziare Mums makes porn, coinvolgendo nello storytelling anche professionisti (compresa una regista donna di film patinati e studiati nel dettaglio) e raccogliendo anche le opinioni dei giovani, è tuttavia che si può vivere il sesso in modo felice e pulito, e decisamente normale.

Con un punto di vista chiaramente molto femminile (e da mamma) e lontano nel contempo dagli estremi che una parte dell’industria del porno rappresenta nei vari generi e sottogeneri che caratterizzano il di tutto e di più che affolla il web.

Insomma, mentre prodotti che sarebbero in teoria riservati agli adulti sono invece alla portata degli occhi di chiunque, Mums make porn ha l’obiettivo – almeno per alcune delle protagoniste, tra lacrime e ripensamenti – di dare credibilità e autenticità anche a qualcosa di ‘proibito’, rendendolo sostanzialmente normale come dovrebbe essere, senza trascurare anche la decisiva parte dell’affettività e dei relativi segni e comportamenti. Esperimento riuscito?

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