Conad-Auchan, la legge della ristrutturazione

17 Ottobre 2019 di Indiscreto

Cosa sta succedendo ai supermercati italiani di Auchan, che comprendono anche i nostri amati Simply di via Novara, via Marghera e via Mauri? Intanto lo scorso primo di agosto (ma l’operazione era stata definita già a maggio) sono stati acquistati da una società, la Bdc, al 51% della Conad e al 49% del finanziere Raffaele Mincione.

Operazione con cui il gruppo francese si è sganciato da un mercato dove operava in perdita, ma vista con simpatia anche dal governo gialloverde allora in carica, convinto di salvare i 18.000 dipendenti e il lavoro anche dei fornitori, facendo al tempo stesso leva sull’orgoglio nazionale (una riedizione di questo orrido schema sta andando in onda con Alitalia). E invece…

E invece mercoledì 30 ottobre ci sarà uno sciopero dei lavoratori italiani di Simply, Sma e Auchan, preoccupati per un futuro in cui ‘ristrutturazione’ significa licenziamento. Va be’, diciamo noi al bar, al momento non è stato ancora licenziato nessuno: cos’è, uno sciopero preventivo? E poi, anche ammettendo che ci siano licenziamenti, non possono queste persone riciclarsi come food blogger o guidatori di risciò per turisti?

Inoltre la nuova proprietà, italianissima e quindi impossibile da incasellare nello stereotipo dello straniero cattivo e avido, avrebbe chiesto ai fornitori di ristrutturare (è una mania, questa della ristrutturazione) i loro crediti relativi a fatture già emesse, tagliandoli del 20%. Pensiamo a quale effetto possa avere una mazzata simile su un produttore anche di buone dimensioni. Ma anche su un singolo che dalla sera alla mattina si veda sparire il 20% dei ricavi.

Episodio che tornando al nostro mondo, ci ricorda quello di un grandissimo editore che come prima mossa al suo arrivo nella nuova casa editrice dimezzò i compensi dei peruviani che pulivano i bagni (si può immaginare il potere contrattuale di quei peruviani), con alcuni giornalisti progressisti che ridacchiavano vedendo quanto questo editore fosse cazzuto e moderno. Adesso però tocca a loro.

Cosa vogliamo dire, non essendo mai stati (e mai lo saremo) comunisti? Fra parentesi diciamo che la Conad è nella sostanza una supercooperativa, come la Coop, ma una cooperativa di esercenti e non di consumatori. Vogliamo dire che nessuna legge può superare quella della convenienza, perché ogni essere umano fa prima di tutto i propri interessi (che non sono solo finanziari).

I ‘padroni’ troveranno sempre un modo per pagare di meno o trovare chi lavori pretendendo meno, a volte semplicemente supportati dalla tecnologia e dalla pigrizia di alcuni lavoratori (l’impiegato di banca in carne ed ossa che ti invita a chiamare il call center ne è un buon esempio). I proletari avranno sempre poco da offrire, se non la loro disponibilità.

L’argine contro la legge del più forte è una giustizia civile che funzioni, veloce ed efficiente. Sarebbe la prima riforma da fare, anche se i titoli dei media si fanno su fatti penali. Facciamo un test su noi stessi, tutti noi: nell’arco della nostra vita abbiamo perso più soldi per furti in casa-strada o per contratti non rispettati?

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