Berlusconi e il cesso di Gazidis

15 Ottobre 2019 di Indiscreto

Il simpatico scambio di battute fra l’ex presidente del Milan Silvio Berlusconi e l’attuale amministratore delegato Ivan Gazidis, che aveva parlato di un Milan raccolto sull’orlo del fallimento sentendosi rispondere di andare a dire certe cose al cesso, merita qualche precisazione senza entrare nel campo minato del commercialismo CEPU. Fuori luogo per il calcio e in particolare per gli ultimi tre anni di Milan.

Prima di tutto il Milan nella primavera del 2017 non era sull’orlo del fallimento. Stava per chiudere l’ennesimo bilancio in perdita, è vero, ma questa situazione era stata quasi una costante nei 31 anni di Berlusconi e Galliani. Inoltre la base tecnica dell’operazione Yonghong Li era stata quella di trasformare gran parte del debito del Milan in due obbligazioni sottoscritte da Elliott nel maggio 2017. In altre parole, i debiti finanziari del Milan in quanto tale verso ‘esterni’ a al magico triangolo Berlusconi-Elliott-Yonghong Li erano scesi a meno di 70 milioni: cifra per nulla preoccupante, anche nell’ipotesi remota di pressione delle banche.

C’è anche da valutare l’anno successivo, quello di gestione Fassone-Mirabelli, e questo sì è stato negativo, con l’esplosione dei costi per un mercato strampalato. Ma il passaggio da Yonghong Li (per convenzione giornalistica lo consideriamo un personaggio reale) a Elliott nel 2018 non è avvenuto per problemi del Milan bensì per quelli del cinese nel ripagare sul piano personale-aziendale un altro prestito che Elliott gli aveva fatto per acquisire il Milan (traduzione: per dare quei soldi a Berlusconi, insieme ad altri fondi già a disposizione).

In altre parole, pur messi male come liquidità, non erano sull’orlo del fallimento né il Milan del 2017 né quello dell’anno scorso, visto che buona parte dei suoi debiti erano verso Elliott che era al tempo stesso creditore del Milan e di Yonghong Li. Quindi in questo senso ha ragione Berlusconi. Poi ci sta, come del resto aveva fatto Berlusconi con Farina nel 1986, di buttare fango sui predecessori per esaltare i propri meriti, ma il Milan non ha mai rischiato di fallire. La vera presa in giro non è comunque questa.

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