Meno tv per la Serie A a 17 squadre

18 Settembre 2019 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dal bosco della Madonna Addolorata per scontare il peccato di visibilità, ora che siamo ai domiciliari professionali. Prati nobili nella contea di Suppergiù, quella dove sogni sempre di trovare i grandi moschettieri di Veronesi, i nostri attori più bravi, da Favino a Mastrandrea, da Papaleo a Rubini, il perfido Mazzarino Haber e la regina Buy.

Loro ci avrebbero indorato meglio la pillola  durante la presentazione del campionato numero 98, in piena polveriera con Brescia che presenta la sua squadra alla Loggia nello stesso giorno, l’ex presidente Marino che fa il muso per Brindisi, Sardara il geniale che si tiene alla larga e forse troverà un’altra banda per propagandare il basket.

Datevi un toner, insomma, se volete fotocopiare chi ha davvero avuto successo cercate di essere almeno umili e di non sparare alla vostra luna sempre sotto eclisse. Un viaggio in Spagna costa troppo? I padri fondatori della Lega, quelli che hanno allevato così bene il Toto Bulgheroni, lo fecero, ma chi se lo ricorda se a 10 anni dalla morte di Porelli ci si dimentica di lui, come di chi ha vinto davvero secondo quando riferisce l’osservatorio Pea che per primo ha segnalato la guerra per bande che ora divide la Lega più dei nostri mostriciattoli politici.

Ci piace l’osservatorio perché nasce da un lavoro certosino, dalla pazienza di parlare con tanta gente, insomma giornalismo come si faceva un tempo. Normale poi, che tanta gente, invisibile per i giornaloni giornaletti, magari anche per scelta, segnali al piccolo tamburino mestrino cosa puzza nel pesce: quasi sempre la testa.

Vi rubiamo poco tempo per contestare l’ottimismo legaiolo alla vigilia della Supercoppa che si giocherà a Bari per misteriose scelte geopolitiche. Ci parlano di campionatone, ma non spiegano perché partono in 17. Ci dicono che in televisione è stato un grande successo, ma poi Eurosport, il sole li benedica anche se trattano male i loro ragazzi migliori, farà una sola diretta alle 16.50, in pieno calcio.

La Rai farà anche di peggio, fissa, cocciuta come gli asini, alle 20.45, per fare scopa sempre col balun, ma intanto ha deciso  di togliere la trasmissione che Dembinski e Michelini facevano mettendoci l’anima, oltre che la competenza. Dicono che ora in Rai sarà tutto un ciclo e motociclo, più gli sport che si offrono e non si pagano tanto. Succede se conti poco, se  non conosci la gente, se non porti alla luce le cose concrete e nascondi tutto sotto un toner sfinito. Non raccontateci tante frottole.

Veniamo dal Mondiale passato in cucina, non ci accorgiamo che il mondo cammina davvero. Per fortuna in giro ci sono appassionati come il regista e attore Finazzer Flory che non cedono mai: la sua mostra sullo splendore passato, presente e futuro della NBA a Treviso è stata bellisima, come quelle che allestiva a Milano. Magari in giro c’è gente davvero brava, ma in Lega  e in Federazione non se ne accorgono. Peggio. Preferiscono non accorgersene e non è vero che tutto andava bene quando il balivo di Milano dirigeva anche gli starnuti, come dice il Pea.

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