Esonero Giampaolo, ma prima quello di Biglia

24 Settembre 2019 di Vincenzo Matrone

Era da tanto tempo che non vedevamo un derby di Milano così squilibrato a livello di gioco, prescindendo dal risultato finale. Forse in favore dell’Inter non l’avevamo mai visto, in 40 anni di calcio dal vivo, mentre in favore del Milan ci viene in mente un derby del primo anno di Sacchi molto più del 6-0 di Comandini.

L’Inter ha dato la sensazione, durante tutta la partita, di poter sempre fare gol in ogni momento. Per intensità, occupazione degli spazi, soprattutto organizzazione. Anche troppa, dice chi non ama il calcio dei bravi soldati. Ma che la squadra di Conte abbia poca fantasia andatelo a raccontare ai tifosi del Milan usciti distrutti da San Siro.

La squadra rossonera è sempre un cantiere aperto, insomma. E tutta la premessa era un pretesto per ribadire che secondo noi Giampaolo NON è un maestro di calcio, come da editoriali estivi (anche di Sacchi, va detto) e soprattutto NON è un mago della comunicazione: si contraddice da solo, sembra confuso anche quando ha le idee chiare, guarda per terra quando parla, in generale non trasmette sicurezza. Passi che non la trasmetta ai giornalisti, ma ai giocatori?

Difficile da spiegare l’impiego di Biglia, nuovo capro espiatorio del popolo rossonero (che in tempi migliori ne ha avuti di migliori, come Seedorf). L’argentino è uno di quei giocatori che fa sentire i tifosi più competenti dell’allenatore, da tanto sono evidenti la sua lentezza, i suoi tempi e anche la sua postura da centrocampista anni Ottanta. Ma è anche un professionista super, cosa non scontata, uno che arriva all’allenamento, sul campo, con mezz’ora di anticipo mentre alcuni compagni stanno ancora sgommando nel parcheggio di Milanello. Uno di quei giocatori alla De Sciglio, di cui gli allenatori si innamorano anche contro l’evidenza.

Più o meno le stesse cose si possono dire di Rodriguez, terzino che va sul fondo due volte a stagione, preferito come titolare a Theo Hernandez. Ribadiamo quanto detto nel post precedente: questo Milan ha grandi margini di miglioramento, basta che Giampaolo faccia scelte chiare e che i fantasmi di Allegri e Spalletti rimangano nell’armadio.

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