Cosa poteva fare Sacchetti

9 Settembre 2019 di Oscar Eleni

Oscar Eleni nella Milano che si beve tutto , anche le balle di chi giura di amare la gente e taglia alberi facendo crescere palazzi, alla ricerca dell’assessore che dovrebbe spiegarci perché il Seveso esonda sempre e perché dovremmo essere felici se aumenta tutto, a partire dai biglietti per il tranvai.

Meglio correre a Venezia per festeggiare il Phoenix tanto odiato nel Gladiatore e tanto amato in questa interpretazione del Joker, il nemico di Batman, per questa sua risata che sembra la vittoria dei dimenticati e dei folli come dice il regista vincitore del leone Todd Phillips.  Noi siamo dimenticati da tempo, magari anche folli.

Joker, facci compagnia mentre spieghiamo a quelli del rugby che il Mondiale sarà sofferenza, a quelli della pallavolo che fanno ridere se attaccano una squadra come la femminile bronzo europeo per i peccati contro le più forti, le serbe che hanno sparato alla luna nera di Belgrado nel giorno in cui Sasha Djordjevic ha scoperto che anche dove le basi culturali dello sport sono solide ti trovi in casa giocatori completamente cambiati dal lusso e dalla NBA.

Non lo diciamo per nascondere che Sergio Scariolo ci ha sorpreso ancora una volta. Un amico ci ha scritto chiedendoci di capire questa Spagna che contro Azzurra Fremebonda sembrava la peggiore di sempre e contro i favoriti del Mondiale ha dominato in difesa e fatto strage di gente in pantofole quando attaccava. Colpa nostra pontificare, senza la pazienza di vedere  i punti sui dadi. L’Italietta sfinita sotto la collina del serpente di Wuhan era stata in partita, grazie ai palloncini  gonfiati di Scariolo, il Rubio e il Gasol che ai serbi hanno fatto vedere la muleta prima di infilzarli.

Non riusciamo più a capire il nuovo professionismo. Si parla poco, si ascolta ancora meno. Adesso che Leclerc ha ridato il vero colore alla Ferrari scalzando il Vettel infelice, nei giorni in cui Mancini domina la scena cercando di migliorare il poco che offre un campionato gonfiato, prendendosi applausi per aver battuto Armenia e Finlandia, ohibò dicono i rugbisti perché a noi toccano sempre batoste contro i migliori, date anche a noi la Russia quotidiana e non ci riderete più dietro, in giorni confusi come questi puoi anche leggere che la nazionale di basket ci avrebbe deluso meno se Sacchetti avesse convocato Tonut, Polonara e Spissu (lo dice Bonamico, ex compagno di Meo nei giorni felici) senza però farci sapere chi avrebbe lasciato fuori.

Cara gente, fate sempre confusione fra il dito e la luna. La pallavolo avrà anche deluso con le più brave, ma è di bronzo, bello, solido e poi ha mandato in finale il Guidetti che con la Turchia ha sfiorato l’impresa aiutato dai tifosi di Ankara.

Tornando ai cestisti, riconosciamo di essere dei poveretti nel sistema. Perché avremmo dovuto entrare fra le prime otto ? Anche gli ultimi santoni della panchina hanno sbattuto sugli stessi muri, eppure avevano questi presunti campioni nel fiore degli anni e della presunzione. Valli a capire certi asini.

Facile dire Sacchetti vattene via. Avanti con il nome dell’Houdini che ci porterà alle Olimpiadi  che ci mancano dal 2004. Sarebbe meglio anche per Meo andarsene verso un mare diverso. Lo abbiamo capito imprecando e sacramentando nell’ultima esibizione a Wuhan contro il Portorico “selvaggio” mentre stramazzavamo a terra ascoltando chi da dieci anni, inascoltato (come mai?), vorrebbe cambiare il  criterio con cui si danno falli antisportivi. Dallo stesso pulpito, dopo una lezioncina tecnica, con il coro in piedi, sì buana, è venuta fuori la buona lettura sull’uomo che si sente isola o roba del genere. La malattia è proprio questa, caro amatissimo marine Bonamico che rimpiangi i capi giocatori, perché in questa Azzurra Fremebonda tutti pensavano di essere qualcosa più degli altri,  sapendo che a casa loro sono parte del coro a meno di non credere  agli stivali di Gulliver.

Il Sacchetti che ha rimontato contro Portorico ha giocato con 7-8 uomini, considerando che Brooks lo ha proprio abbandonato. Seduti per malattia o altro Datome, il capitano che sa leggere nell’anima della gente, Gentile, purtroppo ancora senza un ingaggio come piacerebbe a lui, Vitali che secondo lo sponsor di Brescia è stato trattato male dal cittì, accusato di avergli mancato di rispetto. Noi pensavamo la stessa cosa, ma al contrario vedendolo in campo questo creativo che ad alto livello non può essere velina difensiva come del resto Della Valle.

Appunti sparsi nella giornata dove Scariolo e la sua pizzarra  elettrica hanno smascherato la Serbia di Ciccio Jokic, pure espulso.

Bella reazione dal meno troppi, ma quei tiri senza prendere il ferro del Gallo e di Belinelli?

Che palle la VAR per arbitri infelici ed inadeguati anche per colpa della guerra FIBA- ULEB. Meschinità al potere.

Quando andiamo sotto la soglia della dignità si scopre che Filloy può aiutare le marmotte di Petrucci, che Biligha avrà fatto male a trattare con Milano in piena stagione, lui e il suo agente, ma sul campo almeno si batte, che Tessitori, principe dello zafferano prodotto da lui e suo fratello, ha meritato di esserci, pur venendo dalla A2.

Storditi dagli stessi che facevano apparire Filippine ed Angola squadre vere da Mondiale e non da A2, magari meno, abbiamo scoperto che i cantori si sono accorti di vedere fra gli isolotti di Meo il marcio che rovina tante squadre. Non avendo mai creduto che questi “nazionali” da non esportare sono, in maggioranza, degli assassini di conigli che diventano Ercole soltanto se i loro agenti fanno un buon lavoro per influenzare chi non vede l’ora di cantare per i padroni, i cantori di cui vi dicevamo hanno dato la sentenza: c’è del marcio dentro Azzurra. Ma dai. Si era capito  dal pranzo sauna di Milano, contro la Russia, si era scoperto tutto ad Atene, né ci si poteva illudere dopo l’ultimo torneo cinese. Ci avevano chiesto di seguirla questa spedizione senza risparmiare critiche, ma, cara gente, vedendola ci siamo spesso addormentati, arrabbiati, mai trovando uno spunto per amarli davvero questi  soldatini di Mazzarino.

Certo, direte voi, se la Lituania accetterà le dimissioni di Adomaitis, messo fuori da arbitri pavidi e dalla Francia, perché l’Italia dovrebbe continuare con questo generale?

Primo perché nessuno sarebbe così pazzo da prendere in mano la rappresentativa di un basket che, state sicuri, il 17, alla presentazione del campionato, si presenterà con nani e ballerine, ridendo delle angosce  altrui.

Secondo perché non esiste in natura il mago che possa far diventare giocatori veri quelli che abbiamo portato in Cina, ma anche quelli che sono rimasti a casa e che certo non ci avrebbero portato oltre il muretto di Wuhan, fra i serpenti.

Ora ci dicono che il domani potrebbe cominciare dal convegno del 13-14 settembre dove ci ha invitato Luca Maria Chiabotti. Si parlerà anche di vivai, ormai considerati palle al piede da lorsignori, quelli che hanno bocciato ogni idea per dare ai giovani che ogni tanto vincono in Europa la possibilità di maturare facendo esami più seri. Temiamo che sia soltanto vetrina e le parole al vento faranno esondare ancora il Seveso.

 Pagelle di commiato dalla Chicago dei cinesi.

HACKETT 6 scarso: cuore, difesa, molte lacune che la “squadra” ingigantiva.

BELINELLI 6: ha dato quello che aveva e risalito la classifica ogni tempo dei marcatori dietro Meneghin, Marzorati e Riva, ma contro Serbia e Spagna è stato quello che si temeva: un solitario nel mare dei mediocri.

ABASS 5.5: ci è piaciuto il suo finale, ma è passato  troppe volte dal campo dei papaveri.

DELLA VALLE 4: per lui  Sacchetti si è creato qualche nemico in più, non lo ha mai ripagato. Non basta, a livelli internazionali, avere un buon tiro, se poi ti manca pure quello.

GALLINARI 5.5: il finale contro la Spagna ci ha detto quello che temevamo: il più bravo, il più solo, il più indietro nel lavoro.

BILIGHA 6.5: ha fatto bene quasi tutto, nei suoi limiti che a livello mondiale sono enormi. Ci ha messo il cuore.

FILLOY 5.5: ha pagato per tutti standosene spesso in fondo alla panchina. Doveva alzare la voce con se stesso e con gli altri.

BROOKS 4: la delusione più grande. Una bella partita, tante comparsate. Peccato.

TESSITORI 6: quello che aveva lo ha fatto vedere, ha lavorato tanto, si è battuto. Bravo e non lo diciamo aspettando olio e zafferano dalla sua azienda agricola.

GENTILE 6: forte con i deboli, un po’ meno con quelli forti. Lui è un’isola.

DATOME 5: sa benissimo di non essere mai stato qualcosa più di un capitano non giocatore.

VITALI 4: creatività perduta  cercando in una selva oscura. Non ha mai reagito, sembrava fosse lui la vittima di Azzurra, ma non era così.

SACCHETTI 5.5: doveva vedere un paio di volte quel film sul football con Danzel Washington che doveva fare una squadra multicolore in una terra di razzisti. Se prendi una decisione, diceva al capitano, poi portala in fondo. Doveva fare così, anche se nell’arsenale aveva carabine coi piombini.

PETRUCCI 5: come capo delegazione ha sicuramente dato tutto a quei ragazzi di Azzurra Fremebonda, ma non avrebbe mai dovuto dire che la sconfitta con la Spagna ha fatto piacere a chi ci  tifava contro. Chi? Ma poi non è questo il problema. Fate una cosa che ci faccia capire che il domani sarà diverso. Temiamo che non la farà nessuno, né la  Fip, né tantomeno, la Lega.

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