L’oratorio di Balotelli

19 Agosto 2019 di Indiscreto

La firma di Mario Balotelli per il Brescia ci riempie di gioia, senza se e senza ma. La squadra di Cellino diventa quindi una delle tre di serie A, insieme alla Fiorentina di Chiesa e (forzando un po’ il concetto) il Napoli di Insigne ad avere come leader tecnico un ragazzo cresciuto nei dintorni. La facile previsione è che nemmeno il Brescia farà di Balotelli un personaggio condiviso, anche se quasi nessuno tifa contro il Brescia.

Interessante la quota dei bookmaker sul record di gol in serie A (quindi 15, uno in più rispetto al Milan 2013-14): 2,20. Record più che possibile, considerando che tirerà i rigori: magari il VAR alle vongole ne concederà qualcuno anche ai giocatori di Corini. Anche se le partite a disposizione saranno al massimo 34, visto che le prime 4 Balotelli le perderà per una squalifica ereditata dall’ultima partita con il Marsiglia. Molto buona, 18,00, anche la quota di una sua espulsione durante la partita di esordio, che dovrebbe essere contro la Juventus.

Ma al di là dei numeri è sorprendente che nessuno con ambizioni superiori al Brescia abbia pensato a un giocatore di questo talento, svincolato, con un ingaggio inferiore ad alcune riserve di grandi club. La Juventus ha il problema di venderli, gli attaccanti, ed in ogni caso quello bianconero è sempre stato l’ambiente più ostile nei confronti di Balotelli. Ipotesi Balotelli-Juve davvero lisergica, possibile solo con Lapo Elkann presidente, che magari dopo la pubblicazione del prossimo bilancio diventerà meno fantacalcio.

Se l’Inter davvero tratta Alexis Sanchez (quindi uno dei due attaccanti di peso di cui si parla da due mesi è già diventato un nano?), non si capisce perché non potesse dare una chance ad un giocatore oltretutto ‘local’ in ottica di liste UEFA e che guadagna un quinto del cileno. In chiave nerazzurra pesa anche l’ostracismo della curva, più volte manifestato (anche contro Icardi, guarda caso). Quanto al Milan, il suo penoso mercato ibizenco-empolese avrebbe dovuto almeno far prendere in considerazione il ritorno del bad boy, non come quelli tutti casa e barbecue o che mangiano solo insalata. A Napoli, poi, Balotelli sarebbe andato di corsa per tanti motivi, anche personali, ma De Laurentiis sembra a volte il presidente di Rollerball: i personaggi troppo popolari gli stanno un po’ sul cazzo. E la Roma? Squadra che naviga a vista, presa per il collo da Dzeko al quale a 33 anni, 4 più di Balotelli, è stato dato un triennale da 14 milioni a stagione: come privarsi di un fuoriclasse da 9 gol a campionato?

Viva Balotelli, quindi, uno degli ultimi autentici prodotti del calcio da oratorio. Da oratorio sono però anche tanti dirigenti ed il fatto che a volte ci passino le notizie che gli interessa divulgare non li trasforma in fenomeni.


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