Assassini di conigli

12 Agosto 2019 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dal bosco degli alberi storti vicino a Tintagel, in Cornovaglia, dove sarebbe nato Re Artù. Voglia di fantasia, desiderio di scoprire cosa si può fare con le cose che nascono storte. Magari come il coraggioso La Torre con la nostra atletica costretta a litigare con i tuffatori per avere lo schermo RAI mentre si giocava il podio, perso per mezzo punto, in quella una volta chiamata Coppa Europa.

Ai poveri solo briciole. Meglio ancora seguendo Cassani e i suoi ciclisti nel fine settimana europeo dei Viviani, lui oro, lei, la Cecchini, argento. Di sicuro se chiedi a Dovizioso ti spiega come si può raddrizzare una traiettoria in moto.

Più difficile capire come farà Sacchetti a convincere Azzurra Fremebonda ad essere se stessa in un basket che la deve considerare povera a tutti gli effetti, anche se poi lo sciacallaggio finirà per dare tutte le colpe all’allenatore della Vanoli Cremona che non dovrebbe comunque rischiare la fine di Marco Crespi se dovesse andare male nei Mondiali cinesi.

Non ha una squadra forte e lo sanno tutti gli onesti. Magari è pure fortunato se intanto, troverà la Serbia senza Teodosic che zoppicava nella NBA e non sta meglio adesso nella sua culla europea, mentre a Bologna si domandano se la nuova fascite non costringerà Djordjevic ad inventarsi qualcosa, come dovrà fare con la nazionale serba che resta fortissima  anche se un po’ esagerata se Sasha può dire che i reduci nella nazionale USA di Popovich dovranno pregare se dovessero incrociare le sue aquile a due teste.

Ma torniamo dalla nostra Fremebonda che nelle partitelle contro quasi nessuno è riuscita a smascherarsi contro la Russia meno nobile degli ultimi dieci anni. Devono essere nei guai lassù a Mosca se continuano ad essere  considerati apolidi nell’atletica, nella speranza che non ci tocchi la stessa cosa dopo la nuova legge sullo sport, non per violazione al doping come i russi, ma alle leggi che vogliono lo sport libero dalle catene della politica (neanche Artù ce la farebbe  a spiegare certe cose nella sua tavola rotonda se gli capitassero come ospiti e i regnanti del mondo di oggi).

Una Russia che nel suo vagare fra steppe ci ha lasciato anche un titolo europeo nel basket femminile, quello dell’under 20, regno suo all’inizio, 2009, poi della Spagna e, adesso, dell’Italia del maestro Sandro Orlando dove la Reyer ha regalato la MVP del torneo, il pivot Sara Madera, e il glorioso Geas un trottolino dalla mano fatata come Costanza Verona. Femminile che già aveva vinto l’under 18, un mondo in evoluzione se dopo Crespi hanno deciso di affidarsi al 55enne francese Pierre Vincent che intanto, come Orlando a suo tempo, vince titoli con Schio e ha in mente  di chiedere a Masciadri di fare la Brunamonti della Nazionale.

Torniamo ad Azzurra, che vuole comportarsi da ricca e sa di essere povera. Megalomania dell’ambiente. Grande campionato, bercia il coro, e non sanno ancora chi andrà nella mischia. Grandi giocatori, ma soltanto in camera d’appello, sul campo tutto è diverso. Vedendoli strafare e straperdere 1-19 con i russi ci è venuto in mente un collega inglese che scriveva di calcio a Londra e per giornali italiani, Brian Glanville. Che quando voleva colpire un giocatore gli urlava “Assassino di conigli” dalla tribuna. Così fece davanti a noi con Paul Mariner, se la  memoria non tradisce.

Da noi molti dei bulletti in campo appaiono proprio così, come tanti loro padroni, agenti o presidenti: deboli con i forti, prepotenti con i deboli.  Meglio accorgersi subito e avere, magari, il coraggio di Blengini che con i suoi urlatori esagerati del volley ha trovato una strada giusta quando ha messo a sedere chi non lo convinceva con l’Australia, scoprendo il vero gruppo per andare a Tokyo 2020 dove intanto quei furboni organizzano gare di fondo nel nuoto  in acque sudice, bollenti. Il CIO fa bene a vigilare sulla libertà di culto dello sport, ma farebbe anche bene a chiedere garanzie a chi vince la lotteria dei Giochi.

Ai piccoli ras del cortile  sembrava stare sullo stomaco la grande attesa per un Belinelli davvero molto indietro. Figurarsi cosa succederà quando Petrucci, in ginocchio, convincerà Gallinari a non ascoltare i minacciosi medici della sua nuova greppia NBA: tanti dollari, non tituli. Forse l’unico equilibratore sarà Gigi Datome, capitan saggezza, uno che legge dentro e fuori da se stesso, ma pure per lui la degenza sembra lunga. Intanto è stato sfoltito il gruppo dai doppioni ridando a Milano due dei cinque azzurri. Non c’erano dubbi, ce ne saranno di più in Cina dovendo scegliere i 12 da mandare in campo. Gli assassini dei conigli hanno protezioni ovunque.

Oscar Veleni per il vostro ferragosto del mistero, aspettando che la pioggia non diventi grandine, che il sole non diventi padrone di una terra che non è piatta, ma fa schifo.

10 All’uomo di fabbrica La Torre che non può inventarsi un’atletica italiana migliore di questa, ma può far diventare atleti migliori quelli che parlano molto e si allenano poco, quelli che non osano mai perché amano il soffice e non il ruvido. Il quarto posto nell’ex coppa Europa Zauli è stato favorito da tante rinunce altrui, ma aiuta a credere che una nuova strada sia stata trovata.

9 A DOVIZIOSO per la sua magia in moto sulla pista austriaca. Basta che non ci siano in giro imitatori. Ci bastano i gracchianti della notte che si credono tutti Valentino.

8 A BLENGINI che porta il volley maschile alle Olimpiadi con un anno di anticipo, perché nel rischio, nei cambi, ha pensato alla squadra e non agli agenti di chi metteva  a sedere in panchina.

7 A VIVIANI e CECCHINI coppia meravigliosa del nostro ciclismo, oro lui, argento lei, per averci fatto scoprire che sotto il cielo d’Europa ci stiamo bene, come pensano quelli dell’atletica nel giorno del trionfo polacco.

6 Al BASKET che lavora, come dimostrano le medaglie delle giovanili femminili italiane, come testimoniano i tifosi tipo quelli di Treviso che non chiedono la luna e offrono a Vazzoler qualcosa che dia più soddisfazione di una sigaretta elettronica.

5 Alla grande NBA che mette ostacoli a tutti i suoi ricconi convocati nelle nazionali d’origine per il Mondiale di basket cinese, che non fa niente per aiutare Popovich che pure ci ha messo la faccia e sa che non tutto sarà semplice.

4 Al MERCATO sempre aperto del calcio che fa diventare ridicola ogni pagina regalata a queste chiassose comari della plusvalenza a scapito di sport che meriterebbero almeno i risultati completi. Dicono che i giornali sono in perdita e forse non è soltanto colpa delle edicole che chiudono.

3 Al GOVERNO frettoloso, peggio se sapevano già della crisi, che poteva rimandare l’approvazione della nuova legge su Sport e Salute. Le gatte ansiose fanno figli ciechi. Rifare tutte le divise, togliendo il tricolore, potrebbe costare tanto e poi non è detto che tutti accettino.

2 Ai TIFOSI di ogni sport che fanno processi se le società per cui fanno il tifo non si svenano cercando il salvatore, l’uomo o la donna delle illusioni. Se è vero amore come possono preferire la bancarotta alla bufala del mercato estivo?

1 Al CIO che dovrebbe controllare le città vincitrici delle lotterie olimpiche. A Tokyo hanno mandato in acque putride, bollenti, i fondisti del nuoto dove c’era anche Paltrinieri.  Preoccupatevi degli attori, non soltanto dei politici.

0 A Mike TYSON per aver ridicolizzato i feroci tutori dell’ordine nelle vicende di doping. Lui usava un pene finto e l’urina degli figli. Una storia lunga, vecchia, una grande farsa per uno sport soffocato dagli interessi, dalla cupidigia, dalla vanità, dove i truffatori sono stati sempre un passo avanti.

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