Viva il vitello, l’Europa che piace

23 Luglio 2019 di Stefano Olivari

Nelle scorse settimane c’è stata una campagna pubblicitaria per la promozione del consumo della carne di vitello, intitolata genialmente ‘Viva il vitello’ e finanziata anche dall’Unione Europea, che cerca così di buttare via soldi in maniera più stupida rispetto a quelli regalati ogni anno ad agricoltori disonesti, discografici hip hop, film senza spettatori, eccetera, fino al punto di non ritorno delle decine di milioni ogni anno date ai palestinesi.

I creativi della campagna, a questo link trovate i nomi dei colpevoli, hanno inventato lo slogan “L’Europa che piace – La carne di vitello: una buona idea per mille buone idee”. Davvero un bello slogan, scritto bene e in generale di grande impatto. Ma il bello è ovviamente l’obbiettivo: “Rafforzare la conoscenza e la consapevolezza della carne di vitello, in particolare presso le generazioni più giovani, e comunicarne i plus”. La consapevolezza della carne di vitello…

Stando ai dati CIWF in Italia, nascono circa 1.800.000 vitelli ogni anno. La maggior parte trascorre le prime 8 settimane di vita rinchiusa in un box singolo, in condizioni simili a quelle degli allevamenti lager recentemente scoperti in Polonia, sempre Unione Europea. Però ‘Viva il vitello’ (lo ammazziamo e lo sfottiamo anche, siamo davvero la specie preferita da Dio) ha fra i suoi scopi, c’è anche un sito, quello di dimostrare la preoccupazione degli allevatori europei per il benessere animale.

In pratica Budrieri con le sue tasse finanzia l’Unione Europea (l’Italia è fra i pochi stati che siano pagatori netti, cioè diano più di ciò che ricevano), che dà quei soldi ad un’associazione privata come Assocarni, che li dà a televisioni e giornali per sostenere il consumo della carne di vitello che Budrieri compra scontata del 50%, l’ultimo giorno utile e spesso anche oltre, al supermercato. Una catena lunghissima con una sola vittima, il vitello, fra l’altro l’unico fra tutti a non avere la sopraffazione come stile di vita.

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