James dopo Icardi

22 Luglio 2019 di Oscar Eleni

Oscar Eleni fra alghe rosse, puffi verdi, un bastone pesante da non mostrare al mondo: se zoppichi, sei solo, diventi preda. La Milano soffocante, che si divide anche sui morti, su gente che ha servito davvero questo Paese di troppi Pulcinella, si guarda intorno smarrita, mentre cercano di abbattere  San Siro, chiedendosi se i nuovi sceriffi dello sport professionistico in città non abbiano fatto un corso alla stessa università della ghigliottina per attaccanti.

Conte ha dichiarato che il bomber Icardi è fuori dal progetto. I tifosi dell’Armani non vorrebbero sentire la stessa cosa da Messina quando deve disegnare la nuova squadra. Intanto il tempo ha fatto cadere il sipario sugli emolumenti del Cobra. Nei tempi della finta rettitudine dicevano che guadagnasse poco più di un milione, adesso, invece, sembra che il suo contratto dica due milioni e quattro. Chi lo dice? Un prospetto Gazza degli orgasmi. Una mina nascosta perché fa sapere che Rodriguez, il nuovo acquisto, prenderà 500 mila euro in più. Icardi e il suo macchinone veloce, James e i suoi messaggini con il sorriso del gatto che misura le gambette dei topi.

Volevamo tenerlo per ultimo il basket, stregati dalla corsa sugli specchi degli schermidori italiani usciti senza oro individuale dai loro mondiali. Cercano scuse. Dovrebbero essere felici. Ora la gente sa che non sono più soli su quelle pedane e che vincere  costa molta fatica in più.

Perché occuparsi del basket e delle sue beghine di lega dove il presidente si è preso una querela dal Minucci radiato? Perché chi lo difende e dice di armarlo aggiunge anche: dove c’è fumo… Facendo capire che la querela ha un senso, così come le manovre per cambiare il numero uno. Vedremo se l’ex plenipotenziario con portafoglio gonfio di Armani sarà il prescelto. Guerra per bande, mentre il popolo Olimpia, commosso, ringrazia il “mecenate” Gallinari che inaugurando campetti per giovani, controllando lo stato di cottura della pasta, la stessa di Federer, fa sapere che gli piacerebbe  tornare a Milano. A 35 anni!

La gente non capisce, non vuol capire e allora perché spiegare che l’incanto delle manifestazioni giovanili svanisce quando i  ragazzi crescono? Fa bene l’atletica di Giomi a danzare sotto le nuvole svedesi, bella prova di squadra, ma noi siamo cinici: la under 18 del basket femminile ha vinto l’Europeo qualche giorno dopo aver visto la prima squadra uscire dalle 8 del Vecchio Continente, con l’allenatore sulla porta d’uscita, se a Roma dicono che ci stanno pensando a sostituire l’ultima guida sfortunata e inascoltata.

Felici di essere rappresentati nel mondo dello sport da uno vero come Detti, grintoso anche con una spalla ballerina. Lui sul podio dei 400 stile che farà storia soltanto un po’ meno di quello dei 200 a Città del Messico, con Tommie Smith e Carlos che avevano al fianco, come complice un australiano, Norman, bravo come Horton che non ha voluto stringere la mano del cinese campione, perché lo considera un baro.

Vieni in  Italia, caro Horton, e ti troverai circondato da un piccolo esercito di bari che fingono di andare al lavoro, mandano il figlio piccolo e strisciare la tessera conta ore, da gente che si fa prendere in giro quando scopre dall’editore di Topolino che leggere quel fumetto potrebbe davvero educarlo. Qui si urla un tanto al chilo mentre fuggono dai domiciliari criminali su sedia a rotelle, ma i porti, sia chiaro, restano chiusi. Ce ne sono qui tribune da dove stare alla larga e ancora ridiamo pensando al film Bentornato Presidente dove ci sono foto segnaletiche su questo paese che meritano più dell’Oscar e quando nella sede del partito di opposizione si scoprono 54 correnti la risposta unanime è una sola: fondiamo 54 partiti.

Bella Svezia per i nostri under 20 e Larissa Iapichino sembra davvero la stella in una lago dei cigni dove in troppi si confondono. È saggia. Ha genitori che sono stati bravi nello sport, la madre campionessa assoluta, il padre eccellente astista, ma fortunatamente si tengono alla larga. Baci e abbracci, poi via, goditi la festa a patto che il tuo amorino, pure lui bravo in atletica, ti porti a casa prima che sorga il sole, anche se in Svezia la cosa dura parecchio. Bello vederli cantare e fare festa e quando Carolina Visca è salita sul podio più alto, dopo aver vinto nel lancio del giavellotto, anche il nostro bastone sembrava più leggero: eravamo tornati al 1970, europei juniores di Colombes. Mennea, Simeoni, Tomasini, Fava, tanti campioncini che poi sono diventati davvero qualcuno e fra loro c’era una giavellottista che, pur diversa nella struttura, ci ha ricordato  questa lanciatrice romana: parliamo di Giuliana Amici, poi azzurra, poi allenatrice. Tanto per capire. Quella Gazzetta di Zanetti mandava inviati dietro alle giovanili.

C’è un mondo intorno a noi che resta ancora sbalordito se un  manager come Raiola porta a casa 10 milioni con l’ultimo  giocatore portato alla Juventus. C’è vita anche in mezzo allo sfascio e speriamo che la nazionale di basket, radunata in serata a Milano, prima della passerella nel bosco di Sky a Rogoredo, tragga ispirazione dalle under in giro per il mondo, basket, atletica, pallavolo, no il calcio va spesso a sbattere, dai nuotatori, dai veterani che si preparano al loro mondiale con molta fiducia nei medici al seguito.

Hanno un vantaggio rispetto ad altre squadre nazionali di basket bruciate dal troppo ottimismo: quasi nessuno crede che faranno il miracolo, non diciamo della medaglia, ma della conquista di un posto per il preolimpico. Porta fortuna. Chiedere nel basket a Gamba, per Mosca e Nantes, poi nel calcio a Bearzot, mondiale spagnolo, Lippi, oro a Berlino, tornando al basket Recalcati bronzo europeo e argento olimpico, Velasco in Svezia e poi al mondiale di Rio col volley, Tanjevic, ancora palla al cesto, oro a Parigi,  prova vivente che gli italiani favoriti diventano come l’Adamello, perdono purezza come accadde a Sydney in una Olimpiade dove la medaglia era così vicina, la stessa casa accaduta ai pallavolisti.

Squadra senza lunghi di qualità. Tanti bei tiratori, dai bei tomi del faccio tutto io, tante speranze anche dopo aver dovuto rinunciare a Melli. Farne una squadra vera sarà la cosa più importante e poi, in Cina, magari, il pallone  peserà meno, se ben imitato, nella notte vi vedranno soltanto i credenti e tutti gli altri, di giorno, soltanto se sarete stati davvero bravi. Questo un vantaggio e il fuso orario impedirà invasioni di campo da parte degli esterni con il nuovo contratto da firmare.    

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