Il tristissimo ritorno di Buffon

4 Luglio 2019 di Indiscreto

Gigi Buffon è tornato alla Juventus, con una delle operazioni più strampalate della storia bianconera, dopo un anno mediocre al Paris Saint-Germain e con in testa almeno due obbiettivi: le 8 presenze in serie A per battere il record di Paolo Maldini (647) e la preparazione di un vago futuro da dirigente. Di certo un ritorno che mette tristezza.

Tristezza in proporzione a ciò che Buffon è stato, ovviamente. Perché se proponessero a noi di fare il secondo portiere della Juventus a 5 milioni l’anno diventeremmo ultras dello stile Agnelli (e quindi forse potremmo davvero definirci giornalisti italiani), anche se ci dicono che l’operazione non sia stata osteggiata da Paratici: i migliori possono sbagliare, quindi.

Un ritorno che mette pressione a Szczesny, portiere già di suo poco più che normale, e che impone la partenza di Perin: in un anno da rivale di Donnarumma per la Nazionale a problema da gestire, anche se molte caselle importanti possono liberarsi. Lo stesso Milan, ma anche la Roma. Quanto al futuro da dirigente, siamo seri: chi mai farebbe gestire un’azienda a Buffon? Ricordando però che con Zucchi e Carrarese, solo per citare gli episodi più famosi, mancò la fortuna ma non il valore (né l’onore). Sorvoliamo poi sulla gioia di Sarri nel trovarsi un personaggio così ingombrante nello spogliatoio.

Il peggio non saranno però le 8 presenze, minimo, contro Lecce e Sassuolo, ma il diluvio di articoli e servizi sull’eterna giovinezza di SuperGigi, con i vari countdown di Sky. Almeno Valentino Rossi, anche lui da anni purissimo prodotto mediatico per italioti, rischia la vita. Buffon che gli mettano 6,5 invece di 7.

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