Commisso e il re nudo

24 Luglio 2019 di Stefano Olivari

Quella di Rocco Commisso in merito al futuro di Chiesa è la posizione di un uomo che non ritiene giusto essere un suddito, oltretutto perdendoci dei soldi. Non ci ricordiamo un presidente di club italiano, dall’Inter all’Ascoli, che abbia mai detto una frase come “Per il calcio italiano non è un bene che vinca sempre la Juventus. Sono disgustato, anche perché poi ogni anno vanno in Champions League e non la vincono”.

Ed in effetti in una logica americana, o semplicemente di buon senso, soltanto alcuni cretini possono pensare che per la Serie A nel suo complesso sia un bene avere sempre lo stesso vincitore. Il cui primo interesse sembra poi essere quello di indebolire la concorrenza quando si avvicina troppo, come fu nell’estate di Higuain e Pjanic. Mentre il secondo è quello di mettere con le spalle al muro le squadre più piccole, con vari metodi, per giocatori come Chiesa che nemmeno le servono. Solo bulimia, pagata a caro prezzo e con Elkann che presto chiederà il conto.

Per dire che il re è nudo a volte il bambino è poco, ci vuole almeno un signore di di 70 anni, miliardario e con qualche esperienza nel mondo. Oltre che con qualche rivincita da prendersi. Poi è chiaro che Chiesa lascerà la Fiorentina, magari già quest’anno, perché un giocatore scontento alla lunga si deprezza, ma lo farà a condizioni intermedie fra domanda e offerta. A proposito, ma se la Juventus non ha chiesto il permesso alla Fiorentina per parlare con il giocatore, come fa Chiesa ad essersi accordato per 10 milioni lordi a stagione fino al 2024? Ha trovato l’offerta nel bagno di un autogrill?

2. Per quanto tempo il Bologna rimarrà senza allenatore, in attesa della guarigione di Sinisa Mihajlovic? La retorica sulla vita che va avanti è spesso peggiore di quella sulla malattia, in questi giorni se ne è ascoltata un bel po’, ma certo è che il primo ciclo di chemioterapia è soltanto una fase del percorso e che in quelle successive, senza scendere nei dettagli, le condizioni anche di un uomo fortissimo, in tutti i sensi, come Mihajlovic, saranno ben lontane da quelle per allenare. Né via web, alla Klinsmann, né tantomeno sul campo. In senso strettamente calcistico, è difficile che il Bologna possa andare avanti a lungo sotto la guida di De Leo, quindi l’assenza di un sostituto vero più che a una veloce guarigione di Mihajlovic fa purtroppo pensare al suo contrario. Comunque pur non essendo religiosi crediamo nei miracoli.

3. Tutte le squadre sono in divenire, quasi nessuna sarà giudicabile prima dell’inizio della Serie A. Certo è che al momento Boban e Maldini si stanno facendo ridere dietro da mezza Europa. Se la grande strategia loro e di Massara è quella di diventare un satellite di Jorge Mendes allora il dirigente calcistico può farlo chiunque. A loro merito però quello di avere ingaggiato un allenatore e non una figurina.

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