Un biscotto per Di Biagio

25 Giugno 2019 di Stefano Olivari

Di Biagio ha lasciato l’Italia Under 21 dopo l’indecente biscotto tra Francia e Romania che ha escluso gli azzurri dalle semifinali dell’Europeo. Due certezze: la FIGC lo avrebbe comunque esonerato per (ri)mettere al suo posto il manciniano Evani o lanciare Nicolato in ottica buona stampa, anche con le semifinali lui si sarebbe dimesso.

L’Under 21 appena eliminata era senza dubbio la più forte degli ultimi 15 anni, piena com’era di giocatori già pronti per la Nazionale maggiore e con una notevole esperienza nel calcio vero. Ha giocato benino, anche se i paragoni con l’Under di Vicini del ciclo ’84-’86, nemmeno lei vincente ma finalista sì, già due settimane fa sembravano strampalati.

Grande reazione con la Spagna, discreta e sfortunata partita con la Polonia, vittoria in scioltezza con il Belgio anche se con un inizio mediocre. Certo non un brutto Europeo, ma ci sono allenatori che i giornalisti non ritengono da progetto e Di Biagio è fra questi: quindi nel suo caso aver giocato benino non è un’attenuante come sarebbe stato per un Sarri o un De Zerbi qualunque, con gli storyteller già bagnati a prescindere. Giochisti con gli amici e resultadisti con i nemici, per venire ai soliti discorsi. Noi personalmente non siamo affatto fan di Di Biagio, sotto nessun profilo (anche se è stato la stella delle discussioni su Indiscreto di quasi vent’anni fa), ma certe cose vanno notate.

2. Chiusa un po’ così l’era Di Biagio, rimangono gli pseudocasi di Kean e Zaniolo, esclusi dalla partita con il Belgio (Zaniolo in ogni caso squalificato) per essersi presentati tardi alla riunione tattica. Va detto che su nessuno dei due ci sono referenze umane negative oltre le normali ragazzate, parlando di Juventus e Roma, quindi sorprende la loro presunta trasformazione in azzurro e la presunta (forse più dei suoi interpreti che sua) severità futura di Mancini. Venendo per pochi secondi alle noiose partite, le differenze sono evidenti: Kean ha caratteristiche molto precise e quasi mai sbaglia un colpo, Zaniolo si è moltissimo ridimensionato e dopo l’esonero di Di Francesco è tornato ad essere un promettente ragazzo dal fisico clamoroso ma ancora alla ricerca di un ruolo e senza poi tutti questi colpi. Alla Roma converrebbe venderlo adesso, finché è in tempo, se davvero qualcuno si presenterà con 40 milioni veri. Tanto c’è il progetto Fonseca.

3. I Giochi Olimpici Invernali 2026 assegnati a Milano-Cortina significano un Malagò meno caldo, ma non assente, sul fronte che potremmo definire ‘Roma ai romani’ (pare in partenza anche Florenzi, tanto per gradire). Ma la parte calcistica di quanto avvenuto ieri a Losanna è stata (de)merito di Inter e Milan, che per bocca di Antonello e Scaroni hanno parlato della demolizione di San Siro nel giorno più sbagliato della storia dell’universo per farlo. Per fortuna votavano anche Guatemala e Barbados: paesi dove lo skeleton e il biathlon sono una religione, paesi che hanno saputo ben valutare il progetto italiano.

4. Qual è il vero Cancelo? Solo nell’ultimo anno è passato da giocatore mediaticamente normale (Inter) a nemmeno convocato dal Portogallo al Mondiale (dove titolare era Cedric e rincalzo Ricardo Pereira), per poi proseguire con miglior laterale destro della storia (mezzo secondo dopo la firma con la Juventus) all’incredibile ballottaggio con De Sciglio (Allegri in uno dei suoi rari momenti di confusione), per finire con una possibile cessione al Manchester City senza che ci sia già un sostituto all’altezza. Come al solito c’è qualcosa che non sappiamo, perché cedere Cancelo per 5 milioni in più rispetto a quanto lo si è pagato è a prima vista una stupidaggine. La migliore Juventus 2018-19 è stata anche quella con il miglior Cancelo, e viceversa. Non si può dire che gli manchi un buon procuratore, eppure nessuno si ammazza per lui. Tutto questo per dire che con Sarri potrebbe fare cose eccezionali.

(ore 14.30, la rubrica calcistica di Indiscreto dà appuntamento a domani pomeriggio)

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