Qatar 2022 nonostante tutto
19 Giugno 2019
di Stefano Olivari
Esiste una reale possibilità che il Mondiale 2022 venga tolto al Qatar, se la testimonianza di Platini prenderà una certa piega? La risposta è al 99% no, se Gianni Infantino ha dormito dopo la certificazione della corruzione di 16 membri dell’Esecutivo FIFA su 24, fra quelli che nel 2010 votarono questo orrore.
Non si è arrivati a tanto nemmeno con l’Argentina della giunta militare. Il caso della Colombia 1986 (Mondiale assegnato nel 1974 e riassegnato, al Messico, nel 1983) non c’entra, perché lì c’era un paese al collasso che aveva rinunciato di sua volontà. Insomma, speriamo di ripartire puliti con il Nord America 2026 e magari con un bell’Argentina-Uruguay 2030.
Sarebbe però semplicistico ridurre alla sola corruzione il discorso Qatar. Che ha un progetto ad amplissimo raggio, partito quasi vent’anni fa, per staccare l’immagine del paese da quella che nel resto del mondo si ha dei paesi arabi, cioè di un Medio Evo con più soldi. Fra il progetto Aspire e le tante nazionali dai passaporti taroccati è chiaro che nulla come il calcio e i media (Bein Sports, collegabile al discorso Platini-Sarkozy e fondata da Al Khelaifi, il presidente del PSG) può mettere un paese sulla mappa della civiltà. In altre parole, non molleranno l’osso tanto facilmente nemmeno se Infantino dovesse stupirci con un atto di coraggio.
2. A proposito di Mondiale, l’Italia femminile sta ottenendo risultati di pubblico pazzeschi. Bisogna ammetterlo, anche se abbiamo retto soltanto pochi minuti di Italia-Brasile. I gusti personali non ci devono però far dimenticare la realtà: 32,8% di share su Rai 1 e e 3,6 su Sky Sport, per più di 8 milioni di telespettatori medi complessivi. Cose quasi da Italia ai Mondiali maschili. E l’ottavo di finale con Cina o Nigeria potrebbe fare ancora meglio… Potenza del nome Italia, che spesso sottovalutiamo perché non ha veri tifosi ma soltanto turisti del tifo. Ha però una quasi unanimità di spinta mediatica e popolare, anche se per le donne è onestamente più facile perché il marchio Italia prevale su quello personale e di club. Non puoi tifare contro chi non conosci.
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