Nessun Tiki Taka per gli Icardi

24 Giugno 2019 di Indiscreto

Wanda e Mauro Icardi sono in vacanza in Polinesia, per quanto riguarda la nota vicenda non ci sono stati vertici sugli atolli ma una significativa novità sì. Cioè quello che da parte loro, almeno nella loro visione del mondo, sarebbe un atto di buona volontà nei confronti dell’Inter: la disponibilità di Wanda a non partecipare più a Tiki Taka.

Trasmissione che le ha portato popolarità extracalcio, soldi (meno di quelli che prenderebbe dicendo sì alla seconda edizione), ma anche tantissime grane, per non parlare di quelle causate al marito con i vari Perisic, Brozovic, in un secondo tempo anche con Handanovic, oltre che ovviamente con la società.

Il 7 luglio si avvicina e nessuno sano di mente può pensare che Icardi non sarà convocato per il ritiro di Lugano, mettendogli così in mano un’arma letale per fare causa e svincolarsi. Più probabile un allenamento a parte, ma con tutti gli onori (ricordando il caso Pandev) e sicura una guerra di posizione dall’esito imprevedibile, con buona pace degli economisti che ipotizzano scelte razionali degli attori: qui tutti stanno andando contro i propri interessi, uno si sta giocando gli anni migliori della carriera, gli altri puntano a svendere quello che fino a pochi mesi fa era il loro bene più prezioso, rinforzando una concorrente visto che gli Icardi non usciranno dall’Italia

2. Il Milan non è più quello di una volta, senza andare alla preistoria basta il 2012. I media però hanno le convenienze di una volta, attaccandosi ai pochi volti noti. E pazienza se l’ennesima vacanza a Ibiza di ‘Burnout’ Maldini viene spacciata per una missione di mercato: ma forse il tifoso medio ha davvero il cervello di un dodicenne, come dice Berlusconi. Al di là dei nomi, perché qualche avanzo di grossi club sicuramente arriverà, cosa sta succedendo al Milan? Ne stiamo parlando poco, perché la doppia o unificata ‘Decision’ TAS-UEFA sarà importante non tanto per la partecipazione ad una lurida Europa League quanto per capire in quale anno si potrà tirare una riga e ripartire. Dal 2021? Sarà quella la data da cui il Milan diventerà davvero interessante per un compratore vero e definitivo, uno che lo riporti ai fasti del miglior Berlusconi, con cinque Coppe dei Campioni-Champions che vanno sempre ricordate anche quando si analizza ciò che è successo da sette anni a questa parte, pensando il peggio. Per il momento le bandiere del passato, a noi cinquantenni tanto care, rischiano di mettere la faccia sulla cessione di quelle del futuro. Da Dommarumma a Romagnoli, da Suso a Cutrone, nessuno è sicuro. E dispiace particolarmente per Cutrone, attaccante dai limiti tecnici evidenti ma con il fuoco dentro, che piace ai tifosi e che gioca nel Milan da quando aveva 9 anni, cioè dai Pulcini. Scusate se diciamo sempre le stesse cose (si possono sempre leggere altri, se non piacciono), ma dopo tonnellate di articoli sul modello Ajax, sull’identità e sui giovani italiani, non si può cedere un ragazzo ancora in evoluzione, che potrebbe in teoria diventare forte (anche se il ‘Nemmeno Inzaghi alla sua età sapeva stoppare il pallone’ potrebbe essere applicato a chiunque) ed è nel Milan da sempre. Il fatto stesso che venga trattato con Cairo dovrebbe infastidire. Anche perché il Torino, dagli agiografi dell’editore definito nelle ultime settimane ‘Il Torino dei record’ (Ma quali? Quelli delle espulsioni dell’allenatore? Valentino, perdonali), potrebbe trarre un beneficio diretto dalle strategie adottate dal Milan in sede UEFA….

3. Va be’, torneremo sul Milan nel dopo agreement. Per il momento tutto è credibile, anche De Rossi al quale però converrebbe di più la Fiorentina. In questi giorni di vacanza e di riflessione sul futuro della rubrica (in linea di massima nessuno, pubblicitariamente vale un ventesimo di qualsiasi post su auto o economia) ci siamo appassionati alla metamorfosi di Sarri, da integralista (in senso etico, non tattico perché da Empoli a oggi ha cambiato spesso idee) a funzionario della Juventus che avrebbe raggiunto Cristiano Ronaldo in vacanza in Grecia per baciare la metaforica ciabatta e ricevere la sua benedizione. Una scena penosa solo a immaginarla, non da Sarri ma soprattutto non da Juventus. Come se ci fosse bisogno di chiarimenti tattici con un fuoriclasse che gioca in un certo modo fin dall’inizio della sua vita al Real Madrid. Quando, a dirla tutta, si intendeva perfettamente con Higuain. Cioè il pensiero stupendo che all’interno della Juventus (più Paratici di altri) starebbe giustamente prendendo corpo nella logica dell’ora o mai più. Anche se i chili e l’atteggiamento (non di CR7) sono diversi.

(16.08 di lunedì 24 giugno 2019, la rubrica dà appuntamento a domani pomeriggio)


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