I voti di Platini e Malagò

18 Giugno 2019 di Stefano Olivari

Michel Platini è stato arrestato? Pare di no, mentre scriviamo queste righe. Di sicuro è stato interrogato dalla polizia francese, che sta indagando sulla corruzione dell’esecutivo FIFA che nel 2010 decise la doppia assegnazione del Mondiale a Russia 2018 e Qatar 2022. L’inizio della fine dell’era Blatter, che fra l’altro era contrario all’idea Qatar.

Chissà cosa l’ex presidente della UEFA, di recente tornato a parlare in chiave anti-Infantino, ha raccontato a Nanterre di quella riunione con Sarkozy, all’epoca presidente francese, e l’emiro del Qatar Tamim Ben Hamad al-Thani, della famiglia che di lì a poco avrebbe rilevato il Paris Saint-Germain, pochi giorni prima del voto del 3 dicembre 2010.

Sintetizzando le varie inchieste giornalistiche e giudiziarie, è stato certificato che 16 dei 24 membri di quell’Esecutivo siano stati corrotti, a partire dal mitologico Jack Warner. In altre parole, il Mondiale 2018 sarebbe stato da togliere alla Russia e quello 2022 non dovrebbe essere disputato in Qatar, nonostante Infantino finga che il problema non esista. Come giudichereste una legge votata per due terzi da corrotti certificati? Le qualificazioni mondiali non sono nemmeno iniziate, ci sarebbe tutto il tempo per dimostrare che la nuova FIFA non ha ereditato la corruzione di quella vecchia.

Anche se il discorso è sempre il solito: al di là della qualità delle persone, il punto di partenza della corruzione è che il voto di Montserrat e Anguilla vale come quello di Italia e Germania. Si può addirittura dire che la corruzione sia un di più, per gente particolarmente avida, quando la FIFA può distribuire legalmente contributi per qualsiasi cosa a federazioni che senza questi contributi avrebbero il budget di un nostro club di Eccellenza. Urge una riforma tipo rugby, dando pesi diversi alle varie federazioni, ma come potrebbero questi scrocconi riformare sé stessi?

2. Totti come Nerone, non resistiamo alla battuta che hanno fatto un po’ tutti. Ma la Roma dopo di lui sta bruciando davvero ed è fin troppo facile fare due più due: Totti che parla al CONI con Malagò come spin doctor, Totti che rientrerà alla Roma come uomo forte di una cordata romana e romanista capeggiata proprio dal presidente (a quel punto speriamo ex) del CONI. Scenario verosimile perché di romani(sti) con soldi veri o in grado di muovere soldi veri ce ne sono. Nei corridoi CONI si dice che l’assegnazione a Stoccolma delle Olimpiadi del 2026 (si decide lunedì prossimo a Losanna) porterebbe alle dimissioni di un Malagò ormai di fatto a capo di quasi niente, dopo la cura Giorgetti. In caso di assegnazione a Milano invece la presidenza di Malagò potrebbe prolungarsi fino al 2025 (il limite è di tre mandati), magari con salto a capo del comitato organizzatore e quindi il faccione in mondovisione nel 2026. In altre parole, il Malagò capo della riscossa romanista è il piano B per il futuro dell’ispiratore dell’indimenticabile Luca Covelli. A proposito di Losanna, fissiamo subito le regole di ingaggio: se vince Stoccolma è corruzione (qualcosa in tal senso si è già letto) e se vince Milano ha vinto il progetto?

3. Per la serie ‘Vite parallele’, parliamo anche di Alessandro Nesta che ha firmato un biennale con il Frosinone appena retrocesso. Per il nome e il palmares Nesta ha tranquillamente da giocarsi un futuro alla Lazio, se Simone Inzaghi l’anno gli anni prossimi troverà un club all’altezza delle sue ambizioni (era comunque la terza scelta della Juve). Di certo finora Nesta non è sembrato il nuovo Guardiola, né uno dei tanti quarantenni in cerca d’autore definiti chissà perché ‘predestinati’. Dopo avere iniziato nel Miami FC di Riccardo Silva e Paolo Maldini, nella NASL che ancora una volta (pur non c’entrano con quella del passato, di Pelé e Chinaglia) sembra scomparsa, un anno mediocre al Perugia. Come al solito la differenza non è sapere di calcio, materia che Nesta conosce non meno di Guardiola e Klopp, ma saper trasmettere la propria conoscenza. Apprezzabile però che non abbia preteso di partire dall’alto, alla Totti. Perché il passato di Nesta è superiore a quello di Totti, fra l’altro.

(Ore 18.00 di martedì 18 giugno 2019. La rubrica calcistica di Indiscreto dà appuntamento a domani pomeriggio).

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