Haval, abbattuta la grande muraglia

6 Giugno 2019 di Indiscreto

Haval e Great Wall, due nomi che nei prossimi anni gli appassionati di auto italiani, ma anche i semplici acquirenti, impareranno a conoscere. Per la verità la casa madre Great Wall da noi c’è già da qualche anno ed ha un parco circolante di circa 9.000 vetture, mentre Haval, uno dei suoi marchi di punta, sta per entrare in Italia proprio adesso.

Proprio l’altro giorno siamo infatti stati alla presentazione del SUV H2 della Haval, SUV di segmento C che come gli altri modelli Great Wall è importato e distribuito da Eurasia Motor Company, azienda di Palazzolo sull’Oglio (Brescia). Al di là di caratteristiche tecniche e delle foto, che sul web si possono trovare dappertutto, noi siamo interessati soprattutto al mercato.

Chi produce, chi vende, chi compra: le uniche cose che contano, al di là degli slogan pubblicitari. Haval è il leader delle vendite di SUV in Cina, cioè nel principale mercato automobilistico mondiale, e nel 2018 ha superato il tetto, anche psicologico, del milione di auto prodotte l’anno. Uscendo dai confini l’obbiettivo a livello globale è quello almeno di raddoppiare come vendite e diventare il primo brand mondiale a livello di SUV, definizione che oggi vuole dire tutto e niente per motivi più volte spiegati da Furio Fedele nella nostra rubrica motori.

Volendo però rimanere nel recinto delle definizioni, si può dire che in Italia ormai il 30% del mercato sia quello dei crossover o SUV compatti. Interessante è la questione politica, proprio in questi giorni in cui si discute di Fca e Renault (mentre scriviamo queste righe pare che l’accordo sia saltato), con interventi ad ogni livello. La Cina è un paese importatore di automobili, visto il numero dei suoi abitanti, ma ha compreso l’importanza di diventare esportatore (Great Wall esporta un terzo di quanto produce) e di aprirsi, almeno in questo campo, al resto del mondo. Infatti i centri di ricerca e sviluppo di Haval sono sparsi un po’ in tutto il mondo, anche nella Silicon Valley, cosa inimmaginabile per altri tipi di prodotti.

Haval è molto avanti su guida autonoma e energie alternative, ed in concreto il primo obbiettivo tecnologico è quello di produrre i SUV ad idrogeno più diffusi del mondo. Il primo SUV ad idrogeno sarà presentato ai Giochi Olimpici del 2022, proprio a Pechino. E siccome l’idea di Haval è quella che oltre il 60% dei suoi prodotti sia in futuro alimentata a idrogeno, è evidente l’impatto geopolitico di tale scelta. Certo è che Haval è una cinese abbastanza sui generis, per capirlo basta leggere l’elenco dei fornitori: Bosch, Continental, Valeo, TRW, Getrag, Borg Warner, Hella, Autoliv, Delphi, Honeywell, Sachs e Infinity by Harman.

L’amministratore delegato di Eurasia Motor Company, Federico Daffi, pensa che all’inizio vendere in Italia dai 500 ai 1000 Haval H2 all’anno sia un traguardo realistico in un segmento di mercato che in Italia vede in testa il Dacia Duster, il segmento in cui fra le opzioni ci sono anche Renegade e 500X. Proposto in due versioni, l’Haval costa chiavi in mano 17.900 euro (Easy) oppure 19.900 (Premium). Confrontando la caratteristiche con la concorrenza, prezzi molto più che competitivi.

Durante la presentazione Daffi ha anticipato che nei prossimi anni sbarcheranno in Italia altri marchi famosissimi in Cina, da Wey (Suv di alta gamma, dal 2021) a Ora (veicoli elettrici, dal 2020). Però noi non siamo tecnici e rimaniamo colpiti soprattutto dall’accordo fra Great Wall e BMW, con la regia dei governi cinesi e tedesco, per lo sviluppo di motori elettrici in Cina. Non pretendiamo che si inserisca Di Maio, ma di sicuro l’auto anche riveduta e corretta rimane un prodotto fondamentale per la ricchezza e l’identità di una nazione. Poi ci sono persone contente che l’operaio disoccupato vada in bicicletta a consegnare le pizze o si faccia consigliare dal navigator, ma noi siamo fieri di non far parte di queste persone. Nell’auto c’è tanto lavoro, ingegno, competenza, cultura, visione del futuro. Ma soprattutto il suo successo non può essere imposto, in un mercato difficilissimo: Haval H2 scende quindi nella fossa dei leoni, ma con buonissime armi per sopravvivere.

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