Boban e Icardi, luci non più a San Siro

14 Giugno 2019 di Stefano Olivari

Il ritorno di Zvonimir Boban vale per il Milan più di tante notizie di calciomercato. Perché per diventare Chief Football Officer del Milan, qualsiasi cosa voglia dire (di base che è sopra Maldini), Boban ha lasciato un super-posto alla FIFA dove fare i fenomeni era relativamente facile, paragonati ai predecessori e peraltro usando le stesse logiche.

Boban al Milan significa, come minimo, che è stato messo a parte delle reali strategie di Elliott. Che non sono tirare a campare inseguendo i tanti Krunic, ma impostare una società che sia vendibile in tempi brevi ai pochi Usmanov disposti a pagare certe cifre sulle potenzialità. Insomma, Boban per il presente e anche per il futuro.

Una buona notizia per i tifosi del Milan? Restringendo il discorso a Boban sì, perché non è uno stupido, è uno che ha studiato e non si può dire la stessa cosa per le tante ‘bandiere’ in cerca di un ruolo nel calcio di oggi. Mentre per quanto riguarda l’operazione in generale… Va be’, lasciamo perdere. Sapete che non consigliamo mai a nessuno di esultare per l’arrivo di un padrone straniero, uno al quale non frega niente di te (non di te come persona, quello non importava nemmeno a Berlusconi, ma della squadra sì), che ti vede nella migliore delle ipotesi come un affare. Se la pensate diversamente, ci sono i commercialisti-CEPU che vi spiegano le potenzialità del merchandising asiatico e dello stadio di proprietà. Poi i risultati arriveranno: in fondo se Gattuso è arrivato a un punto dalla Champions vuole dire che Giampaolo può arrivarci in carrozza.

A proposito di stadio di proprietà, il sindaco Sala oggi in occasione dell’inaugurazione del nuovo Palalido (noi che siamo fenomeni ci siamo entrati due giorni fa: bellissimo, un delitto che non ci sia pallacanestro di A2 anche se qualcosa sta maturando), dopo soltanto 9 anni di lavori, ha ribadito la sua freddezza nei confronti del nuovo stadio di Inter e Milan, che sia o meno in condivisione. E ha giustamente sfottuto i due club, che avevano promesso una proposta entro fine aprile, dicendo che se la aspetta almeno prima delle vacanze. Tutti in fase di riflessione, con certi media che hanno smesso di denunciare coraggiosamente le vibrazioni di San Siro: si vede che Vasco Rossi ha eseguito solo Albachiara ma nella versione Curreri.

Avremmo tante novità sulla questione Icardi, ma le centelliniamo perché i pochi euro di pubblicità di Indiscreto non valgono la fatica di post troppo lunghi e/o rischiosi. L’ultima di queste novità è un cauto sondaggio di Tronchetti Provera, tuttora coinvolto nell’Inter tramite la Pirelli (anch’essa a controllo cinese, pur mantenendo Tronchetti una quota di minoranza intorno al 10% tramite la Camfin) con Zhang figlio (il padre non parla inglese, come del resto nemmeno Marotta), con lo scopo di ricordare che ci sono vari modi di guadagnare con Icardi senza darlo alla Juventus. A dirla tutta, Tronchetti (per non dire Moratti) non ritiene Icardi inferiore né a Dzeko né a Lukaku, né tantomeno a Lautaro Martinez. Però Marotta da quando è arrivato all’Inter e da prima della vicenda della fascia ha in testa che per voltare pagina debba partire Icardi. Non facciamo previsioni, se fossimo così bravi preferiremmo scommettere che scrivere.
 
La nostra settimana calcistica si conclude qui, almeno su Indiscreto, proprio mentre l’amico e maestro Budrieri sta seguendo Giamaica-Italia del Mondiale femminile. Non che gli interessi, ma come tutti deve fare finta: non vuole essere accusato di sessismo, tema che nella trumpiana periferia ovest milanese è molto sentito. Poi qualcosa deve pur fare per arrivare alla finale Primavera fra Inter e Atalanta, che gli spacciatori maghrebini del Champions Pub seguiranno tifando Atalanta con la maglia juventina di Icardi, perché loro il merchandising ce l’hanno dentro. 
 
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