Tassa patrimoniale in Italia, in arrivo a casa nostra

13 Maggio 2019 di Indiscreto

Il 2019 sarà l’anno della tassa patrimoniale in Italia? Se lo chiedono in tanti, ma la risposta è già arrivata da tempo sia per la ricchezza immobiliare (IMU, TASI, TARI) sia per quella mobiliare (imposte di bollo). La patrimoniale in Italia già esiste, anche se è ovvio che si sta parlando per il futuro di una patrimoniale shock, come non l’abbiamo mai vista.

Una patrimoniale che produca nell’immediato, o quasi, una cifra che riporti il rapporto fra debito pubblico e PIL vicino al 100%, invece dell’attuale 133%, evitando di toccare le mangiatoie di Stato, i postifici pubblici, la finanza locale, l’evasione e soprattutto l’elusione fiscale, le piccole opere che producono più consenso di quelle grandi.

Quanti soldi devono arrivare da questa patrimoniale shock, che ovviamente sarà compito di un governo tecnico o pseudo-tale? Da grandi economisti abbiamo letto cifre diversissime, partendo dalla base attuale di 50 miliardi di euro, che è più o meno quando lo Stato italiano incassa da tasse sugli immobili ogni anno. Si va da prudenti 200 miliardi fino agli 800 che sarebbero circa il 10% della ricchezza netta di cui ha più volte parlato l’FMI come misura una tantum. Alessandro Penati ha parlato di 500 miliardi, ma noi al bar vorremmo dire un’altra cosa. Quanto possiedono e quanto pagheranno realmente gli italiani veri, quelli che non possono o non vogliono nascondere i loro capitali all’estero o dietro architetture societarie?

Istat e Banca d’Italia hanno stimato la ricchezza netta degli italiani, cioè al netto dei debiti, in esattamente 9.743 miliardi di euro. Tanto? Poco? Significa 162.000 euro a testa, neonati compresi. C’è però un problema: circa il 60% di questa ricchezza è di tipo immobiliare, mentre soltanto il 10% riguarda la valutazione di aziende (da quelle quotate in Borsa fino a quelle familiari). Per esclusione, parliamo sempre noi del bar, il 30% è composto da liquidità, obbligazioni e altri strumenti finanziari. Colpire questo 30%, e il 10% per così dire produttivo, sarebbe molto facile ma anche molto stupido: i capitali scappano velocemente e possono nella piena legalità essere sistemati ancora più velocemente per sfuggire a franchigie o cose del genere.

Rimangono le case, queste sì tecnicamente improduttive al di là delle loro quotazioni attuali. Le case non scappano e possono essere colpite a prescindere dal loro assetto proprietario, sia su base locale che nazionale. il 60% di 9.743 è 5.485,8 miliardi, 97.430 euro a testa. La patrimoniale shock che abbatta il debito ma non ammazzi i consumi e l’economia può quindi arrivare soltanto dalla casa, o prevalentemente da essa. E in un paese in cui il 73% delle persone vive in una casa di proprietà, sua o di un suo familiare, potrebbe davvero scoppiare la rivoluzione. Tirare fuori 40.000 (più dello stipendio lordo annuo di un navigator) euro una tantum per il discutibile privilegio di possedere un trilocale di periferia potrebbe scatenare la finora silente (fu) classe media. Una cosa ingestibile da qualsiasi governo preoccupato del consenso politico, cioè da una qualsiasi governo democratico. Non a caso Tria si è sempre dichiarato contrario, la Lega dopo la sconfitta sulla flat tax non ne parliamo nemmeno, gli stessi Cinque Stelle con una misura del genere verrebbero poi votati soltanto dai rider residenti in cinque in un monolocale in affitto.

Conclusione? In acqua due sale Cottarelli, in acqua tre molto di peggio. La prima opzione è chiaramente sempre quella di tirare a campare, sperando che i tassi di interesse rimangano bassi all’infinito e toccando alcune situazioni (l’imposta di successione, per dirne una) in maniera silenziosa o i grandi patrimoni (parentesi: dopo lo Stato, che non può applicare la patrimoniale a se stesso, il primo proprietario immobiliare d’Italia è la Chiesa, con circa il 20% delle stime). Il fatto che i colpevoli siano i partiti della Prima Repubblica, quelli della Costituzione più bella del mondo, e non di Di Maio, Salvini, Berlusconi, Prodi, D’Alema, Monti, eccetera, non ci tira certo su il morale.

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