Leggi e giornalisti speciali per i napoletani

22 Maggio 2019 di Stefano Olivari

Domenica sera chi era al San Paolo ha pensato che il Napoli, pur senza colpa, avrebbe passato qualche serio guaio con la giustizia sportiva per gli striscioni ultras comparsi in Curva A. Striscioni che inneggiavano alla morte di Daniele Belardinelli, accompagnati da cori contro Milano dello stesso tenore di quelli interisti dell’andata contro Napoli.

Parliamo non a caso di chi era allo stadio, perché noi telespettatori di Sky Sport non ci siamo accorti di niente e nessuno ha segnalato i fatti, coda di quelli del 26 dicembre scorso che hanno monopolizzato le pagine sportive per settimane. Quanto ai giornali, leggiamo molto ma non tutto. Magari la notizia e le foto ci sono sfuggite, chissà.

Insomma, quasi nessuno ne ha parlato. E fra arbitro, guardalinee, quarto uomo, delegati FIGC vari, nessuno ha nemmeno indotto lo speaker del San Paolo a intervenire segnalando la possibilità di interruzione della partita, sia pure con la certezza di non essere ascoltato. Però l’arbitro o chi per lui si era ben reso conto della situazione, visto che il giudice sportivo ha comminato 10.000 euro di multa al Napoli, che quindi se l’è cavata con niente.

Come al solito per Napoli e i napoletani è in vigore una legge speciale. Non solo dello Stato e della FIGC, ma anche dei media. L’aspetto più clamoroso della vicenda è che nessuno, o quasi, di quelli che contano ha parlato o scritto della vicenda. E anche sul web, di solito così ricco di retroscena ascoltati al bar, poca roba. Come se criticare il pubblico di Napoli e in particolare gli ultras napoletani fosse più pericoloso che criticare quelli di altri club, magari con gli stessi comportamenti ma meno protetti dal sistema politico, giudiziario e giornalistico. Non siamo però né politici né magistrati, quindi ci vergogniamo soltanto per i giornalisti che hanno girato la faccia dall’altra parte per il quieto vivere.

A margine, ma non tanto, la sostanza della vicenda Belardinelli. A cinque mesi dalla sua morte non è stata ancora identificata l’auto che lo ha investito, più o meno volontariamente. Tutto questo a cento metri da un commissariato, con più telecamere intorno di quante ne avesse messe in campo Sky per Napoli-Inter. Le ipotesi sono tre: 1) Si sta coprendo un passante che ha investito Belardinelli per sbaglio, nella confusione generale; 2) Si sta coprendo un poliziotto che ha investito Belardinelli per sbaglio; 3) Si sta coprendo un tifoso napoletano del genere ‘protetto’ che ha investito Belardinelli. Siccome di solito per il signor Mario Rossi della situazione non c’è pietà, ci sentiremmo di escludere la 1). Peccato non possa più rispondere l’ex questore Cardona, ‘promosso’ a Lodi.

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