Feltrinelli vende Salvini, ma non si dice

24 Maggio 2019 di Indiscreto

La biografia di Matteo Salvini, scritta da Chiara Giannini, è abbastanza difficile da trovare in libreria. Nelle librerie Feltrinelli, poi, è impossibile. Per acquistare ‘Io sono Matteo Salvini’ bisogna ordinarlo e poi ritirarlo alla cassa, perché né Feltrinelli né gran parte dei suoi dipendenti (li assumono solo antisalviniani?) vogliono che il libro maledetto sia esposto.

Stiamo parlando di librerie in cui si possono trovare negli scaffali il Mein Kampf e opere di autori in certi casi più a destra dell’editore Altaforte e in quasi tutti più a destra di Salvini. Posto che essere di destra sia una colpa, come pensano molti insegnanti e magari anche quella stupidamente sospesa (infatti il provvedimento è stato ritirato) a Palermo.

Parentesi che non c’entra con il libro: quanti avrebbero inneggiato alla libertà di espressione degli studenti se i ragazzi dell’Istituto Industriale Vittorio Emanuele III avessero girato un video del genere ‘No agli immigrati’? L’insegnante avrà detto a questi ragazzi che Vittorio Emanuele III, al di là del piccolo dettaglio di non avere fermato il fascismo quando avrebbe potuto e dovuto farlo (a meno che l’esercito fosse comandato da un suo omonimo), ha messo il suo sigillo su guerre vergognose chiudendo in bellezza con la fuga? Quasi meglio intitolare la scuola a Salvini, meglio ancora a Schillaci…

Chiusa questa parentesi e tornando alla curiosità sulla Feltrinelli, bisogna dire che si tratta di un tempo supplementare del caso scoppiato al Salone del Libro in cui la gara a chi era più politicamente corretto ha raggiunto vette incredibili. Salone del Libro che non ha mai avuto problemi con editori come Franco Freda, ex terrorista nero definitosi nazi-maoista, o con autori ex brigatisti, gente che ti spiega il senso della vita quarant’anni dopo avere ammazzato un brigadiere del quale magari i giornalisti storpiano il nome. Per non dire della Feltrinelli in quanto casa editrice: i suoi autori hanno qualche colpa del fatto che il fondatore fosse un terrorista?

Comunque chi volesse comprare ‘Io sono Matteo Salvini’ può farlo nelle non troppe librerie che lo espongono e ovviamente online. Anche sul sito della Feltrinelli, che sul web si vergogna meno che di persona: come nelle chat, insomma. Di culto l’algoritmo, che agli acquirenti del libro su Salvini consiglia quello su Freddie Mercury.

Nota finale, che supera qualsiasi altro ragionamento. Un libraio è un imprenditore che espone solo ciò che vuole, non deve giustificarsi per ciò che fa visto che solo una piccola parte della immensa produzione editoriale finisce in libreria. Può decidere di non vendere libri per motivi ideologici o etici, ma anche di qualità o convenienza: nessuno come il libraio ha il polso del pubblico, o per lo meno del suo pubblico. Insomma, la censura è un’altra cosa.

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