Come evadere l’Iva

7 Maggio 2019 di Indiscreto

Come evadere l’Iva? Non c’è di sicuro bisogno di un manuale per chi già lo fa, correndo pochissimi rischi da anni. E non lo proporremo certo su Indiscreto, visto abbiamo sempre pagato fino all’ultima lira-euro di tasse, senza nemmeno rateazioni stile Lazio, gestendo sempre con ansia le scadenze.

Ma fanno lo stesso impressione i 1.260 miliardi di euro di evasione Iva negli otto anni dal 2009 al 2016, Iva di pertinenza dei vari paesi dell’Unione Europea e per motivi diversi mai incassata. Nel solo 2016 su 147,1 miliardi di evasione Iva 34,8 sono di pertinenza italiana. Come a dire che contiamo per quasi un quarto…

Sono cifre emerse nell’inchiesta Grand Theft Europa, realizzata in pool da diversi giornali europei (per l’Italia Il Sole 24 Ore). Invitiamo a leggerla in originale, copiare non è bello anche se ci hanno spiegato che sul web bisogna essere aggregatori (cioè sfruttare gratis il lavoro degli altri, utilizzando redattori pagati con buoni pasto). Ma cosa volevamo dire di nostro?

Volevamo dire che evadere l’Iva è stato fino ad ora molto facile, troppo facile, anche per chi è privo di sofisticate architetture finanziarie. Basta avere un po’ di pelo sullo stomaco, come quel famoso presidente di calcio che di frode in frode ha fatto una fortuna e adesso si diverte con esterni bassi e falsi nueve.

Ma cos’è l’Iva? Come tutti abbiamo imparato sulla nostra pelle, l’Imposta sul Valore Aggiunto è un’imposta sui consumi, che riguarda tutti passaggi dalla materia prima al prodotto/servizio finale e che non può essere ‘scaricata’ soltanto dallo sfortunato cliente privato finale. Che quindi diventa il pollo della situazione, non potendo compensare: a meno di essere soggetto Iva e di acquistare quei beni per la propria attività (con mille limitazioni in rapporto al fatturato, chiedete al commercialista). In altre parole quel 22% è tutto sulle spalle di chi compra il televisore o il gioiello. Quindi Iva più alta (e forse dall’anno prossimo ce ne accorgeremo) significa bastonare i consumatori, i consumi, le aziende oneste che producono e vendono beni di consumo. L’economia reale, insomma.

Non vi infliggiamo le nostre considerazioni sulla stupidità di punire i consumi, quasi un incentivo a tenere i soldi sotto il materasso a spenderli in un’economia parallela, o sulle varie aliquote (4%, 10, 22) a seconda delle categorie merceologiche e delle rispettive lobby, e andiamo diretti sull’evasione.

Il metodo principe per evadere l’Iva, da parte dei primi anelli (fino al penultimo, ovviamente) della filiera, è non dichiararla. O non dichiarandola dopo averla riscossa ed evidenziata o, meglio ancora, operando direttamente in nero.

Il secondo metodo, che già presuppone un ragionamento in più, è quello di utilizzare finte società, create ad hoc o già esistenti, per portare avanti false fatturazioni. Esempio: io Indiscreto acquisto da un negozio un server per gestire i milioni di miei utenti arrivati sul Muro del Calcio e lo pago 10.000 euro più Iva al 22%. Questi 2.200 abbattono l’Iva che devo pagare per ciò che vendo e i 10.000 vanno al finto negozio che me li ritornerà quasi tutti in nero, trattenendo una piccola percentuale. E fallendo dopo qualche anno, nel caso di controlli incrociati, ovviamente senza avere mai versato IVA.

Il terzo metodo è quello di triangolare con un altro paese dell’Unione Europea, mettiamo la Romania. Il sistema attuale prevede che nel paese di origine del prodotto bene la transazione sia esonerata dall’Iva, che poi verrebbe versata nel paese di arrivo. Dicono gli esperti che questa sia la base della maggior parte delle frodi, per i tempi inevitabilmente più lunghi degli accertamenti e per l’esistenza di un mercato parallelo di consumatori che condividono questo risparmio, definiamolo così, del 22%. A partire da questi tre metodi, la variazioni sul tema sono infinite e l’online le favorisce tutte. Noi ne siamo solo spettatori, invitiamo quindi ad intervenire i commercialisti che leggono Indiscreto.

Cosa fare, dunque, per evitare l’evasione di quei 34,8 miliardi all’anno? Abbiamo posto domande più stupide, visto che per neutralizzare l’aumento dell’Iva nel 2020 servirebbero 23 miliardi… La fatturazione elettronica obbligatoria è un piccolo ma importante passo. Un altro passo sarebbe l’allargamento dell’uso della Reverse Charge, in sostanza l’Iva che deve essere corrisposta solo dall’acquirente finale. In un mondo totalmente dentro la fatturazione elettronica sarebbe anche facile da applicare, in quello attuale potrebbe portare danni erariali superiori ai benefici.
Il problema di base è che chi evade, visto che lo fa dopo un’attenta analisi costi-benefici, in concreto in Italia non rischia il carcere. La riprovazione sociale per questo tipo di reati è da noi molto bassa, ma essere sodomizzati dal compagno di cella sieropositivo non piace a (quasi) nessuno.
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