Champions League o campionato?
9 Maggio 2019
di Indiscreto
Dal 2024 la Champions League avrà più partite: 4 gironi da 8 squadre, con partite di andata e ritorno e le prime 4 che passano il turno, poi ottavi di finale come oggi e così via. Questa almeno è la certezza di Juventus, Inter, Milan e Roma, cioè i club che pensano di essere ‘dentro’, basata su un accordo ancora non ufficializzato di Ceferin con Agnelli.
Che il presidente dell’UEFA sia una specie di esecutore degli ordini dell’ECA, cioè l’associazione di 232 club rappresentata da Andrea Agnelli (prima da Rummenigge), è palese da tempo. E che si mettesse di traverso l’associazione delle leghe europee, in rappresentanza di 900 club (ci sono ovviamente molte sovrapposizioni con quelli dell’ECA), era prevedibile.
Non è un caso che alla recente riunione di Madrid mancassero per l’Italia Juventus, Inter, Milan e Roma (messe insieme il 75% del tifo italiano, anche se il prudente sondaggione Lega per la ripartizione dei diritti televisivi dice meno di 70). Gli schieramenti politici sono insomma chiari e le squadre di seconda fascia, come bacino d’utenza, ovviamente faranno di tutto per depotenziare il progetto, soprattutto nella parte che prevede altre due coppe strutturate quasi come Serie B e Serie C della Champions. Non sarà sfuggito ai lettori più attenti l’attivismo in questo senso di Urbano Cairo, non soltanto sui suoi giornali, propedeutico anche ad un altro tipo di discesa in campo. Contro la SuperChampions ovviamente le grandi leghe, a partire della Premier League, che giudicano il calendario attuale ai confini della sostenibilità.
Ma non è che vogliamo ammorbarvi con i massimi sistemi, tanto per darci un tono. Il nucleo della questione è commerciale e fa diretto riferimento al tifoso-consumatore, quel tipo di tifoso che i grandi club coltivano in maniera ossessiva. In parole povere, al tifoso juventino importa più di Juventus-PSV Eindhoven, mettiamo, o di Juventus-Fiorentina? Ma potremmo anche dire Inter-PSV o Inter-Fiorentina… Perché le sfide fra grandi club rimarranno, ma a diminuire sarà l’importanza relativa delle partite di campionato con avversarie medie, affrontate per forza di cose con una seconda squadra.
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