Viaggiare per sport

8 Aprile 2019 di Indiscreto

Il viaggio è ancora qualcosa di esclusivo? O il vero lusso è potersene stare a casa Sky, Dazn, Netflix, Eurosport ed Espn Player, senza doversi giustificare? In un mondo in cui viaggiare diventa un’attività sempre più alla portata di tutti, per i prezzi bassi (il tragitto città-aeroporto costa spesso più del volo) e il maggiore tempo libero (leggi precariato, ma con i genitori a finanziare), ciascun viaggiatore ha la possibilità di dedicarsi al viaggio per le motivazioni che gli interessano maggiormente. Un tempo infatti viaggiare era sinonimo di spostamento alla ricerca di nuovi luoghi o avventure, o rispondeva ad esigenze lavorative, mentre oggi le persone si spostano anche per il semplice gusto di farlo.

Il punto di partenza di questo post è una cifra: 9 miliardi di euro di fatturato. Tanto si è speso in tutto il mondo nel 2018 per muoversi con motivazioni sportive. Le maggior agenzie viaggi quantificano nel 10% il totale di quello che negli USA si definisce sports tourism e che comprende sia gli spostamenti dei tifosi sia quelli dei praticanti. Siccome amiamo i numeri, la statistica è senz’altro più precisa quando si dividono i viaggi di lavoro da quelli cosiddetti leisure, che ormai sono l’80% del totale. Si capisce quindi come il turismo sportivo abbia ancora grandi margini di crescita. E venendo a noi, circa uno spostamento italiano su quattro, contando tutti i mezzi, avviene per cause sportive in senso ampio.

Giochi olimpici, mondiali di calcio, maratone internazionali, gare automobilistiche: sono davvero tanti gli eventi sportivi che ogni anno richiamano turisti da ogni parte del mondo, grazie anche alla presenza di importanti offerte messe a disposizione da parte di alcune compagnie, che nel tempo hanno fatto molto per promuovere servizi alla portata di tutti (leggi recensioni di Volagratis qui). Ognuno può al giorno d’oggi organizzare il viaggio che desidera attenendosi al budget che fa al caso proprio, con il vero salasso (non negoziabile) che è quello dei biglietti per gli eventi stessi.

Noi siamo fossilizzati sul calcio, ma le manifestazioni che vengono maggiormente seguite nel corso dell’anno riguardano i cosiddetti sport d’acqua. Sport come windsurf, kitesurf e vela stanno conquistando sempre più viaggiatori, in proporzione a quanto sono seguiti e praticati. Complice anche una migliore copertura mediatica, gli sport d’acqua a vela vengono praticati in manifestazioni nazionali e internazionali organizzate in ogni parte del mondo, spingendo così turisti a visitare luoghi che prima raramente venivano presi in considerazione. La vela poi merita un discorso a parte, visto che da sola riesce a valorizzare un territorio. Come ad esempio la Calabria, che per molti anni è stata relegata ad un ruolo di secondo piano, se paragonata al resto delle mete turistiche italiane, mentre oggi è tra le prime zone di turismo sportivo, proprio grazie alle importanti regate internazionali che da qualche anno prendono vita tra le onde del Mediterraneo. Non vogliamo fare i discorsi del genere ‘Florida d’Europa’ del Berlusconi di una volta o di Briatore, ma per far scattare certi meccanismi basta davvero poco. Una regata oggi, una coppa domani, un’amichevole di lusso dopodomani. Senza fare del fantacalcio, perché Juventus-Milan di Supercoppa non si poteva giocare nel Sud Italia?

Un altro sport che negli ultimi tempi ha mosso l’interesse internazionale dei viaggiatori, in maniera più che proporzionale all’audience televisiva, è di sicuro quello legato alla breakdance. Questa disciplina è stata anche proposta tra le competizioni che si disputeranno alle Olimpiadi di Parigi 2024. E a dirla tutta distribuirebbe medaglia più pesanti rispetto al fioretto o alla marcia, anche se in Italia non si può dire. La breakdance per molti anni è stata considerata una prerogativa di alcuni particolari gruppi sociali (eufemismo), che facevano della cultura di strada il proprio tratto distintivo, ma di recente  è diventata uno degli sport maggiormente praticati dai giovani di paesi come Corea del Sud e Giappone. Non esattamente zone con la composizione etnica e il background musicale di Compton o Detroit. E questo solo per citare quelle nazioni all’interno delle quali i breaker sono visti come veri e propri sportivi professionisti con tanto di contratti e diritti d’immagine. Ma il fenomeno è in evoluzione anche in Europa, soprattutto in Francia, Germania e Olanda e più recentemente Italia e Spagna. Oggi, chiunque abbia interesse a vedere una competizione internazionale di breakdance può scegliere tra una svariata rosa di eventi che ogni anno vengono organizzati in ogni parte del mondo, come ad esempio il Battle of the Year che si tiene usualmente in Francia o Germania, l’IBE organizzato tra le città olandesi, nonché il Red Bull Bc One che di recente è diventata una delle manifestazioni maggiormente apprezzate dal pubblico.

In definitiva viaggiare rimane per molti, anche nel 2019, un modo per provare esperienze che difficilmente sarebbe possibile vivere rimanendo fossilizzati nei propri luoghi d’origine. Pertanto il boom del turismo sportivo non sorprende, anche perché non tutti risiedono in città piene di grandi eventi. Sport e viaggi acquistano così una valenza diversa rispetto quella nei confronti delle quale ci si era abituati nel tempo, spingendo da un lato i turisti a intraprendere vacanze presso nuove e sconosciute mete come i caratteristici paesini della Calabria, gli antichi borghi del Nord Europa e le piccole città asiatiche. Se le varie amministrazioni comunali si impegnassero maggiormente nella promozione di attività sportive internazionali, potrebbero aumentare il flusso turistico diretto alle proprie terre in particolari momenti della stagione e di conseguenza, investire nella modernizzazione delle infrastrutture cittadine. Con il conseguente aumento del benessere di chi questi luoghi li vive tutto l’anno. Sarebbero banalità, se non vivessimo nel paese del no a tutto.

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