Milan-Udinese, quanto c’è di Gattuso

3 Aprile 2019 di Vincenzo Matrone

Dopo il triste pareggio casalingo con l’Udinese ci viene da sorridere soltanto per le domande che avevamo in canna in seguito alla trasferta di Genova. Calabria a sinistra può giocare? È Suso il problema del Milan?  Il 4-3-3 é il modulo giusto per esaltare le qualità di Calhanoglu e Paquetà? Gattuso sarà capace di portare il Milan in Champions League? Ecco, l’1-1 di San Siro è stato più utile di cento conferenze stampa in esclusiva per Indiscreto. Perché Calabria ha giocato poco e sulla destra, Suso ha fatto lo spettatore, Calhanoglu e Paquetà hanno faticato a trovare la posizione nel 4-3-1-2. Insomma, quasi un altro Milan, pur nella negatività dei risultati che invece è una costante.

Il Milan scende in campo sostenuto da 49.665 spettatori (quanti di loro pensano che il problema sia il nuovo stadio?) contro una Udinese in buona salute fisica e psicologica. Il modulo scelto da Gattuso è il 4-3-1-2, come detto prima, ma siamo convinti che nella testa del mister ci sia stata l’idea di giocare con il 3-4-1-2. Poi l’indisponibilità di Conti ha convinto Gattuso e i suoi consiglieri a schierare la difesa a quattro con due terzini di gamba come Abate e Laxalt, ma dal piede ruvido. A proposito di consiglieri, per come lo stiamo vedendo ultimamente il mister ascolta troppi pareri esterni (Leonardo? Maldini?), perché il Milan di ieri non sembra tutta farina del suo sacco.

Centrocampo a rombo con Biglia regista, lento e prevedibile, le mezzali Bakayoko, ancora spaesato nel nuovo ruolo, e Calhanoglu che tende in modo anarchico (in sostanza i compagni non capiscono mai quando lo fa) ad accentrarsi, Paquetà trequartista per soli 40 minuti perché costretto ad uscire per infortunio, sostituito da un vivace e tatticamente disordinato Castillejo. L’Udinese si difende e riparte con un ordinato e collaudato 4-3-3, senza esaltare ma rischiando anche poco. Il Milan riesce a passare in vantaggio a fine primo tempo con il solito Piatek su ottimo cross di un motivato Cutrone (nelle prossime puntate un focus su di lui) e si fa rimontare in contropiede, come abbiamo visto tutti (noi a fianco del Direttore, che si chiedeva perché in una partita di tanti uno contro uno stesse fuori Suso: evidentemente il tema Suso piace, un po’ come una volta Recoba per gli interisti).

Il cambio Calabria-Abate non è di quelli che meritino un’analisi, di sicuro da quel momento il Milan si è allungato ancora di più alla ricerca di un gol che nonostante tutto avrebbe meritato. Menzione d’onore per un recupero difensivo clamoroso di Calhanoglu, che ha evitato la terza sconfitta di fila, oltretutto in una partita in cui si è perso Donnarumma (fuori anche contro la Juventus sabato). Insomma, tutte le domande che volevamo porre a Gattuso, anche da parte vostra (continuate a suggerire, verranno magari buone sabato quando saremo all’Allianz Stadium) sono state superate dagli eventi. Ci siamo quindi limitati a chiedere al mister il perché di un simile centrocampo, davvero improponibile contro la squadra di Allegri. Ribadiamo la nostra convinzione, maturata più quando andiamo a Milanello che quando siamo a San Siro: non sappiamo se i prossimi saranno gli ultimi due mesi di Gattuso al Milan, di sicuro dovrebbe giocarseli da Gattuso. Con la sua testa.

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