Marotta e curva contro Icardi e San Siro

23 Aprile 2019 di Indiscreto

Mauro Icardi è sempre più lontano dall’Inter. Così sembra. E non certo perché Spalletti consideri più in forma Lautaro Martinez o perché ci siano offerte di mercato a cui non si possa rinunciare. La realtà del momento è che per quanto riguarda il futuro di Icardi si sono adesso saldate le volontà dei dirigenti nerazzurri, Marotta in testa, e della Curva Nord. E pazienza se i bambini della coppia Icardi-Nara sono già stati iscritti in scuole milanesi: le scuole ci sono anche in altre città.

Un passo indietro, a sabato sera, quando a San Siro durante Inter-Roma si è consumata la clamorosa frattura fra ultras e il 90% della tifoseria. Quando al 9′ del secondo tempo l’argentino è entrato per Nainggolan, l’accoglienza della Nord è stata a colpi di ‘Icardi, uomo di merda’, con fischi di gran parte dei non ultras a questo comportamento apparso più coerente ma ugualmente sbagliato rispetto a quello tenuto dalla società nei giorni della fascia tolta.

Senza ricordare tutti gli altri errori che poi hanno portato al ridicolo di una questione di spogliatoio (non) risolta dall’avvocato di Moratti. Una notevole differenza rispetto alla politica della vecchia Nord, quella Nord che di fatto è finita a Santo Stefano con la morte di Daniele Belardinelli (tuttora senza un colpevole, come si scriveva negli anni Settanta la Polizia brancola nel buio) e la carcerazione, ora terminata, di alcuni suoi esponenti. Era una curva che detestava Icardi, per la vicenda dell’autobiografia e non solo, ma che in concreto si limitava ad ignorarlo.

Invece la nuova Nord, come ha scritto attraverso il profilo Facebook dell’Urlo della Nord (che sarebbe la fanzine), definisce il pubblico che la contesta ‘gobbi mancati’, Icardi ‘piccolo uomo’, e ‘dipendente di società’che non fa il suo dovere. Con un suggerimento: “Chi si spaccia per tifoso della Beneamata e si sente frustrato dal bisogno di risultati, può serenamente abbonarsi allo Stadium dove la dignità non sta certo di casa e magari otterrà più soddisfazioni”.

La storia non è comunque finita e non bisogna vendere certezze che non hanno nemmeno gli Icardi: se Marotta è il capo del partito della rivoluzione (via Icardi, possibilmente via anche Spalletti se il sostituto sarà un upgrade), gli Zhang dopo quasi tre anni qualcosa di calcio cominciano a capire e si chiedono a chi convenga cambiare sempre tutto. Non occorre essersi laureati a Coverciano per capire che se vendi il miglior giocatore della tua squadra alla tua principale avversaria allora la distanza con questa avversaria non può che aumentare.

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