Le colpe di Al Bano

3 Aprile 2019 di Paolo Morati

Nella sua rubrica ‘Il caffè’ Massimo Gramellini commenta il comportamento dei talebani che prendono a cinghiate alcune donne in burqa per aver ascoltato della musica. Aggiungendo “a scanso di equivoci, non si trattava di un CD di Al Bano”.

Battuta un po’ usurata, vecchia di 40 anni (la sentivamo alle medie), e superflua considerato il contesto drammatico, che ci fa di nuovo riflettere sui luoghi comuni che circondano la musica italiana, ma anche chiedere il perché sia stato scelto proprio Al Bano. Ma sarebbe valso anche per Toto Cutugno, altro artista nel mirino quando si vuole dileggiare i gusti musicali nostrani. Sarebbe facile, peraltro, usare lo stesso schema con chi legge Gramellini.

Più in generale chiunque tenti di fare dello spirito a tema è un ascoltatore dei CD di Al Bano? Quali? Cosa non gli piace? Le canzoni con Romina Power o quelle da solista? Quindi, se avessero ascoltato Nel sole quelle donne sarebbero state da prendere (metaforicamente, ovviamente) a cinghiate? E Felicità invece? O magari qualche cover lirica?

Al Bano è un personaggio del quale si parla molto, anche troppo. in special modo sui settimanali di gossip dove campeggia immancabilmente in copertina con o senza Romina o Loredana Lecciso (con la quale è stato di recente ospite di Barbara d’Urso). Un meccanismo di cui è vittima ma anche complice, almeno per quanto riguarda la parte televisiva. Di recente è finito nelle cronache internazionali perché inserito dall’Ucraina tra le persone che minacciano la sua sicurezza. E ancora, si è discusso delle posizioni pro Salvini, o in difesa e promozione del vino italiano in Cina, di cui lui è tra l’altro produttore. Insomma, fa spesso notizia al di là di quello che canta.

Sul fronte sette note e alterazioni nessuno pretende certo che Al Bano debba piacere (noi adoriamo Sharazan ma non siamo dei veri cultori delle sue canzoni, qualcuna è nelle nostre playlist, altre no) però sa cantare e non ha bisogno dell’autotune oggi così di moda e che fa tante ‘visualizzazioni’. La domanda è semplicemente questa: perché a 75 anni debba essere ancora usato come simbolo della musica da non ascoltare, quella per cui si dovrebbe essere presi a cinghiate? Quali sarebbero, in sostanza, le sue presunte colpe?

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