La difesa di Mike James

1 Aprile 2019 di Oscar Eleni

Oscar Eleni da Minneapolis, vecchia terra dei Sioux Dakota fra i grandi fiumi, Mississippi e Minnesota, per la finale NCAA dove ci sarà anche un italiano: Davide Moretti. Talento in fuga dal paese dei burattinai incapaci, uno che qui non sentiva la fiducia e ha preferito fare il grande viaggio verso Lubbock e l’università di Texas Tech dove corrono su cavalli selvaggi in maschera rossa verso le semifinali contro Michigan State che ha eliminato a sorpresa Duke e il suo mito. Un segno, secondo il predicatore Petrucci già eccitato per Gallinari e Belinelli che sono nei playoff NBA.

Vedete, basta poco per farci felici, per assentire mentre suonano le campane del borgo e chi ne sa molto più di noi dice che dovremmo pure eccitarci per questa classifica che fra quota 28, 5 vittorie meno della prima in classifica, la Milano che fa e disfa, lamentandosi sempre, si capisce, e i 24 punti delle quasi deluse ha nove squadre e soltanto cinque posti per i playoff, ammesso che Cremona non si accartocci appagata dopo aver fatto davvero molto più di quello che tutti credevano, cominciando da Sacchetti. Le uniche con una certezza del domani sono Milano, fuori dalla serie infernale dopo aver rimontato 14 punti alla Cantù impoverita e rimasta con due giocatori veri e due quasi veri, e la Venezia strangolata dalle bolas degli uomini di Attilio Caja che dovrebbe continuare nella nobil casa fino al 2023. Gioite o cestomanti infelici. Ve lo dicono Bernardo Gui, che tortura con parole di fuoco e deliri di onnipotenza come capita a chi deve dire sempre di sì nel nome delle papesse milionarie, ve lo impongono quelli che pensano davvero di avere più spazio di quello che oggi si devono pagare per Azzurra che andrà ai mondiali allargati in Cina.

Beata palla al cesto, come direbbe il comandante Loriga che ci delizia su Basket Magazine, unico mensile rimasto alla parrocchia, che può fingere di stare bene perché la Fortitudo dei tutti esauriti in A2 è tornata finalmente fra le elette. Settima volta, tanto per capire che questa Inter dei canestri, pazza Effe, ma amala sempre, è capace di capolavori e di atroci sventramenti. Ricca e fatale con Seragnoli, dopo essere stata povera, ma bellissima, con Tesini, Lamberti e Piero Parisini, vera scuola di sport, di basket, di civiltà, regno della fantasia nel nome dell’arte non soltanto sportiva. Ora tornata dove dovrebbe sempre stare e non soltanto per giocare il derby con la Virtus anche se la proprietà ha già annunciato che il budget per domani non supererà i 3 milioni e mezzo annunciando che sarà soltanto pane duro. Sì, certo, Milano è altrove, 20, 25 milioni ma con l’Europa, Venezia quasi, diciamo che almeno altre cinque o sei avranno molto di più, cominciando dalla Virtus. Per fortuna hanno un eccellente allenatore, un molisano di Isernia, il quasi quarantenne Antimo Martino cresciuto alla Virtus Roma di Repesa come vice, primo pilota, con discreto successo a Ravenna e ora nella Fortitudo che il suo amico Boniciolli gli ha lasciato dopo averci rimesso la salute, come tante altre volte, cosa che capita se ami troppo quello che fai e se credi che davvero tutti abbiano la tua stessa fede e preferiscano la miniera, il lavoro, al successo nei salotti dove puoi raccontare che sei sempre al lavoro, che studi tutto anche se poi sul campo non si vede. Certo basterebbe avere certi appoggi per evitare che si accorgano del fumo venduto per apparire miracolosi quando si è al massimo decenti mestieranti, un po’ come quelli che nei settori giovanili vincevano o vincono con la difesa a zona, quella che sfrutta la debolezza di ragazzini a cui la palla pesa tanto e quindi al ferro non ci arrivano quasi mai, e poi andavano in giro a pavoneggiarsi.

Meglio stare sui sentieri dei Sioux o magari andare su quelli dei feroci Seminole sterminatori nella spiaggia di primavera della Florida di Fort Lauderdale dove è nato Frank Gaines diventato domenica, grazie alla “feroce” difesa di super James e di altri compari in maglia Olimpia, il massimo realizzatore in serie A quest’anno: 44 punti. Il senese Pianigiani, però, ha trovato le parole giuste per placare l’ira funesta, con questo basket è così, vi dirà D’Antoni pensando ad Harden o Kerr difendendo Curry, del suo matamoros, uno che cammina sull’acqua e se va a fondo è sempre colpa degli altri. Certo più abile il tamburino della Lupa del povero Spalletti nato nel castello di Certaldo in Val d’Elsa. L’allenatore dell’Armani ha trovato le poesie per tornare ad ispirare l’uomo che forse lo porterà ai playoff dell’eurolega se ad Istanbul il maestro Ataman non riuscirà ad imbrigliare MJ de noantri. Quello dell’Inter, invece, ha deciso di mettersi contro tutti agendo da vero capo branco, senza regalare nulla a nessuno, quindi neppure a Icardi e al suo clan anche se adesso vorrebbero far passare l’argentino con la bua come vittima e il suo allenatore come l’insensibile, cosa già accaduta con Totti a Roma.

Destini diversi per questi due toscani nella città che vorrebbe farsi bella, inventandosi anche impianti sportivi che non ha, per rifare l’Arena forse faranno chiudere la gloriosa Riccardi (scandaloso cara FIDAL, caro neoministero delle SS, sport e salute cosa pensavate?), per la visita della commissione CIO che deciderà sui giochi invernali. Commissione in mano ad un rugbista rumeno. Speriamo non gli facciano vedere i campacci dove Milano fa giocare quelli della palla ovale. Certo ci sarà confusione e allora meglio fingere di essere disperati per Icardi e non più per il James ritrovato dopo aver sbattuto su Calathes e il Bobby Dixon Ali del manager Gherardini. Fare come i gatti. Mettere sotto la sabbia anche questa storia di San Siro nella telenovela costi-ricavi, la stessa del nuovo stadio di calcio per la Roma, anche per distrarre chi ha già scritto: prima degli stadi rifate squadre decenti, sbattendo fuori dalla porta chi ascolta soltanto musica e mai chi gli sta intorno, come l’allenatore ad esempio.

Poi vien fuori che ti cacciano perché i “ragazzi” hanno brutte facce, sono sfiduciati. Andateglielo a dire al signor Zanetti-Segafredo che alla Virtus ha mandato via il Pino Sacripanti per gli emoticon negativi dei suoi stipendiati. Dopo tre settimane Sasha Djordjevic, un grande sul campo, un genio da sempre, si è accorto di avere in squadra tante palle lesse, come avrebbe scritto Grigoletti. Non ci sono rimedi, soltanto cortine di fumo e noi ci auguriamo che la Virtus rimonti il Nanterre, che Milano vinca in casa dell’Efes e che Varese, come Sassari arrivi alla finale della coppetta FIBA. Viva viva il tricolor e il direttor, viva viva chi vogliono loro, gli stessi che in anni di regno basket un altro sport non si sono mai preoccupati di capire e di sapere se la gente ama davvero spettacoli dove prevale il vedo e non vedo ed impera il regime: vietato parlarsi, c’è musica per voi.

Dimenticavamo di festeggiare a nome della presidenza anche Michele Vitali che con Andorra ha vinto la coppa Catalogna battendo il Barca che in eurolega fa star male chi non crede ai buoni allenatori, tipo Pesic, insomma quello che possono far diventare squadre decenti anche quelle che hanno più giocatorini che giocatoroni.

Pagelle e tigelle come quelle che una volta si mangiavano da Ugo a Rivabella, come quelle che ci davano felicità nella notte in cui Antimo Martino, invitato da Boniciolli e dal Comuzzo che oggi è pure uno dei suoi fedeli assistenti, si presentò alla Bologna che ancora non sapeva.

10 Ad Ettore MESSINA per aver raccontato così bene la notte in cui è stato ritirato da San Antonio il numero 20 di Manu Ginobili. Tancredi e i suoi sentimenti, Ettorre e le sue qualità: con il grande argentino ha fatto un capolavoro. Il ceststa, ma, soprattutto, l’uomo nato per essere un campione.

9 Al POPOLO FORTITUDO se ricorderà con affetto il passato e non si dividerà per il futuro come è accaduto troppo spesso. Benedire i padri fondatori, Seragnoli, la Furla, una grande e bella storia, poi pensare al resto rispettando gli uomini di questa promozione.

8 A DALMASSON e ai giocatori di TRIESTE perché hanno reagito alla grande dopo l’arresto di quello che aveva in mano la borsa e la stava portando altrove. Ora non vorremmo che prendesse piede questa teoria sulle reazioni virili nei momenti di massima povertà: in serie A si sono comportati quasi tutti da uomini e non da mercenari a Cantù, Avellino e ora Trieste. Bella cosa, ma sarebbe meglio se non accadesse troppo spesso.

7 A Paolo MORETTI per aver rimandato il martirio di Pistoia, dopo quello di Siena, per andare a vedere suo figlio Davide entrare nella storia della NCAA con Texas Tech. Ora gli tocca l’impossibile. Soltanto per questo merita rispetto e magari fortuna.

6 A POZZECCO per essere sempre nel cuore di chi lo ha avuto come giocatore, come compagno, per aver trovato la giacca giusta ora che sembra un allenatore uscito dall’accademia e non dall’avanspettacolo. Contro Milano al Forum il suo esame di primavera anche se con una fionda.

5 Agli ARBITRI se dovessero sentirsi troppo casalinghi dopo una giornata record di sole vittorie in casa: se avete diretto rispettando gioco e giocatori non c’è da preoccuparsi. Sarebbe grave invece se non fosse andata davvero così.

4 Alla VIRTUS Bologna perché invece di cambiare Sacripanti con Djordjevic avrebbe dovuto chiamare il mago Houdini, insomma uno capace di fare di tre pivot almeno un giocatore decente.

3 Ad AVELLINO dove sarà davvero difficile spiegare come una squadra dai playoff è riuscita a farsi rimontare il 28-8 del primo quarto da una in zona retrocessione. Onore a Pesaro e Boniciolli, ma Vucinic ha problemi seri in squadra.

2 Al PILLASTRINI che ha voluto un minuto di sospensione a 20” dalla fine con partita già vinta facendo infuriare Vitucci. Avrà avuto motivi importanti, ma la scortesia non paga mai.

1 A SACCHETTI che non sembra preparato al giocatore moderno, quello che, come dice lui, non ha capito nulla se si sente appagato dopo aver vinto contro Milano tirando col 17 per cento. Meglio che ci studi sopra perché con Azzurra Tremebonda potrebbe andare anche peggio.

0 Agli AZZURRI oltre confine se ripeteranno a pappagallo che sono pronti per la Nazionale, che aspettano soltanto una telefonata del commissario tecnico. Bugiardi ben pilotati che sanno bene come agiranno se i loro interessi, fisici, mentali, magari economici, non coincideranno con quelli di un presidente federale che parla ormai soltanto di loro come se davvero fosse convinto di aver trovato dei figli riconoscenti. Aspettiamo le convocazioni, ma, soprattutto, gli allenamenti e le partite di preparazione. Poi tutto sarà chiaro.

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