Il popolo con Icardi

8 Aprile 2019 di Stefano Olivari

Mauro Icardi in Inter-Atalanta, partita che forse risulterà decisiva per la qualificazione Champions della sua squadra, ha dimostrato tutta la differenza fra il giocare con un centravanti e il giocare senza. E lo ha fatto nonostante l’inattività gli abbia fatto perdere un istinto animale che già prima delle note vicende non era ai livelli massimi: il suo ultimo gol su azione risale all’11 dicembre con il PSV Eindhoven, quattro mesi fa che sembrano un secolo. Poi solo rigori (Udinese e mercoledì scorso Genoa in campionato, Benevento e Lazio in Coppa Italia), prestazioni sfortunate e altre tremende (Parma su tutte), con il seguito che è storia di ieri ma anche di domani visto che la tregua con la società è stata una scelta razionale ma certo a termine.

Non vogliamo però metterci ad analizzare la prova di Icardi contro la corazzata Atalanta, la squadra nettamente più fisica della Serie A (e il rendimento di tanti giocatori ceduti dai bergamaschi, unito alla loro propensione all’infortunio, è curioso), siamo folli ma non fino a questo punto. Troviamo ancora una volta più interessante il rapporto del pubblico con i suoi campioni, visto che il calcio esiste perché interessa alla gente: diversamente sarebbe solo un giochino insulso, in balia del caso, inferiore all’Isola dei Famosi.

Come annunciato da comunicati e striscioni, contro Icardi si è schierata la Curva Nord. O meglio, l’anima adesso prevalente (ma non di molto, a occhio) nella Curva Nord dopo che i fatti di Santo Stefano hanno un po’ rimescolato le carte. Un’anima ben sintetizzata dall’ultimo numero della fanzine, che abbiamo fotografato a San Siro, che segna il passaggio dal ‘noi contro tutti’, cioè quella che secondo noi è l’essenza dell’essere ultras, al ‘noi contro o a favore di qualcuno’. Roba che non leggevamo da tanto tempo. Vittoria, Fedeltà, Onore, eccetera: tutti termini degni di miglior causa. Certo è sempre meglio che fare i bagarini per conto della ‘ndrangheta, come avviene da altre parti.

Ma tornando al pubblico, è significativo che i cori contro Icardi siano stati seppelliti dai fischi (ai cori stessi) e dagli applausi (preventivi) a Icardi stesso, come a dire che la gente normale è sempre disposta a voltare pagina, non capendo del resto quale sia stato il grande crimine di Icardi. E non ricordandosi nemmeno più di quali siano state le grandi colpe di Balotelli, ieri presente a San Siro e omaggiato di altri cori non simpatici da parte di una curva che in almeno due occasioni, ormai tanto tempo fa, ha bloccato il suo ritorno all’Inter. Come abbiamo più volte scritto, degli gli ultras veri, cioè il 90% degli ultras in Italia, apprezziamo che siano ormai gli unici ad opporsi alla deriva del calcio verso il diventare un parco di divertimenti per turisti o un videogioco per gente tappata in casa con dieci telecomandi e ventuno abbonamenti. Non apprezziamo invece queste campagne ad personam, basate oltretutto sulle verità diffuse dai media che loro odiano. E quindi? Il popolo vero, quello che non ha una ‘linea’, è con Icardi molto più rispetto a quando Icardi segnava, per meccanismi psicologici strani che possono essere ridotti a una parola sola: calcio.

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