L’Armani e i suoi Sturaro

18 Marzo 2019 di Oscar Eleni

Oscar Eleni con un mazzo di tulipani della Virginia davanti al bosco di Rasun-Anterselva per chiedere allo spirito di Prucker di farci capire chi sono Dorothea Wierer, nata di Sotto, e Dominik Windisch, nato di Sopra, nuovi campioni mondiali di biathlon, nella stessa giornata. Abbiamo bisogno di chiarezza in un momento triste perché queste note non saranno più motivo per chiamare Cino Marchese, grande di uno sport che lui aveva fatto diventare più moderno, dal tennis allo sci, appassionato del bello, dello stile, uomo che sapeva parlare ai campioni, i tanti che hanno lavorato con lui, e ai brocchi come noi. Ci ha lasciato, come il geniale Marenco del mondo mistico ed inimitabile di Arbore, Boncompagni, il suo fratello nel cosmo Nino Frassica. Momenti per guardare oltre prendendo a calci chi ti vuole convincere che la terra è piatta, che vaccinarsi è un pericolo, che abbracciare chi ha bisogno, come diceva Bucci, è una debolezza. Ce ne sarebbe bisogno andando a valle con Paris che ha reso festoso il finale dello sci con quella coppa del mondo che potrà esibire con la sua orchestra.

Per gli increduli questi successi italiani nello sport alimenteranno il giardino degli scomposti, quello dove da un po’ di tempo non si riesce a capire se questi ori sono del vecchio regime o se quelli nuovi si sono già presi tutti gli onori. Il dilemma di palazzo Acca e dintorni, mentre senti dire che al nuovo ministero sport e salute non sono arrivati tanti che sanno davvero cosa sia lo sport. Siamo nel regno di chi crede a tutto, persino alla santità degli stessi allenatori che un giorno prima avrebbero bruciato sul rogo con la stessa ferocia del Gui che cerca il male che è in lui nel Nome della Rosa, un po’ come tutti in questo inferno dove professionisti si inventano il peggio per essere antipatici, arricchire parrucchieri e tatuatori, dando pagine intere alle mogli, alle compagne dei campioni che furono e un trafiletto alla nostra discobola Daisy Osakue che nel dorato esilio americano ha lanciato oltre i 60 metri, scoprendo che ha avuto più attenzioni dei media quando la prendevano a sassate che quando si è guadagnata gloria con un quinto posto europeo.

Terra piatta intorno a noi, se nello stesso giorno le sorelle plurititolate di basket e calcio si tagliano le dita con i bicchieri appena utilizzati per brindare ai successi in coppa. Affinità elettive fra Juventus e Armani, con finali di partita più o meno simili: i bianconeri sembravano poter dominare il Genoa e invece hanno subito dall’ex Sturaro prima di Pandev; i biancorossi di Simone senese sono stati beffati da una Reyer piena di problemi dopo averci convinto che sarebbe stata una passeggiata: 19-0 per rispondere al tiro da tre di Haynes poi sparito dalla scena. Niente. Allegri ha fatto riposare Ronaldo, l’allenatore di Milano ha tenuto fuori per molto tempo il Mike James visto camminare sull’acqua contro l’Olympiakos anche se c’è chi sostiene che il vero uomo dei prodigi sta in panchina, non sul campo, non negli uffici e quindi nelle casse, non nella casa madre del grande artista.

Giornata per ascoltare i testimoni delle congiure mondiali contro tutti noi, anche se poi una buzzicona voltagabbana ha detto che avrebbe tirato sotto volentieri la ragazzina del Nord che non scrive gialli, ma protesta per la salvezza del pianeta e per molti meriterebbe un Nobel.

Doveva essere una domenica di stupore non soltanto per aver visto i campioni di Milano farsi rimontare 9 punti negli ultimi 105” della partita al Forum dove i canestri hanno ferri appiccicosi che rifiutano palloni anche ben tirati, con la rotazione giusta e la frustata come si deve, quasi fossero sempre verniciati di fresco. Capita. Ad un campionato universitario sul campo di Sassari il solerte custode aveva dato la cera: distorsioni a catena, come ricorderà il geniale Spinetti che ha raccontato la sua storia in un bel libro insieme alla compagna Franca Spila: Canestri di vita.

Giornata per diavoli beffati e rivisitazioni del buon senso: da terra piatta il verdetto del derby a San Siro dove il Milan che andava abbastanza bene è stato battuto dall’Inter che andava piuttosto male. Da terra del fuoco la scelta della RAI, dopo anni, di spostare al pomeriggio la diretta basket per non farsi fare scopa dal derby del pallone. Ci voleva poco, ci vorrebbe sempre poco per correggere se hai sbagliato, ma la burocrazia domina non soltanto negli uffici statali, pure nei palinsesti, come nel convento inventato da Eco.

Aspettando di finire un libro strepitoso come Breve trattato sui lecchini di cui vi parleremo più avanti, attendendo scetticamente Godot per la salvezza di Torino. Il povero De Stefano che da Asti aveva scelto la Mole ha atteso per anni che un Lapo qualsiasi intercettasse un pallone nel parterre del pala Ruffini.

Intanto entriamo nella settimana più calda per la nostra squadra campione: 3 partite dure, a Madrid, in casa col Pana di Pitino, trasferta di campionato a Cremona, ansiosi di sapere se la migliore Milano degli ultimi anni, come uomini, sul gioco sembra che nessuno lo ricorderà come rivoluzione del sistema, troverà finalmente un posto nei playoff dell’Eurolega, il suo mondo, quello per cui dovrebbe vivere sempre, lasciando ai cortigiani del campionato briciole come già fa da due anni con la Coppa Italia, sapendo che per rivincere lo scudetto le basterà respirare un po’ dopo aver cercato con tutte le forze il massimo nel torneo più prestigioso, quello che rischia di farsi del male se accetterà la decisione di società, tipo Olympiakos, decise a lasciare il torneo nazionale.

La guerra per sigle, con tanti soldi di mezzo, non aiuterà nessuno, così come il mondiale cinese con 32 squadre. Una lagna prima di arrivare alle partite vere e Gianni Petrucci farebbe bene ad accettare il consiglio di chi gli dice che “Non aver paura di nessuno” non vuol dire davvero potersela giocare con tutti perché anche rinforzata da chi è stato fuori nelle qualifiche, cominciando dal miglior Gallinari di sempre, ammesso che non sia troppo stanco, visto che farà anche i play off con i Clippers, resta una squadra troppo debole sotto canestro, anche in tempi dove gli allenatori hanno risolto ogni problema affidandosi al tiro da tre. Confessiamo che nel venerdì santo dell’Armani contro il povero Blatt, caduto nella trappola del Pireo e della vecchia guardia, abbiamo smesso di pensare a quel quarto da 13-4 per i greci soltanto dopo aver visto l’inguardabile sfida dove Houston le prendeva da Golden State. Adesso capiamo perché i vari proprietari vogliono intorno al campo il massimo rumore e dentro il maggior numero di ballerini.

Andiamo ai voti che non saranno importanti, ma almeno fanno litigare chi vive soltanto per andare contro escludendo questo o quello, cosa che fa male per chi lo ha appena subito dove era il dio delle macchine.

10 Al TONUT del FORUM che, insieme al DE NICOLAO criticato da noi per le sue fughe da squadre che sarebbero state la sua reggia, ha ridato colore ad una REYER che resta squadra piena di equivoci e di mezzi giocatori anche se ha battuto Milano mai caduta nella sua tana là fuori di mano. Tonut cresce, Della Valle cala. Peccato.

9 Alla RAI che finalmente ha evitato la collisione con il derby del calcio a San Siro per mandare Armani-Umana alle 17. Anche EUROSPORT avrebbe fatto bene ad evitare la concomitanza della diretta da Varese con quella di Milano. Loro non capiranno questo egoismo di chi vorrebbe godersele tutte le partite, ma siate comprensivi.

8 Al BRIENZA che non si ferma più e che adesso ritrova come consulente tecnico il Bruno Arrigoni che lo ha tenuto a battesimo. L’allenatore di una squadra svenduta, sballottata, tradita, sta andando alla grande come AVELLINO, anche se gli irpini, ogni tanto, tornano a mangiare margherite invece di giocare,

7 A TRENTO se faranno conoscere a tutti il segreto che al momento sta rendendo bella come sempre la squadra di pallavolo, interessante questa nuova versione della squadra di basket rivitalizzata da Craft, intrigante il progetto giovanile come dimostrato dalla prima Next Generation Cup, insomma la generazione del domani.

6 Ad Artiglio CAJA che si è preso una bella rivincita su Sacchetti dopo la Coppa Italia, feroce il giusto e quella pozione che ha avvelenato Cremona l’ha spedita a San Siro per aiutare Spalletti e la sua Inter.

5 A Sasha DJORDJEVIC, anche dopo le due vittorie con cui ha iniziato il lavoro alla Virtus, se non farà attenzione alle famose facce che hanno condannato Sacripanti. Già a Torino deve aver visto cose che temeva, cose che, conoscendolo, lo porteranno a chiedere chiarezza là dove non l’hanno mai fatta dirigendo la società.

4 A PESARO e PISTOIA invischiate nella zona retrocessione se non chiederanno una riunione straordinaria di LEGA per avere in prestito dalle colleghe più ricche quelli che le più ricche lasciano in tribuna. Boniciolli e Ramagli arrivano a fine partita con giocatori sempre spompati, già non bravissimi.

3 Alla VIDEO ASSISTENZA che nelle partite di basket fa perdere davvero troppo tempo. Sarebbe ora di fare, grazie alle dirette di Eurosport, un centro dove arbitri esperti, in pensione, suggeriscono, consigliano, senza quelle soste e quelle facce davanti a tecnici di campo che non trovano mai l’immagine che servirebbe.

2 A Kobe BRYANT che ha pescato per il mondiale dell’Italia Filippine, Angola dove gioca il virtussino Moreira, e la Serbia di Djordjevic, se non chiarirà bene cosa ha voluto dire quando si dichiara pronto per dare una mano ad Azzurra Fremebonda.

1 Al RUZZIER cremonese, che avevamo appena elogiato, non soltanto per lo 0 su 5 a Masnago, ma per questa masochistica voglia dei giocatori di cui si parla bene di smentirti.

0 A TORINO non tanto perché mancano 2 milioni di euro per finire la stagione, ma per questa conclusione sconclusionata del campionato quando ci eravamo illusi di aver conquistato una città ed un movimento importanti adesso che ancora non sappiamo se Roma del Toti, Fortitudo e Treviso o Verona, ci scusiamo con Capo d’Orlando e Sodini che meritano il massimo, riavranno la massima serie nella stagione del calendario folle visto che sia in Italia sia in Eurolega si passerà a 18 squadre.

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