La Juventus secondo Sky e Caressa

13 Marzo 2019 di Indiscreto

Le polemiche social sulla telecronaca di Juventus-Atletico Madrid fatta da Fabio Caressa e Beppe Bergomi, per la verità centrate più su Caressa che su Bergomi, ci permettono di riproporre una cover che funziona sempre. Valida per tutte le squadre, l’ultima volta forse l’avevamo tirata fuori per la garra charrua di Inter-Tottenham, e per tutte le epoche. In sostanza Caressa viene accusato, ovviamente da chi non è juventino, di essersi troppo lasciato trasportare dall’emozione (emozione finta, fra l’altro, visto che ci sembra sia romanista, per non parlare di Bergomi) e di avere usato troppa confidenza nel nominare i giocatori della Juventus, come se fossero suoi grandi amici. E adesso ridiventiamo i Ligabue-Zucchero di noi stessi, cantando le solite cose e copiando qua e là. Chi ci legge dagli albori di Indiscreto, cioè dal 2000, può terminare qui il post.

La prima considerazione è che davanti a una partita di Juventus, Inter, Milan, forse anche di Napoli e Roma, ci sono più telespettatori antipatizzanti della squadra italiana in campo che simpatizzanti. Sempre. Al netto dell’ipocrisia, il tifo contro è alla base del successo del calcio e fa sì che ci si interessi un po’ di tutto, andando anche oltre le singole squadre e con personaggi marchiati a vita: il profilo di chi detesta Lippi o Mourinho è ben chiaro. A dirla tutta, a noi il tifo contro (anche quando riguarda la nostra squadra) è culturalmente più simpatico di quello a favore: è più divertente, più vivo, più ricco di spunti. E poi la ruota gira: vieni deriso oggi, ma deriderai domani. Quindi, tornando al giornalismo, la telecronaca con tono neutro (alla Pizzul o alla Giuseppe Albertini) dovrebbe essere una scelta di purissimo buon senso, prima ancora di un dovere professionale.

La seconda considerazione è che il telecronista di una pay-tv, con poche eccezioni (ci dispiace dire sempre Tommasi e Clerici, ma abbiamo avuto la fortuna di ‘vivere’ per decenni insieme a loro), si sente sempre un po’ il piazzista di un prodotto e quindi i toni si alzano quasi naturalmente. Una giocata normale diventa meravigliosa, una simulazione diventa ‘Forse il contatto c’è stato’, una partita noiosa diventa ‘una partita a scacchi fra i due tecnici’, un torneo che al campione non sposta niente (cosa gliene sarà fregato a Djokovic di uscire a Indian Wells?) un grande torneo, una schiacciata con il difensore più vicino a cinque metri un instant classic, eccetera. Non sappiamo se sia aziendalismo, un ordine dall’alto o semplicemente la voglia di entrare nelle dinamiche social (più gridi più ne hai possibilità), fatto che sta che nel 90% dei casi è così a prescindere dai singoli. Visto che il Caressa della telecronache, a colpi di ‘Giorgio’ e ‘Cri’ è ben diverso dal Caressa del Club, la domenica sera, che per noi è un piacere sentir cazzeggiare con toni soft insieme allo stesso Bergomi, Costacurta, Capello, Cambiasso, eccetera.

La terza considerazione riguarda Sky Sport in generale. La testata diretta da Federico Ferri ci pare molto attenta a non inimicarsi le grandi società e in particolare la Juventus, pianeta a parte, per i motivi più volte spiegati: fra pay-tv e calcio italiano, chi sopravvivrebbe senza l’altro? Nessuno ha il coraggio di rispondere e si va avanti puntando al quieto vivere. Alcuni giornalisti al seguito delle squadre sono imbarazzanti, mentre seconde voci e commentatori sono in certi casi legati a doppio filo ai club e, quando non lo sono, ansiosi di rientrare nel giro. Quale sarebbe la credibilità di Pirlo, in procinto di tornare nella Juve, nel parlare di Juve? Mille volte meglio un Massimo Mauro, che infatti è stato fatto fuori.

La quarta considerazione è contro i telespettatori. Quelli così intelligenti da accettare serenamente una critica alla loro squadra sono una minoranza, mentre la maggioranza è composta dai famigerati tifosi con il cervello da dodicenni che rimane una delle più grandi battute di Berlusconi. Il dodicenne vuole sentire parlare solo bene dei suoi idoli e male dei nemici dei suoi idoli, da questo discende tutto il resto.

Siamo cresciuti negli anni Ottanta e quindi ci piace chiudere con qualcosa di ottimistico. Juve-Atletico è stata vista da 2.939.504 spettatori medi con l’11,14% di share (4.280.474 spettatori unici), con un picco nei minuti di recupero di 3.184.293 spettatori medi alle 22.50 e del 13,59% di share alle 22.52. Sky Sport Uno è stato il terzo canale nazionale più seguito nella serata di ieri, ma nonostante questo a 56 milioni di italiani su 60 non è importato niente di questa partita. Per questo paese c’è ancora speranza, anche se siamo curiosi di sapere cosa abbiano fatto gli altri 56 milioni.

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