Il riscatto della laurea conviene?

19 Marzo 2019 di Indiscreto

Il riscatto agevolato della laurea, per rendere più veloce l’andare in pensione, è un tema che riguarda di fatto soltanto gli Under 45, cioè chi dalla pensione è relativamente lontano. Il riscatto agevolato senza limiti di età è infatti soltanto uno slogan, visto che la legge in via di approvazione alla Camera toglie sì il limite dei 45 anni ma mette quello del primo anno di università riscattabile, non antecedente al 1996. Traduzione: si possono riscattare dall’anno accademico 1996-97 un numero di anni al massimo pari a quelli standard di corso, si sta ancora discutendo se con il limite di cinque o no. In altre parole, per usufruire del massimo beneficio (si fa per dire) uno può avere nel 2019 anche 59 anni ma deve essersi iscritto all’università a 36: una situazione improbabile, se non per qualche casalinga disperata. Rimandiamo ai giornali e siti specializzati  per i vari casi particolari, tipo quello della doppia laurea (anche la seconda è riscattabile in maniera agevolata…) o dell’essersi iscritto negli anni poco prima il 1996, e quantifichiamo la spesa per questo riscatto agevolato: circa 5.200 euro per anno riscattato.

Il nostro riassuntino è sempre un mero pretesto per esprimere un’opinione non richiesta. E la nostra è che questo provvedimento insieme agli evidenti aspetti positivi (primo fra tutti quello di sistemare gli anni di semiprecariato o semidisoccupazione, sia pure a spese del danneggiato) ne ha uno negativo che li supera tutti: cioè dare il segnale che siamo alla canna del gas, con un’Inps che si dovrà accollare i probabili fallimenti futuri (tipo l’Inpgi, la cassa dei giornalisti) e che a un certo punto fallirà essa stessa o ridimensionerà drasticamente le prestazioni. In altre parole: chi oggi si separerà da quei 20.000 euro e passa ha realisticamente meno di 42 anni e pochissime chance di percepire una pensione che vada molto oltre il concetto di assistenza, più che di previdenza. Tanto vale che si tenga i soldi, invece di di regalarli a chi nel breve periodo deve finanziare le sue furbate elettorali. E nemmeno il governo ha tanta fiducia nel futuro del sistema pensionistico, se di fatto concede a chi guadagna un milione all’anno di riscattare i suoi anni di università pagando lo stesso importo che paga chi consegna le pizze. 

Rifacciamo la domanda: riscattare la laurea in maniera agevolata conviene? Se avete soldi che vi crescono e se già eravate intenzionati a riscattarla, con le regole ordinarie, senz’altro sì. Senza stare fare l’elenco di tutti gli scaglioni di reddito, prendiamo un realistico trentacinquenne con un imponibile di 30.000 euro l’anno: il riscatto ordinario di quattro anni di università gli sarebbe costato 39.600 euro, quello con la nuova legge in pratica la metà. Noi personalmente, al di là del fatto che siamo fuori età, non lo faremmo: davvero pensiamo di prendere fra 20 anni una pensione Inps molto superiore a 500 euro al mese? Non esiste quindi una vera risposta, sbagliano gli economisti e quindi lo facciamo anche noi del bar: se credete che nel 2040 le pensioni saranno quelle di oggi allora riscattate, se non ci credete allora non riscattate. Sono entrambi atti di fede, perché nessuno sa come sarà il mondo del 2040.

Dal punto di vista politico il messaggio è però chiaro: sistemare il precariato del passato con i soldi dei nonni, finanziando anche nel presente reddito di cittadinanza e cose del genere. Certo il tema è triste, appena da Floris si parla di pensioni cambiamo canale, ma i soldi sono sempre veri.

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