Vito, Crafter, Fiorino, Transit, Combo: il furgone-van come seconda casa

11 Febbraio 2019 di Furio Fedele

Mercedes Vito, Volkswagen Crafter, Fiat Fiorino, Ford Transit, ovvero l’evoluzione della specie. La specie in questione è quella dei primitivi furgoni, che si sono trasformati e moltiplicati in varie dimensioni, pesi, misure e possibilità di utilizzo. Influenzando in parte il mercato dell’auto tradizionale, che sta facendo registrare un concreto rallentamento (soprattutto nel mondo Fiat, come da ultimi dati di vendita) e nei paesi occidentali non tornerà più ai livelli di un tempo. Ma i segreti della seconda giovinezza del furgone non sono solo di carattere finanziario, ecologico e di stile di vita. Ormai l’utenza di chi vuole e deve spostarsi su quattro o più ruote si è evoluta: è necessario quindi individuare in veicoli sempre più specifici e specializzati l’obbiettivo per soddisfare le proprie necessità. Non è un caso che nel settore del trasporto persone sia fra i taxisti ma, a maggior ragione, fra i colleghi dell’NCC (Noleggio con conducente) si stia facendo strada il cosidetto Van. Un ex furgone, tanto per chiamare le cose con il loro nome, che adeguatamente allestito e attrezzato diventa una limousine comoda, spaziosa, capace di ospitare anche 6-7 persone oltre il conducente. Addirittura i Van più sofisticati offrono un tavolino interno per riunioni d’ufficio, meeting, incontri lontani da occhi indiscreti. In altre parole, oggi anche nella percezione dei clienti di target alto il furgone può giocare in serie A.

MERCEDES – Anche in questa speciale categoria in continua e netta evoluzione Mercedes ha conquistato da subito la leadership delle classifiche specifiche. Citan, Vito e Sprinter sono in grado di cambiare pelle con grande disinvoltura, dimostrando una grande versatilità. Ma la casa di Stoccarda rappresenta sicuramente il top di gamma anche per quanto riguarda il trasporto merci e passeggeri. La concorrenza si è infittita da quando le factory del Far Est (Toyota, Hyunday, Kia, Nissan, Honda…) hanno deciso di presentarsi su un palcoscenico ancora più vario rispetto a quello delle automobili. Anche perchè sfruttando gli stessi telai e le medesime cabine si possono avvicendare e sperimentare varie cubature di carico. Con un’ulteriore selezione per quello che concerne i pesi e gli ingombri. Non parliamo poi del design interno e della customizzazione: essendoci pochi ostacoli fisici, si può davvero fare di tutto (Non entriamo troppo nel dettaglio di cose che abbiamo visto con i nostri occhi…).

VOLKSWAGEN – Ovviamente anche in questo settore tecnologia ed energie alternative stanno prendendo piede, con una velocità a volte insostenibile anche per noi appassionati (sì, ci sono anche gli appassionati di furgoni…). Considerando anche il fatto che, come è facilmente intuibile, la predominanza del motore diesel e di conseguenza del gasolio come combustibile impongono interventi importanti. Scelte radicali dove si punta direttamente all’elettrico totale, senza nemmeno transitare dalla fase ibrida. In questo senso la strategia della Volkswagen è stata affidata al Crafter, in grado di trasportare fino a 1,72 tonnellate di merce. L’attuale autonomia delle batterie in dotazione varia dai 160 ai 170 chilometri a carica. Più o meno la percorrenza giornaliera cittadina di un corriere che viene catalogato come ‘ultimo miglio’, cioè l’anello finale del trasporto e consegna di merci di piccole-medie dimensioni.

FCA E FORD – Fra i classici ancora in produzione e sempre sulla cresta dell’onda dei listini europei figurano il mitico Fiorino della Fca e il Transit della Ford. Si parla di griffe davvero antiche che nel corso del tempo si sono evolute senza mai tradire le origini. Proprio Fiat e Ford hanno sviluppato i veicoli commerciali non solo verso l’alta gamma, per dimensioni e portata, cercando piuttosto di collocarsi in una nicchia ancora più specifica. Ecco perchè, conosciuti anche questi come van, Panda e Fiesta in versione autocarro si sono trasformate in veloci e agili puledri che non temono gli ingorghi delle città. Le francesi Citroen e Renault sono corse ai ripari cercando anche importanti alleanze all’estero per guadagnare il tempo perduto. Berlingo, Jumpy e Jumper sono i cavalli di battaglia di Citroen. C’è poi chi, da sempre, ha voluto creare un marchio indipendente per distinguersi sul fronte commerciale. La Fca, già quando era Fiat, quando ha messo i muscoli ha deciso di chiamarsi Iveco.

OPEL – Con il termine ‘promiscuo’ in un recente passato si identificavano i mezzi commerciali che potevano essere adibiti sia al trasporto delle persone sia a quello delle cose, merci comprese. Ovviamente con settori dell’interno del mezzo ben divisi fra le due soluzioni. Attualmente il «promiscuo è diventato «combo». Che dà perfettamente l’idea di una doppia soluzione che ammette una convivenza così diversa. L’Opel ha voluto fare suo il marchio trasformandolo in Combo che caratterizza anche una linea di van studiata per le famiglie e gli sportivi.

RENAULT – Ma nella lunga lista degli ibridi (intesi come utilizzo) sta crescendo anche la cifra identificata con i pick-up, che meriteranno un post a parte. Anche in questo caso gli usi e le dimensioni sono molteplici. Fra l’altro questi mezzi vengono utilizzati anche per chi fa sport considerato il fatto che a un vano bagagli decisamente importante si può abbinare anche la doppia cabina da 4-5 posti. Fca (Fullback), Renault (Alaskan), Nissan (Navara), Mercedes (X350d) sono alcuni esempi di un’espansione che, anche in questo caso, non conosce confini.

SECONDA CASA– Il furgone-van è da sempre identificato come un mezzo per chi lavora, non per chi cazzeggia, per questo la sua immagine è sempre forte e nel mondo futuro ha secondo noi, in proporzione, migliori carte da giocarsi rispetto all’auto. Anche nell’ottica del cazzeggio… Ha un mercato prevalentemente maschile, per non dire unicamente maschile, anche quando l’uso è privato o familiare. Pensando ai tanti progetti in divenire, il marketing delle aziende intende puntare sempre più sul concetto di seconda casa-secondo ufficio: visti i tempi, per molti il rischio è che diventi la prima opzione anche se questo la pubblicità non lo dice.

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