Il ritorno di Mourinho all’Inter

7 Febbraio 2019 di Stefano Olivari

Mercoledì sera ci hanno segnalato la presenza di José Mourinho all’Hotel Principe di Savoia di Milano, verso le 21, il nostro testimone l’ha visto con i propri occhi e considerando le sue statistiche personali (100% di segnalazioni corrette dagli anni Novanta ad oggi) tendiamo a credergli. Se è una cazzata pazienza, ne abbiamo scritte di molto peggio. Di seconda mano, perché non ci vergogniamo delle notizie di seconda mano se hanno una fonte credibile, è invece la segnalazione della presenza nelle stesse ore nella stessa città di Jorge Mendes, procuratore di Mourinho, di Cristiano Ronaldo e di mille altri. Facile la conclusione: Mourinho torna all’Inter, a nove anni dal Triplete e da quella grottesca fuga al Real Madrid, senza aspettare nemmeno un giorno per festeggiarlo. Lo scenario è senz’altro verosimile, essendo Mourinho disoccupato dopo l’esonero dal Manchester United decretato da giocatori adesso improvvisamente rinati con Solskjaer. Di pranzi-cene con Marotta non sappiamo e non scriviamo, anche se Mourinho non risulta registrato al Principe e quindi era lì per incontrarsi con qualcuno. Ma pur sognando il ritorno dello Special One in Italia, non fosse altro che per le conferenze stampa, rimaniamo convinti che la prima scelta di Marotta rimanga Antonio Conte, che da mesi è prima scelta anche del Milan (non vale però il contrario) e terza o quarta di Real Madrid e Bayern Monaco. Magari Mourinho e Mendes erano a Milano per motivi privati, chissà. In ogni caso nel 2019 non è che per una trattativa sia obbligatorio incontrarsi nella città in cui ha sede il club, oltretutto in quei pochi posti dove i giornalisti hanno occhi amici. Di certo si sono fatti titoli per molto, moltissimo meno.

Visto che su Indiscreto non scriviamo di calcio da un po’ (il problema è che dal punto di vista pubblicitario il calcio vale zero: questo articolo è insomma una perdita di tempo), infliggiamo anche qualche scenario sul futuro dell’Inter, prima di sganciare nei prossimi giorni una bombetta riguardante il Milan. Per quanto riguarda l’allenatore, Spalletti non rischia l’esonero fino a un concreto rischio di scivolare sotto il quarto posto o ad un ammutinamento, l’ultima cosa che Zhang e Marotta vogliono è un traghettatore (cosa che al 100% Conte e al 99% Mourinho non farebbero). Per quanto riguarda invece la società il punto di partenza è che Marotta entro giugno vorrebbe dare una direzione unica (la sua) alla parte sportiva della società, senza le iniziative in ordine sparso che nell’estate 2018 hanno portato, su 7 grossi ingaggi con modalità diverse (acquisto del cartellino, svincolati, prestiti), a 2 soli risultati davvero positivi, Politano e De Vrij e a un caso come Nainggolan, situazione che di solito Marotta risolve con un accompagnamento alla porta (ma Vidal aveva offerte). Traduzione: non ci stupiremmo che nei prossimi mesi lasciassero l’Inter Gardini e Ausilio, con un deciso ridimensionamento di Zanetti. In questo caso in nerazzurro potrebbe fare ritorno Lele Oriali, fra l’altro amico sia di Conte sia di Mourinho, come dirigente più vicino alla squadra, ma non sappiamo se a 67 anni a Oriali convenga lasciare un buon ambiente come quello azzurro, dove si può lavorare tranquilli (fino al Mondiale, quando se non lo vinci ti tirano le pietre). Di certo arriverà un dirigente relativamente giovane e non ancora troppo compromesso con il ‘sistema’: l’identikit che ci hanno tracciato corrisponde a quello di Riccardo Pecini, da qualche mese direttore generale dell’Empoli dopo una carriera interessante, in gran parte centrata sullo scouting, che lo ha visto alla Florentia, al Tottenham, alla Sampdoria (dove ha portato Skriniar, Schick e Icardi), al Milan e al Monaco.

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