Icardi alla Juventus e gli amici di Lion Rock

19 Febbraio 2019 di Stefano Olivari

Icardi dall’Inter alla Juventus si può fare, per cento milioni o Dybala, sia pure il Dybala degli ultimi tempi, ben lontano dai confronti con Messi in cui per i giornalisti italiani vinceva lui e semmai più simile come caratteristiche a Mimmo Morfeo (scherziamo, ma non troppo): poi vincerà il Pallone d’Oro e ci smentirà, ma Allegri non la pensa troppo diversamente da noi. Da aprile in avanti, a campionato strafinito, magari parleremo soltanto di questo, con Marotta e Paratici che potranno passare dalle parole ai fatti. Per il momento c’è da gestire la vicenda della fascia tolta, che ha segnato il punto di non ritorno nei rapporti fra l’Inter e il suo ormai ex capitano, più di mille parole o di multe da un milione. Gli auguri di buon compleanno via social a Icardi erano doverosi, ma come già detto la convivenza semi-civile fino a giugno passa soltanto da scuse private di Icardi nei confronti di alcuni compagni. Problema: lui ritiene di non avere nulla di cui scusarsi e lega il ritorno in campo alla fascia, magari su finta iniziativa di Handanovic. In sostanza Marotta per dare un segnale di forza all’interno e all’esterno ha adottato un provvedimento che non consente molte vie d’uscita. Il primo grave errore della sua gestione, sia che si intenda cedere Icardi sia che si intenda tenerlo come ha detto il giovane Zhang. Conoscendo il modo di operare di Marotta, è più probabile la cessione, ma viviamo alla giornata.

Piuttosto è stata molto interessante l’assemblea dei soci, di cui ci hanno riferito alcuni piccoli, infinitesimali, soci nerazzurri e di cui si è letta qualche riga sui giornali. Addio Thohir, che già dallo scorso 26 ottobre non era più presidente, Lion Rock Capital con il suo 31,05% pagato pare 150 milioni di euro entra nel consiglio di amministrazione con il fondatore Daniel Tseung e il dirigente Tom Pitts. Un cda composto da nove elementi, di cui solo due italiani, Marotta e Antonello. Una semplice curiosità ad uso di lettori sovranisti? Insomma… visto che fra le modifiche allo statuto c’è la possibilità di organizzare assemblee dei soci lontani dall’Italia. Un mezzo come un altro per neutralizzare le domande o anche il semplice bar dei piccoli azionisti, o per prendere decisioni senza doversi confrontare con contestazioni. Perché puoi anche apparecchiare tutte le architetture finanziarie del mondo, ma le sassate fanno sempre male.

Ma al di là di questo si può dire che dopo due anni e mezzo gli Zhang possono davvero fare dell’Inter ciò che vogliono, essendosi creati un socio di minoranza assolutamente di comodo, per non far uscire formalmente altri soldi dalla Cina, come da desideri di Xi Jinping. Lion Rock ha infatti sede ad Hong Kong e fra le altre cose (esiste e le sue partecipazioni sono molteplici) è azionista di Suning Sports. Che fra le altre cose è garante di una parte del prestito che è servito a Lion Rock per acquisire tramite una controllata la quota di Thohir… Non sapevamo, lo abbiamo letto sul Corriere dello Sport a firma di Pietro Guadagno, che a questi prestiti è stato garantito un rendimento del 12%: evidentemente credono che la loro quota di minoranza si valorizzi in misura superiore, alla peggio interverrà papà Zhang. Non solo, ma adesso la cessione di quote superiori al 2% da parte dell’azionista di minoranza necessita dell’approvazione di quello di maggioranza. In altre parole, dopo quasi 6 anni l’Inter è tornata di fatto ad avere un azionista unico. Con la differenza, rispetto al passato, che non è interista. Non è una cosa da poco, con buona pace di chi considera il calcio un’azienda come tutte le altre.

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