Decalogo contro lo stress del freelance

12 Febbraio 2019 di Indiscreto

Nel mondo del lavoro molte persone decidono di mettersi in proprio, così da non essere alle dipendenze di nessuno, se non di sé stessi: nonostante il disfattismo imperante, in Italia è ancora possibile scegliere, basta non essere troppo schizzinosi sul ‘cosa’, fra lavoro autonomo e dipendente in base alla propria personalità e inclinazione, senza che ci sia un bene o un male a prescindere. Ma al di là dei grandi discorsi, la logica della vita da freelance o da lavoratore autonomo oggi viene vista da molti come la risposta alla crisi economica e alla crisi d’identità di chi lavora in un ufficio. Questo tipo di professionisti, nei settori più diversi (soprattutto contabilità e amministrazione, stando a sondaggi personali), da una parte sono sicuramente padroni del proprio destino e liberi dal traffico, ma dall’altra capita spesso che lavorino di più degli altri, e che siano costretti a fare i conti con tipi di stress e di difficoltà che gli altri non vivono. Vantaggi e svantaggi a parte, comunque, il numero dei ‘lavoratori liberi’ continua ad aumentare.

Attualmente in Italia c’è un boom di freelance: si contano infatti circa 3,6 milioni di lavoratori freelance dai 15 ai 74 anni, in base a quanto emerso da una ricerca condotta da Eurostat. Nell’Eurozona non esistono paesi con queste percentuali e ciò testimonia, tra le altre cose, anche la bravura (e il coraggio) degli italiani nel fornire una pronta risposta alla crisi del lavoro. Molti di questi freelance hanno aperto una partita IVA, si sono messi in proprio, si sono lanciati facendo affidamento solamente sulle proprie ali. Non staremo a ricordare la frase su Icaro attribuita (a torto, pare) a Giovanni Borghi… E se da una parte il fatto di non avere vincoli rappresenta ovviamente un vantaggio, dall’altra non è detto che lo sia per tutti: se lo si guarda sotto alcuni aspetti particolari, il lavoro da freelance nasconde insidie come le distrazioni e il già citato stress.

Come gestire il lavoro senza impazzire? Può sembrare banale, ma la prima cosa da fare è avere una buona connessione web. Non si può ancora fare il panettiere o il contadino dal proprio soggiorno, quindi chi lavora da casa di sicuro utilizza il PC. È fondamentale poter contare su un accesso al web rapido e indolore, sembra una banalità ma a noi un 10% di velocità in più o in meno cambia la vita. In questo senso è possibile approfittare di varie opportunità, prendendo in considerazione le offerte Internet per partita IVA, come quelle di Linkem ad esempio. Partendo da questa base, servirà poi costruire un castello fatto di certezze e di stratagemmi per evitare di impazzire. Questo il nostro decalogo personale.

  1. La superconnessione web, come detto. Da associare a un computer potente e senza troppa spazzatura da far girare su mille finestre.
  2. Meglio darsi degli orari da ufficio, per evitare di lasciarsi andare ma anche di strafare. Inquadrando la nostra attività casalinga in questo contesto, sapremo sempre quanto e quando lavorare. Ovviamente questo è più facile, come nel nostro caso, quando si vive con qualcuno che gli orari di ufficio li deve osservare sul serio. In ogni caso vestitevi come se doveste ricevere qualcuno, farsi schifo già allo specchio è fonte di stress anche senza pensare ai pagamenti a 180 giorni.
  3. Un altro consiglio è quello di approcciare il lavoro da casa evitando le distrazioni: quando si sta al PC, meglio lasciar perdere Facebook e simili per concentrarsi solo sulle proprie attività professionali. La gente si offende perché rispondete otto ore dopo? Anche se avete la licenza elementare pensate di essere un grande cardiochirurgo: nessuno oserebbe chiamarvi mentre state operando.
  4. Lavorare da casa, stando seduti 8 ore al giorno, può alla lunga provocare più di un fastidio fisico, per questo conviene staccare e dedicarsi ad un po’ di sport ogni giorno. Vince sempre la regina degli sport, l’atletica, praticabile in qualsiasi contesto. Obbligatorio muoversi, anche per liberare la mente. Consigliabile la gestione di cani e gatti, al di là della grandezza assoluta di questi esseri la cosa può essere utile anche a noi.
  5. Evitare lo stress significa anche evitare di strafare: non bisogna dunque cadere nella tentazione di lavorare a oltranza, perché alla lunga questo atteggiamento potrebbe risultare deleterio. Controproducente il lavoro notturno, anche se spesso siamo obbligati a praticarlo.
  6. Il fatto di essere padroni del proprio tempo non significa che lo dobbiate regalare agli altri. Non fatevi coinvolgere dalla logica del ‘Dai, vediamoci’ soltanto perché potete, o dal dover gestire qualsiasi tipo di richiesta da parte dei ‘dipendenti’ perché loro ‘proprio non ce la facciamo’.
  7. La musica o la televisione in sottofondo funzionano solo per compiti altamente ripetitivi, a tutti capita di di farne. Per gli altri meglio il silenzio assoluto. Nonostante il mito del lavorare (o fare trading) in spiaggia, un ambiente troppo rilassato può distrarre. Meglio investire in un bel terrazzo, più che in una seconda casa.
  8. Rispondete soltanto alle telefonate e ai messaggi di lavoro, ogni interruzione oltre al tempo speso a parlare e a rispondere fa perdere un altro minuto per tornare operativi e circa 20 (dicono alcuni psicologi cognitivi, ma ognuno ha i suoi ritmi) per tornare alla produttività di prima dell’interruzione.
  9. Chi vive o ha relazioni con voi deve capire che non state sempre cazzeggiando, anche se questa è l’impressione che si dà. No alle interruzioni ogni cinque minuti, far radunare domande e richieste varie e poi evaderle in periodi della giornata ben precisi.
  10. Ricordatevi che il vostro tempo vale più del tempo degli altri, per i quali lo stipendio, la pensione o il reddito di cittadinanza corrono anche se stanno quattro ore al telefono o a pranzi con voi. Dire di no deve diventare un’arte.

Detto questo, poter (quasi) sempre organizzare la propria giornata è meraviglioso. E pazienza se le giornate sono alla fine tutte uguali. Magari quella di domani non lo sarà.

 

 

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