Toyota, Hyundai e Kia: ai taxisti piace l’ibrido

7 Dicembre 2018 di Furio Fedele

Elettrico, ibrido, benzina, diesel, metano, gpl… Cosa scegliere? Domanda non strampalata nella rubrica di Indiscreto dedicata a chi guida, non potendo o non volendo fare lo scroccatore seriale di passaggi. Certo è che nella cosiddetta giungla d’asfalto la maggior parte degli automobilisti non sa più come orientarsi e anche noi appassionati fatichiamo a stare al passo. Ecotasse, divieti, limiti, sanzioni: come evitare trappole di ogni genere? Non solo in Italia, come si sta notando in questi giorni, ma in gran parte d’Europa la situazione legislativa appare più che mai magmatica. Non è però solo colpa dei governi cattivi ma anche del fatto che spesso le offerte delle case automobilistiche mondiali, supportate da campagne promozionali sempre più aggressive da parte delle concessionarie, non fanno sufficiente chiarezza. Soprattutto sull’entità degli incentivi e sui requisiti per usufruirne. Bisognerebbe poter avere dei punti di riferimento, degli esempi da imitare e su cui poter fare affidamento. Ma dove e come?

Da sempre i taxisti (soprattutto quelli che operano nelle grandi città) rappresentano un valido test per individuare auto che abbiano i requisiti fondamentali: rapporto qualità-prezzo, affidabilità, consumi, costi di gestione contenuti e convenienti. In questo momento non c’è alcun dubbio che la maggior parte dei taxi in circolazione venga dall’Oriente. La Toyota (Giappone) sta facendo la parte del leone perchè è partita in netto anticipo nella corsa all’ibrido, che ha raggiunto importanti livelli di competitività. Ma anche Hyundai e Kia (Corea del Sud) hanno aggredito un settore automobilistico che non può e non deve più essere considerato di nicchia.

La Toyota, come detto, è partita per prima abbinando al motore termico quello elettrico che viene alimentato proprio dal «fratello» che funziona a benzina. La casa giapponese è stata abile e tempestiva nel coinvolgere proprio una categoria di automobilisti, appunto i taxisti, esigente e severa, senza scrupoli nel promuovere o bocciare il suo preziosissimo strumento di lavoro. Una categoria fra l’altro più sensibile al passaparola fra colleghi e reali utilizzatori che a una pubblicità ben fatta, piena di slogan senza contenuti. Proprio l’esperienza dei taxisti ha consentito a Toyota e alle altre aziende impegnate nell’ibrido di migliorare sensibilmente i loro prodotti. Ad esempio la velocità massima dell’utilizzo del solo motore elettrico è lievitata dagli inziali 50 chilometri orari agli 80-85 attuali, migliorando sensibilmente i consumi. Inoltre l’affidabilità delle batterie è in crescita, così come la loro durata. Partendo dal presupposto che gli step della manutenzione del motore termico sono più dilatati nel tempo, anche i costi di gestione diventano più convenienti.

Ibrido vuol dire anche e soprattutto semplice. Il cambio automatico favorisce la guida cittadina senza strappi e inutili sgasate. Il tachimetro digitale è uno degli strumenti fondamentali per dosare potenza e, quindi, consumi. Abbinato all’indicatore di velocità c’è un diagramma che aggiorna in tempo reale l’alternanza fra i due propulsori, che sono sempre più solidali fra di loro permettendo il reciproco corretto sfruttamento anche sui percorsi veloci. Del resto allo stato attuale delle cose l’ibrido rappresenta il giusto compromesso fra motore termico ed elettrico. In attesa che il cambio epocale si concretizzi soprattutto per quanto riguarda l’autonomia delle batterie.

Se è vero che inevitabilmente a breve si presenterà il problema dello smatilmento delle numerose batterie che andranno ad esaurirsi (ma già adesso la sostituzione può avvenire fra i 200.000 e i 300.000 chilometri), bisogna evidenziare come le zone a traffico limitato stiano dando un grande impulso allo sviluppo dell’ibrido. Anche perchè metano e gpl rischiano di essere sempre più penalizzati, così come il diesel. Tant’è che lo sviluppo dell’ibrido tendente all’elettrico sta viaggiando spedito anche per quanto riguarda mezzi commerciali di piccole e grandi dimensioni, autobus e ogni tipo di veicolo adibito al trasporto di persone e merci. Certo che anche a prescindere dai taxisti si tratta di un segmento dedicato a persone concrete, che considerano l’auto un mezzo di trasporto e non un’estensione della propria personalità o un oggetto emozionante, che faccia sognare o almeno diverta.

Share this article