Steph Curry e l’uomo che non è andato sulla Luna

10 Dicembre 2018 di Indiscreto

La facile scommessa è che Steph Curry diventerà l’uomo simbolo non solo di chi ama la pallacanestro giocata da fisici umani (apparentemente, perché la forza che ha nella parte alta del corpo è sovrumana, come si nota nei tiri da seduto) ma anche di chi pensa che gli Stati Uniti e in generale gli esseri umani non siano mai sbarcati sulla Luna. Le cose non stanno proprio così e il podcast Winging.it con protagonisti Vince Carter e Kent Bazemore, dove Curry era ospite insieme a Iguodala, va inquadrato in un contesto di cazzeggio, con Curry che chiede agli altri se l’uomo è mai stato sulla Luna e i due degli Hawks che borbottano qualcosa, fino a quando Curry dice che semmai saranno gli abitanti della Luna a venire da noi. Non un dibattito scientifico e nemmeno un club di amanti del cospirazionismo, ma discorsi da spogliatoio con una struttura impensabile nello sport europeo in cui la comunicazione degli atleti è rigidamente controllata e questi fanno conoscere il proprio vero pensiero attraverso i parenti, tipo Lautaro Martinez. Non che da questi discorsi vengano fuori trovate geniali, ma vale anche per i salumieri o i commercialisti: cosa cazzo ne sanno delle missioni Apollo? Ma veniamo al punto: perché la teoria dell’uomo che non è mai stato sulla Luna ha tanto fascino? Non solo presso Curry, visto che ci sono sondaggi filocospirazionisti che danno i dubbiosi, con varie gradazioni, oltre il 25% ed altri più tranquillizzanti sotto il 10.

Di astrofisica non siamo nemmeno tiepidi appassionati, come in tanti altri campi ci fidiamo della maggioranza degli esperti. Che può in linea teorica essere in malafede o, più verosimilmente, seguire un mainstream che assicura carriere accademiche e collaborazioni di vario tipo. Insomma, come abbiamo già scritto sì alla competenza dei Burioni ma no all’indiscutibilità e alla spocchia dei Burioni, come se gli scienziati fossero guidati da Dio e non da aspirazioni e interessi umanissimi. Per quanto riguarda l’allunaggio, riteniamo impossibile che siano state taroccate le missioni dell’Apollo 11 e quelle successive (sei allunaggi fra il 1969 e il 1972), vista la quantità di persone coinvolte: gli americani davvero sono andati sulla Luna vincendo così la costosissima corsa con l’Unione Sovietica a chi ce l’aveva più lungo, il tutto in pieno Vietnam con tutti effetti motivanti che una simile impresa poteva avere su fasce della popolazione che vedevano partire i loro figli per una guerra ‘democratica’ (anche nel senso che le sue basi furono poste da Kennedy e poi concretizzate da Johnson) priva di senso. Possono essere stati aggiustati aspetti secondari, come le immagini e i filmati, ma da pecoroni pensiamo che la sostanza ci sia.

Vi stupiremo evitando di proporre un ‘Di qua o di là’, ma in mezzo ai prevedibili sfottò mainstream nei confronti di Curry invitiamo alla riflessione: non siamo astrofisici, il nostro credere di essere andati sulla Luna dal punto di vista individuale vale esattamente come il non crederlo. In aggregato grazie al ‘Molti lo dicono’ (una qualsiasi religione ha meno logica di una puntata di ‘B come sabato’) la società può avere un ordine e qualcosa di condiviso, ma onestamente la maggior parte di noi (poi qualche lettore di Indiscreto che abbia fatto uno stage alla NASA o che l’abbia diretta ci sarà) ne sa come Curry di astrofisica, di economia, di storia medioevale o di fioretto a squadre.

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