Gilet gialli o Macron?

3 Dicembre 2018 di Indiscreto

Spiegare dall’Italia cosa sia il movimento dei gilet gialli, che nelle ultime settimane con le sue manifestazioni e i suoi blocchi stradali ha messo in difficoltà la Francia e in particolare Macron, è difficile ma senz’altro possibile in un paese che ha una maggioranza Cinque Stelle-Lega e che ha visto più volte nella propria storia rivolte di pura rabbia antipolitica partite dal basso e senza veri leader: chi si ricorda dei forconi? Nata come una protesta contro l’aumento del prezzo della benzina, quella francese si è ben presto trasformata in una guerra fra provincia e metropoli, che in Francia significa soltanto Parigi, tra localismo e centralismo, tra classe media impoverita ed élite. Non è un caso che pur avendo quasi niente a che fare con i recenti disordini che hanno causato tre morti, centinaia di feriti e varie devastazioni soprattutto a Parigi, a questa situazione guardino con particolare favore sia la destra-destra di Marine Le Pen che la sinistra-sinistra di Jean-Luc Mélenchon.

Il nostro ‘Di qua o di là’ non è però soltanto il solito derby fra presunto popolo e presunte élite, ma uno scenario abbastanza vicino anche da noi e rappresentato in maniera quasi perfetta dall’uso dell’auto. Visto che nell’ultimo anno il prezzo del carburante diesel è aumentato del 25% (adesso in Francia siamo sull’1,50 al litro) e che anche quello della benzina sta prendendo questa direzione, è chiaro quale sia la classe sociale colpita da questa transizione energetica sognata dal macronismo in favore dell’auto elettrica (nel breve periodo più costosa) o dell’uso quasi esclusivo del trasporto pubblico. Lavoratori pendolari che abitano in paesi dormitorio e gravitano su Parigi, ma anche classe media di provincia dove il trasporto pubblico non può coprire tutto. Né popolo né élite, ci verrebbe da dire, ma gente che detesta antropologicamente il residente parigino che va in ufficio (magari a distanza di 500 metri) con la bici e poi ti spiega la bellezza dell’aria pulita. I rivoltosi non sono quindi i soliti figli di papà del genere The Dreamers e e nemmeno i maghrebini di seconda o terza generazione delle banlieu, ma francesi che si ritengono per certi versi i veri francesi. Magari le immagini televisive mentono, ma noi abbiamo visto in piazza quasi soltanto bianchi. Il ‘Di qua o di là’ è quindi fra due modelli non diciamo di sviluppo ma di paese in cui vivere: gilet gialli o Macron?

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