Smart soltanto elettrica, la svolta del 2019

30 Novembre 2018 di Furio Fedele

Cominciamo questa rubrica di motori su Indiscreto parlando della Smart, ma anche del popolo degli smartisti. Un popolo in fibrillazione. Perché dal 2019, esattamente dall’1 luglio, la Mercedes produrrà la Smart solo ed esclusivamente con il propulsore elettrico. Autonomia dichiarata 160 chilometri ma quella effettiva, per non correre rischi, sarà «consigliata» a 100-110 chilometri. Cosa pensare? Ma, soprattutto, cosa fare? Le più importanti concessionarie europee stanno facendo incetta di Smart tradizionali, dotate del popolare bicilindrico che sugli ultimi modelli viene prodotto dalla Renault e non più dalla Mitsubishi, per fronteggiare l’imminente corsa alla Smart prima che diventi preziosa come l’oro. Quindi For Two, For Four ma, purtroppo, non… forever. Bisogna sempre ricordare che il fenomeno Smart dipende dalle zone: da quando la vetturetta è entrata in produzione (metà degli Anni Novanta) è diventata un’icona non solo modaiola nelle metropoli (Milano, Roma, Parigi, Berlino, Madrid) dove il logorio del traffico e quello del parcheggio diventano sempre più assillanti. In provincia invece la Smart non viene tenuta in grande considerazione. Nel caos metropolitano per molti è la prima (e unica) auto, per altri viene considerata una vettura accessoria destinata a moglie e figli.

Mercedes, però, è stata categorica. Per rientrare nella media europea delle emissioni inquinanti dell’aria, il colosso di Stoccarda ha deciso di sacrificare sull’altare del marketing la rivoluzionaria e inimitabile (la IQ della Toyota si è arresa alla distanza…) micro-utilitaria nata dallo stampo di un guscio… d’uovo. In realtà anche la Mercedes è seriamente e pesantemente impegnata nella corsa al litio e al cobalto, principali ingredienti per confezionare le batterie. Con il passare dei mesi l’autonomia e, soprattutto, i tempi di ricarica si stanno rispettivamente dilatando e accorciando. Fra l’altro la Smart elettrica viene accompagnata dall’apposita griffatissima colonnina che, collocata all’interno del box di proprietà, è in grado di ricaricare la batteria in soli 40′ rispetto alle 2 ore che servirebbero con un’attrezzatura più normale e rudimentale. Ma molti smartisti, almeno in questo momento, sembrano piuttosto scettici. C’è chi sta già correndo ai ripari riacquistando un mezzo nuovo anche perchè, fra poche settimane, sarà più difficile trattare sconti interessanti, con conseguente aumento anche dei prezzi dell’usato.

C’è da credere che i tempi di ottimizzazione delle nuove batterie saranno contenuti e accelerati da una corsa alla ricerca della (quasi) perfezione. La Smart, non essendo supportata da un motore termico in abbinata a quello elettrico (vedi Toyota), deve essere altrettanto affidabile nella versione a…pile. Che, comunque, è già da tempo in commercio con un sovraprezzo (rispetto ai modelli tradizionali) che si può considerare importante (30 per cento). Ma Mercedes, che di marketing e buon gusto se ne intende, ha allestito le «elettriche» con equipaggiamenti interessanti e intriganti sia nei colori sia nelle dotazioni di bordo. Lo smartista duro e puro, quindi, può essere sedotto ma non abbandonato. Soprattutto in mezzo a una strada, con la batteria scarica.

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