Per Bocelli un Sì mondiale ma non italiano

3 Novembre 2018 di Paolo Morati

Andrea Bocelli in testa alle classifiche degli album più venduti nel Regno Unito e negli Stati Uniti dovrebbe essere una notizia da prima pagina ovunque, tranne in un Paese come l’Italia incapace di dare il giusto tributo ai propri ‘profeti’ (non in patria, evidentemente). Anzi, il successo di  – il disco appena pubblicato in tutto il mondo e comunque entrato direttamente al sesto posto delle nostre classifiche – potrebbe dare proprio fastidio a chi mal sopporta che all’estero ascoltino il nostro canto anziché sbeffeggiarlo come ‘meriterebbe’. E non stiamo parlando di paesi latini o del terzo mondo (per chi li denigra) musicale, bensì di Regno Unito e Stati Uniti, ossia le patrie di coloro che dominano con le loro produzioni il messaggio sonoro, al di là dell’effettiva qualità delle proposte imposte dal mercato.

Andrea Bocelli è arrivato in vetta con un disco di canzoni italiane a 14 anni dal precedente, una produzione e una selezione di brani che confermano la sua capacità di convincere e vincere le resistenze, cantando e accompagnando orecchie in genere disabituate a un certo suono. E sbaglia chi sostiene che siano i nomi a trainarne il successo (in c’è ad esempio Ed Sheeran). Al contrario, proprio il suo nome è decisamente consolidato a livello planetario, uno dei pochi che per una carriera ormai ultraventennale viene comprato ancora a scatola chiusa. E uno dei pochi, se non l’unico, italiano con il quale ambiscono a duettare le star internazionali (come lui è) e non viceversa.

Andrea Bocelli è da tempo probabilmente il cantante italiano più famoso al mondo, forte anche di una personalità e un carisma importanti, e in ha messo insieme una scaletta che conferma la capacità del suo staff di scegliere bene tra le tante probabili canzoni candidate, pure in una certa omogeneità di andamento, fino alla produzione del grande (Pink Floyd, Alice Cooper, Kiss e tanti altri) Bob Ezrin. Partendo dalle nostre preferite: Vertigo di Raphael Gualazzi, Vivo, scritta da Riccardo Del Turco a conferma di non voler per forza seguire la strada (condanna?) degli autori più in voga del momento, e Fall on me, l’operazione che coinvolge il figlio Matteo che sembra già un predestinato, ma con discrezione, nei tour promozionali in radio e tv.

Un‘ultima considerazione. Negli anni abbiamo letto e sentito alcune critiche sull’Andrea Bocelli tenore, così come sul suo successo (invidie?). Noi non siamo dei tecnici quindi rimaniamo nell’ambito che più ci si addice, ossia quello dei semplici ascoltatori ‘pop’. E anche nel suo caso se ci piace, ascoltiamo. Altrimenti lo diciamo, e spegniamo, lasciando finezze e appunti ad altri più competenti di noi. Con immutata ‘indiscrezione’… è proprio uno di quegli album che ascolteremo ancora.

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